PESCARA E PROVINCIA
L’acqua non basta, anche ottobre è sotto il segno delle chiusure
Le previsioni dell’Aca: almeno un altro mese di disagi nella speranza che arrivi un inverno freddo. Mancano 246 litri al secondo a fronte dei 500 di agosto. E la crisi idrica torna in consiglio comunale
PESCARA. La crisi idrica che ha attanagliato il Pescarese (e non solo) per tutta l’estate non accenna a rientrare. Le interruzioni idriche continuano anche duranteottobre. Il deficit di fornitura c’è ancora, sebbene si sia ridotto rispetto ai mesi più caldi.
«Settimanalmente facciamo un controllo tra quello che attingiamo in sorgente e quello che viene distribuito», afferma la presidente di Aca, Giovanna Brandelli. «Attualmente abbiamo una carenza di 246 litri al secondo, inferiore rispetto agli ammanchi da 400-500 di agosto». Ciò significa che le interruzioni nel periodo notturno dovranno proseguire pure nelle prossime settimane, per far sì che «i serbatoi recuperino battente idraulico e quindi ci sia una ripresa di pressione per la distribuzione durante il giorno».
Per rivedere un ritorno alla normalità bisogna attendere e soprattutto sperare in un inverno freddo. «Come ho detto tante volte», prosegue l’ingegnere, «le sorgenti si ricaricano per infiltrazione quando nevica e la neve si scioglie lentamente, ecco perché dobbiamo sperare in un inverno freddo, normale, come purtroppo non capita da anni. La pioggia per noi è in beneficio indiretto».
Il destino della prossima estate è quindi legato a nodo stretto alle condizioni climatiche dell’imminente inverno, ma anche alle azioni messe in atto dall’Aca. «Stiamo facendo tanto», ricorda Brandelli, «per il recupero delle perdite, sul fronte della digitalizzazione e soprattutto per far sì che tutta l’acqua potabile vada a finire nelle case e non ci sia una distrazione della risorsa dall’uso civile per usi diversi».
Il tema dell’acqua è al centro di un consiglio comunale straordinario a Pescara convocato dal presidente Gianni Santilli per il prossimo 8 ottobre, alle 16. La seduta, a cui parteciperà un referente Aca, era stata chiesta nelle scorse settimane dall’opposizione, attraverso due istanze, una del gruppo civico di Domenico Pettinari e l’altra del centrosinistra. Pettinari ha firmato la richiesta del centrosinistra, e quest’ultimo quella di Pettinari.
«La stagione estiva 2024 è stata caratterizzata da pesanti disagi per famiglie e attività», hanno scritto Piero Giampietro, Carlo Costantini, Marco Presutti, Michela Di Stefano, Giovanni Di Iacovo, Simona Barba e Paolo Sola. «Le principali motivazioni dell’emergenza vanno ricondotte al pessimo stato di conservazione delle reti idriche e alla mancanza di una diversificazione nelle fonti di approvvigionamento». La seduta che sarà aperta alle associazioni di consumatori, commercianti, comitati e rappresentanti degli enti preposti e della Regione servirà per analizzare «cause e azioni per il superamento dell’emergenza».
Nella relazione a corredo dell’altra richiesta, la previsione fatta per il futuro da Pettinari è ancora più nera, per via dei cambiamenti climatici, ma anche delle risorse definite insufficienti previste dal Pnrr e della scadenza della gestione da parte dell’Aca a dicembre 2027. Il rischio, secondo il civico, è che si privatizzi «la gestione dell’acqua, finendo per accrescere irrimediabilmente i problemi del settore». La soluzione per Pettinari può essere «la costituzione territoriale di un fondo comune di investimento pubblico aperto alla partecipazione oltre che dei Comuni stessi, anche della Regione, delle Province, di altri enti pubblici e delle società interamente detenute da quest’ultimi», ma anche al risparmio privato «consentendo l’adesione a tutti quei cittadini che vogliono investire».