Inchiesta Grandi eventi, tocca all’accusa
Ieri in aula due commercialisti, ultimi testi delle difese di Cipolla. E lunedì prossimo la parola al pm
PESCARA. Chiusa ieri la fase istruttoria con l'esame degli ultimi due testi della difesa, il processo “Grandi eventi” sugli affidamenti diretti dei concerti e non solo da parte del Comune a due imprenditori dello spettacolo, passa alla fase della discussione finale.
Lunedì prossimo sarà la volta della pubblica accusa, rappresentata dal pm Luca Sciarretta, che esaminerà le singole posizioni degli otto imputati: e parliamo dell'allora assessore al turismo Giacomo Cuzzi, dell’ex assessore Simona Di Carlo, di Moreno Di Pietrantonio (politico e dirigente Asl), degli imprenditori Andrea Cipolla e Cristian Summa, di Alessandro Michetti, Gianfranco Berardinelli e della funzionaria Asl Leila Colucci in relazione al concorso di Di Carlo in Asl ritenuto “pilotato”. Dopo la pubblica accusa, parlerà la parte civile e a seguire gli avvocati Marchese e Di Girolamo per Colucci e Berardinelli. Il 10 giugno è invece previsto l’intervento del difensore di Cipolla (avvocato Spagnuolo), di Michetti (Andreoni) e di Di Carlo (Pizzuti).
Il primo luglio dovrebbe essere l'ultima udienza prima della sentenza: sarà dedicata alle arringhe del legale di Summa (Di Silvestre), delle società di Cipolla (La Morgia) e del principale imputato Cuzzi (difeso da Galasso e Iadecola).
Ieri sono stati sentiti dal collegio due commercialisti, nonché consulenti della difesa. Uno di loro, Francesco Trovato, è stato oggetto di una eccezione del pm accolta dal collegio, per cui la sua relazione tecnica non è stata depositata e lui ascoltato come teste. L’obiettivo della difesa di Cipolla era quello di dimostrare l’impossibilità, per le società dell’imputato, di violare la norma della legge 231 che sanziona le società in relazione a determinati reati commessi da propri amministratori, dirigenti, dipendenti. I due testi hanno sottolineato che le società di Cipolla non avevano dipendenti e che l’imprenditore era l’amministratore unico, quindi non c’erano i requisiti per la 231. E inoltre che i concerti affidati dal Comune rappresentavano meno del 10 per cento delle attività delle società dell’imprenditore. Massiccio il deposito di documenti da parte dell'accusa e del collegio difensivo. Da parte delle difese soprattutto delibere, provvedimenti per dimostrare che il sistema di affidamenti è stato sempre lo stesso: all'epoca dei fatti (dal 2014 al 2019) e fino ad oggi. Turbativa d'asta, corruzione, illecito finanziamento dei partiti, le accuse principali mosse a vario titolo agli imputati. (m.cir.)
Lunedì prossimo sarà la volta della pubblica accusa, rappresentata dal pm Luca Sciarretta, che esaminerà le singole posizioni degli otto imputati: e parliamo dell'allora assessore al turismo Giacomo Cuzzi, dell’ex assessore Simona Di Carlo, di Moreno Di Pietrantonio (politico e dirigente Asl), degli imprenditori Andrea Cipolla e Cristian Summa, di Alessandro Michetti, Gianfranco Berardinelli e della funzionaria Asl Leila Colucci in relazione al concorso di Di Carlo in Asl ritenuto “pilotato”. Dopo la pubblica accusa, parlerà la parte civile e a seguire gli avvocati Marchese e Di Girolamo per Colucci e Berardinelli. Il 10 giugno è invece previsto l’intervento del difensore di Cipolla (avvocato Spagnuolo), di Michetti (Andreoni) e di Di Carlo (Pizzuti).
Il primo luglio dovrebbe essere l'ultima udienza prima della sentenza: sarà dedicata alle arringhe del legale di Summa (Di Silvestre), delle società di Cipolla (La Morgia) e del principale imputato Cuzzi (difeso da Galasso e Iadecola).
Ieri sono stati sentiti dal collegio due commercialisti, nonché consulenti della difesa. Uno di loro, Francesco Trovato, è stato oggetto di una eccezione del pm accolta dal collegio, per cui la sua relazione tecnica non è stata depositata e lui ascoltato come teste. L’obiettivo della difesa di Cipolla era quello di dimostrare l’impossibilità, per le società dell’imputato, di violare la norma della legge 231 che sanziona le società in relazione a determinati reati commessi da propri amministratori, dirigenti, dipendenti. I due testi hanno sottolineato che le società di Cipolla non avevano dipendenti e che l’imprenditore era l’amministratore unico, quindi non c’erano i requisiti per la 231. E inoltre che i concerti affidati dal Comune rappresentavano meno del 10 per cento delle attività delle società dell’imprenditore. Massiccio il deposito di documenti da parte dell'accusa e del collegio difensivo. Da parte delle difese soprattutto delibere, provvedimenti per dimostrare che il sistema di affidamenti è stato sempre lo stesso: all'epoca dei fatti (dal 2014 al 2019) e fino ad oggi. Turbativa d'asta, corruzione, illecito finanziamento dei partiti, le accuse principali mosse a vario titolo agli imputati. (m.cir.)