Léontine: «La mia vita con Dino Risi»

La compagna del regista scomparso si racconta: amo l’Abruzzo e tornerò a Teramo per il Di Venanzo

COLONNELLA. «Dino mi manca tantissimo. Non esistono più questi signori». Gli splendidi occhi di Léontine Snell, danzatrice e coreografa, per quasi quarant'anni compagna di Dino Risi, brillano al ricordo del grande regista, scomparso nel 2008 e del quale, il 23 dicembre, ricorrerà il centenario della nascita.

La chiacchierata con Léontine, 72 anni portati in bellezza e allegria, avviene al fresco dei tigli nel giardino del ristorante Zenobi, a Colonnella, dove l'ospite olandese arriva per assaporare le bontà tradizionali teramane, in particolare la capra alla neretese preparata dalla chef e titolare Patrizia Corradetti. Con lei la blogger Olga Bibi Segaar, come Léontine dell'Aja, infaticabile promotrice delle bellezze abruzzesi sul suo blog olandese/belga dolcevia.com. «Olga mi ha portato in Abruzzo in primavera, mi ha fatto scoprire un castello bellissimo (Semivicoli, ndr) e Teramo, dove forse tornerò in ottobre per l'omaggio del Premio Di Venanzo a Dino Risi».

Sembra un romanzo la vita di Léontine Snel, madre di Patrizia e Nathalie Caldonazzo, l'una aiuto regista l'altra attrice. Orfana di padre a tre anni, trascurata dalla madre indonesiana che la parcheggia in una serie di famiglie, a 15 anni Léontine, già autonoma, diventa la più giovane Bluebell al Lido di Parigi. «Nel corpo di ballo io e Gloria Paul sostituimmo le gemelle Kessler. Venivo dalla danza classica, fu un trauma, ma dovevo lavorare. A 17 anni sono arrivata al varietà Rai "Studio Uno", con Don Lurio. Era in diretta, che paura quando si accendeva la luce rossa. In seguito passai a "Eva ed io", con la regia di Antonello Falqui. Poi in tournée nove mesi con Carlo Dapporto e Marisa Del Frate, con loro tutta una risata».

Léontine Snel ha curato le coreografie in molti film con scene di ballo, da "La leggenda del pianista sull'oceano" di Tornatore a "Gangs of New York" di Scorsese («Ho insegnato i passi di valzer a Leonardo DiCaprio e Cameron Diaz e tutte le figurazioni della scena corale») e continua a insegnare danza jazz, Broadway dancing e movimento scenico ad attrici e attori allo Ials (Istituto addestramento lavoratori spettacolo) di Roma.

Nel 1967 sul set de "Il tigre" l'incontro con Dino Risi: «Interpretavo Miss Universo. Non avevo mai fatto cinema, ero molto timida, ma lui mi poggiò una mano sulla spalla e mi rassicurò. Con Dino c'era sempre questo senso di protezione. È stata una bellissima storia, nonostante i 27 anni di differenza. Non ci siamo innamorati subito. Prima siamo stati amici. Quattro anni dopo, una sera l'ho incontrato in un bar a Giannutri. Stavamo lì a ridere delle mie disgrazie, ci siamo guardati negli occhi e ci siamo innamorati. Io 27 anni, lui 54, era un uomo bellissimo. L'ho sempre amato. Divorziai nel 1978 (dall'imprenditore romano Mario Caldonazzo, ndr), Dino invece non aveva bisogno di divorziare perché era un uomo libero. Ma una mattina di Natale si presentò alla mia porta con la valigia. Ho lasciato mia moglie, disse. Però non abbiamo mai vissuto insieme, Dino ha abitato per trent'anni nel residence Aldrovandi». La lunga relazione, durata fino alla morte del regista, ha avuto molte facce: «È stato la figura paterna a cui appoggiarmi, il mio migliore amico, poi l'amante, più tardi un complice. Infine i ruoli si sono invertiti, sono diventata una figura materna quando ha iniziato a stare male. Dino non era semplicemente un solitario, era proprio misantropo. Perciò mi sono sentita onorata dalla sua scelta di stare con me».

La misantropia di Risi si riverberava, secondo Léontine Snel, anche nel rapporto con gli attori: «Odiava gli attori, non gli piacevano proprio. Frequentava solo Vittorio Gassman e Ugo Tognazzi, con cui aveva un rapporto speciale». Ma quali sono i film di Risi che Léontine ama di più? «"Profumo di donna", "Anima persa", "Fantasma d'amore", i film più internazionali. Ma ammiro molto il fatto che nei film più famosi, come "Il sorpasso" o "I mostri", abbia fatto vedere con benevolenza agli italiani i loro difetti».

©RIPRODUZIONE RISERVATA