In un bar l’ultimo delitto durante un furto
Vasto: titolare strangolato con un cavo. A Casalbordino due settimane fa la fucilata mortale
VASTO. L’ultimo omicidio per rapina che il comprensorio ricorda risale a 24 anni fa. Nel corso di una rapina in un bar di piazza Caprioli, nel centro storico di Vasto fu strangolato il titolare, Carmine Tomeo. Il commerciante fu ucciso con un cavo telefonico. La tragedia sconvolse la città. Per quel delitto furono arrestati e condannati tre giovani. Ancora oggi la figura di Carmine Tomeo è ricordata con grande affetto.
È stata invece archiviata come disgrazia, anche se a distanza di tempo molti continuano a pensare si sia trattato di una rapina finita in tragedia, la morte di D.C., ex muratore in pensione. L’anziano nel 2010 venne trovato riverso sull’asfalto nel centro di Gissi. I tentativi per rianimarlo furono vani. La tragedia non ebbe alcun testimone.
Solo due settimane fa a Casalbordino un tragico errore ha provocato la morte di Gabriele Di Tullio, 54 anni, scambiato per un cinghiale. I carabinieri hanno individuato in 48 ore l’uomo che ha premuto il grilletto, F.T., 57 anni, denunciandolo per omicidio colposo.
Ma il 2011 si è chiuso con due tragici fatti di cronaca. Il 15 ottobre, Matteo Pepe, imprenditore pugliese, uccise con una coltellata la giovane compagna di origine lituana, Neila Bureikate. Pepe ha patteggiato una pena di 16 anni.
Una settimana dopo un sottufficiale della guardia di finanza si è ucciso dopo aver ammazzato la moglie con la pistola d’ordinanza. Il movente è sempre diverso, l’epilogo unico e tragico. Proprio come la morte di Stella Scutece, vittima di un incidente il 27 aprile 2005. Quella notte la ragazza, che si trovava con il compagno a Piana Sant’Angelo, venne investita e uccisa dal giovane.
Un altro fatto di sangue avvenne il 5 gennaio 2005. Al termine di un banchetto organizzato nella zona industriale di San Salvo per festeggiare l’uccisione del maiale, dopo una lite perse la vita Cosimo Cava.
È vivo per miracolo il pescatore vastese Graziano Scutti. Il 29 aprile 2010, al culmine di una discussione, fu colpito con cinque colpi di pistola da un disoccupato, amico-rivale. Scutti rimase per giorni fra la vita e la morte. Il 10 maggio seguente venne dimesso dall’ospedale San Pio. Ancora oggi ricorda con angoscia quei momenti. (p.c.)
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