Italcementi Scafa a rischio chiusura proclamata un’altra giornata di sciopero
Sciopero di 8 ore venerdì prossimo in tutti gli stabilimenti italiani: il gruppo chiude anche gli impianti di Monselice (Padova) e Broni (Pavia)
SCAFA. Sciopero di 8 ore venerdì prossimo in tutti gli stabilimenti italiani del gruppo Italcementi, contro la decisione dell'azienda di chiudere tre stabiliment a Scafa, Monselice (Padova) e Broni (Pavia), operazione che produrrà complessivamente 200 esuberi. I sindacati denunciano il mancato rispetto degli accordi sottoscritti nel gennaio scorso con la direzione aziendale, siglati al ministero dello Sviluppo economico, che prevedvano la continuazione delle attività produttive fino a tutto gennaio del 2015. La chiusura anticipata è arrivata inaspettata da parte dell'azienda che ha chiesto di trasformare la cassa integrazione accordata per ristrutturazione aziendale a dismissione delle attività. Un provvedimento al quale i sindacati ed i lavoratori si sono opposti strenuamente, senza peraltro ottenere nulla finora. A Scafa, dove il cementificio rappresenta la vita stessa del paese, si è battuta anche l'amministrazione comunale e il sindaco Maurizio Giancola ha sollevato la questione della concessione mineraria della società Sama, in concessione a Italcementi, che in caso di chiusura comporterebbe un danno consistente nella mancata valorizzazione della concessione stessa, che prevedeva investimenti mirati alla crescita produttiva e quindi occupazionale. A Scafa sono stati già fatti vari scioperi, ai quali hanno partecipato anche sindaci dei paesi circostanti poiché i territori soggetti alla concessione mineraria coinvolgono tutti i comuni dell'area magellense come Abbateggio, San Valentino, Lettomanoppello, Roccamorice e Manoppello. Nelle ultime settimane il problema è stato portato in consiglio comunale ed è finito anche sul tavolo del ministro Gaetano Quagliariello e del sottosegretario Giovanni Legnini, nonché su quelli dei ministro del lavoro e delle attività produttive. Ma l'azienda è stata irremovibile. Il sindaco Giancola ha chiesto perciò che le concessioni minerarie siano riconsegnate e rimesse al bando per nuovi investitori. (w.te.)
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