Investì e uccise un 18enne a Città Sant’Angelo: adesso vuole patteggiare

Per il giovane investitore chiesti un anno, 8 mesi e 20 giorni per omicidio colposo e guida in stato di ebbrezza. L’ultima parola al giudice

PESCARA. Un anno, 8 mesi e 20 giorni di reclusione: questa la pena su cui accusa e difesa si sono accordati per chiudere con un patteggiamento il processo per la morte di Gabriel Di Giorgio, 18enne angolano travolto e ucciso da un’auto nella notte tra il 12 e il 13 agosto scorso a Città Sant’Angelo. Il ragazzo era su viale Petruzzi, all’altezza di via San Marino e stava attraversando la strada sulle strisce pedonali dopo essere prudentemente sceso dal suo monopattino. Gabriel era stato falciato da una Ford Fiesta condotta da un neopatentato ventenne anche lui di Città Sant’Angelo, Elia Mambella, che poi era risultato ubriaco.

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Il difensore dell’imputato, Mirko Di Giacomo, ha chiesto di patteggiare la pena e il pm Silvia Santoro si è espresso favorevolmente: nelle prossime ore il giudice per le udienze preliminari, Gianluca Sarandrea, che può accogliere o rigettare la richiesta delle parti, dovrà decidere. Due i reati contestati a Mambella: l’omicidio colposo, per il quale il difensore ha chiesto un anno e 6 mesi, e la guida in stato di ebbrezza, per cui il legale ha proposto 2 mesi, 20 giorni e 3.000 euro di ammenda.

La sera del 12 agosto, Di Giorgio, studente dell’alberghiero De Cecco di Pescara, appassionato di skate, era finito in ospedale dopo essere stato investito. Il suo corpo, dopo l’impatto con il veicolo, era stato sbalzato a metri di distanza. Gravissime le lesioni, il ragazzo era finito in coma ed era stato ricoverato in Rianimazione, dove era rimasto fino al momento della dichiarazione di morte cerebrale, un paio di giorni dopo, ed era arrivato dai familiari il generoso via libera alla donazione degli organi. Al diciottenne erano stati prelevati cuore, fegato e reni, destinati a restituire una speranza di vita a pazienti in attesa di trapianto a Napoli, Roma e L’Aquila.

Il patteggiamento si svolge a porte chiuse, quindi l’esatta dinamica dell’incidente resta “segreta” nelle carte processuali. Stando a quanto filtrato, il giovane fresco di patente al volante della Fiesta era in fase di sorpasso. Al suo fianco c’era un’altra persona. Dopo l’investimento sembra che il giovane non si sia fermato subito, anzi si sarebbe allontanato, inseguito da un automobilista che aveva assistito all’incidente e che l’aveva raggiunto e fermato per farlo tornare indietro. Dei rilievi si era occupata la polizia stradale di Pescara, diretta da Silvia Conti.

La famiglia di Gabriel, con il papà Gabriele e la mamma Loredana, è rappresentata dagli avvocati Ernesto Picciuto e Paolo Fornarola.

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