Inquisiti in lista, il Pd non molla: pronti a correre soli
Il democratici pronti al dialogo con Sel e Rifondazione, ma punta i piedi sulle condizioni imposte dai due partiti sull'assenza di inquisiti nelle liste delle primarie
MONTESILVANO. La coalizione tra le forze del centrosinistra per le elezioni comunali rischia di infrangersi contro il muro delle liste pulite, senza indagati e politici di lungo corso, richieste da Sinistra ecologia libertà e Rifondazione. «Siamo aperti all'alleanza con Sel e Rc, ma se le posizioni restano queste», afferma Luigi Beccia, segretario del Pd di Montesilvano, «siamo pronti ad andare alle primarie da soli».
Il Pd si dice pronto al dialogo con Sel e Rifondazione, ma punta i piedi sulle condizioni imposte dai due partiti. «Siamo disposti a trovare un accordo», assicura Beccia «tanto che nel Pd nessun indagato o vecchio politico potrà candidarsi per la poltrona di sindaco alle primarie. Diversa le questione delle liste: non possiamo accettare», prosegue il segretario, «un'imposizione da altre forze politiche. Un punto su cui il partito non è disposto a cedere. Non è una difesa di nomi, ma una questione di principio», sottolinea Beccia, spiegando che la selezione dei nomi da presentare alle elezioni sarà lasciata alla coscienza individuale, non sarà il partito a vietare la candidatura di chi ha un indagine a carico in corso. Unici limiti riconosciuti dal Pd, come ricorda Beccia, sono quelli previsti dal codice etico. Il documento esclude dalla competizione elettorale i condannati, ma non interviene su indagati e imputati di reati contro la pubblica amministrazione.
Nel limbo degli inquisiti candidabili rientra Evenio Girosante, ex assessore della giunta Cantagallo, indagato per abuso di ufficio per la concessione gratuita a un condominio di un terreno vicino alla strada parco. «In molti mi hanno espresso il loro sostegno chiedendomi di restare in politica», sostiene Girosante, «voglio che siano gli elettori a decidere su di me e non Sinistra ecologia e libertà». L'ex assessore non esclude di presentare la propria candidatura, ma si dice pronto a fare un passo indietro nel caso in cui sia il partito a deciderlo.
Si sarebbe fatto da parte, invece, l'ex sindaco Renzo Gallerati e nel partito escludono anche una ricandidatura del suo successore Enzo Cantagallo, entrambi coinvolti nel processo Ciclone. «Non credo che sarebbero interessati ad una poltrona che non sia quella di sindaco», dice Feliciano d Ignazio, vice capogruppo del Pd in consiglio comunale.
Il Pd si dice pronto al dialogo con Sel e Rifondazione, ma punta i piedi sulle condizioni imposte dai due partiti. «Siamo disposti a trovare un accordo», assicura Beccia «tanto che nel Pd nessun indagato o vecchio politico potrà candidarsi per la poltrona di sindaco alle primarie. Diversa le questione delle liste: non possiamo accettare», prosegue il segretario, «un'imposizione da altre forze politiche. Un punto su cui il partito non è disposto a cedere. Non è una difesa di nomi, ma una questione di principio», sottolinea Beccia, spiegando che la selezione dei nomi da presentare alle elezioni sarà lasciata alla coscienza individuale, non sarà il partito a vietare la candidatura di chi ha un indagine a carico in corso. Unici limiti riconosciuti dal Pd, come ricorda Beccia, sono quelli previsti dal codice etico. Il documento esclude dalla competizione elettorale i condannati, ma non interviene su indagati e imputati di reati contro la pubblica amministrazione.
Nel limbo degli inquisiti candidabili rientra Evenio Girosante, ex assessore della giunta Cantagallo, indagato per abuso di ufficio per la concessione gratuita a un condominio di un terreno vicino alla strada parco. «In molti mi hanno espresso il loro sostegno chiedendomi di restare in politica», sostiene Girosante, «voglio che siano gli elettori a decidere su di me e non Sinistra ecologia e libertà». L'ex assessore non esclude di presentare la propria candidatura, ma si dice pronto a fare un passo indietro nel caso in cui sia il partito a deciderlo.
Si sarebbe fatto da parte, invece, l'ex sindaco Renzo Gallerati e nel partito escludono anche una ricandidatura del suo successore Enzo Cantagallo, entrambi coinvolti nel processo Ciclone. «Non credo che sarebbero interessati ad una poltrona che non sia quella di sindaco», dice Feliciano d Ignazio, vice capogruppo del Pd in consiglio comunale.
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