convegno alla provincia
Incidenti stradali: 5,6% in meno
Gli esperti avvertono: norme sulla sicurezza spesso aggirate
PESCARA. Quel 5,6 per cento in meno di morti sulle strade (3.860 decessi nel 2011, secondo le elaborazioni Aci-Istat) ha spinto i più a ritenere che il fenomeno degli incidenti alla guida sia vicino ad essere debellato. Ma quello che sfugge ai freddi numeri delle statistiche è il costo umano degli infortuni, una cultura della prevenzione ancora poco diffusa tra i giovani e l’idea che le regole siano fatte per essere violate o quantomeno aggirate. Ed ecco che andare in motorino con il casco slacciato, dimenticarsi di agganciare la cintura di sicurezza, oppure mettersi al volante dopo aver bevuto qualche cocktail diventa un’abitudine pericolosissima, specie se abbinata all’incoscienza tipica dell’adolescenza.
Nel giorno in cui molte città italiane celebrano manifestazioni in ricordo della 17enne Altea Trini, travolta da un suv mentre era in bici con gli scout, nella sala del consiglio provinciale c’è stato l’incontro «Giovani e sicurezza stradale tra regole e responsabilità», coordinato dal direttore del Centro Mauro Tedeschini.
L’iniziativa, patrocinata da Comune e Provincia e promossa da fondazione Unipolis e Unipol, è stata realizzata insieme ad Asaps (Associazione sostenitori amici polizia stradale), fondazione Ania e Coop Adriatica, con la partecipazione del Centro come media partner. Gli studenti del liceo Marconi e del liceo scientifico Da Vinci si sono confrontati con alcuni esperti di sicurezza stradale: Giordano Biserni, presidente Asaps, Walter Dondi, direttore della fondazione Unipols, Giuliano Bocchia, dirigente scolastico del Da Vinci e Giancarlo Giuliani, docente del Marconi. «Si pensa che la strada sia solo delle automobili e i guidatori si sentono in diritto di inveire contro i ciclisti», dice Irene, studentessa del Da Vinci. «Da noi nessuno rispetta le regole», aggiunge Francesco, alunno del Marconi, «invece in un Paese in crisi come la Spagna funziona tutto e le persone sono ligie al dovere». «Non possiamo essere soddisfatti della diminuzione degli incidenti», ammonisce Dondi, «l’impennata maggiore colpisce i giovani dai 20 ai 24 anni. E per i ciclisti si registra un aumento del 7,2 per cento».
Ylenia Gifuni
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