L’alloro a 99 euro al chilo costa più delle bistecche
Al mercato tutti provano a farsi regalare erbe aromatiche dagli ambulanti ma nei supermercati è impossibile: ecco quanto si paga per basilico e rosmarino
MONTESILVANO. Al mercato ormai ci provano tutti: «Scusi, mi regala qualche foglia di basilico, giusto un paio per farci un sughetto semplice semplice, e poi mi dà anche un rametto di rosmarino, giusto uno per fare il pollo arrosto», così si sentono ripetere come una litania gli ambulanti di frutta e verdura il martedì in viale Europa, il giovedì in via Lucania, il venerdì in via Adige e il sabato tra piazza Diaz e piazza Montanelli. Al supermercato, invece, si paga tutto: «Ogni cosa che finisce sulla bilancia ha il suo prezzo, anche le erbe aromatiche. Purtroppo, non possiamo regalarle», ripetono i commessi dei banchi frutta e verdura.
Magari non ci avete mai pensato prima oppure non avete mai guardato bene i cartellini dei prezzi affissi sugli scaffali: sì perché in basso e in piccolo c’è scritto il prezzo al chilo delle erbe aromatiche. Sembra uno scherzo ma quelle cifre somigliano quasi ai costi dei beni di lusso.
Qualche esempio per capire quanto costa un sapore: una vaschetta di basilico, 30 grammi appena, costa 1,35 euro. Via nel carrello anche se il prezzo è di 45 euro al chilo, il doppio rispetto a una fiorentina. Il rosmarino per insaporire la carne e bagnare d’olio la carne arrosto? La stessa vaschetta di plastica, 40 grammi, costa 1,29 euro e cioè 32,25 euro al chilo. Come la salvia, l’ingrediente principe per un piatto di ravioli con il burro. Menta e alloro costano il triplo: 99 euro al chilo. Certo, quasi a nessuno verrebbe in mente di comprarne un chilo: le confezioni da 10 grammi appena costano 0,99 euro.
Forse non sarà soltanto per colpa di quei prezzi che fanno sorridere (e un po’ riflettere), ma per la voglia di coltivare e scaricare stress con la terra, che tanti sui balconi dei palazzi accudiscono piantine di basilico e rosmarino.
Le erbe, costi quel che costi, sono il sale della cucina: per inventare nuovi piatti c’è anche un libro intitolato «Piante spontanee mangerecce», scritto da Nino Tieri con Mimmo Bernabeo. Così, con una spolverata di salvia, timo, rosmarino e alloro si può condire un piatto di spaghetti in aggiunta a un cucchiaio d’olio d’oliva. Nel libro, Tieri e Bernabeo hanno catalogato gli esemplari di erbe presenti in Abruzzo: dalla “a” di aglio campestre e aglio ursino alla “b” di barba di becco e barbarea fino alla “v” di veronica acquatica e viola odorata. Tieri consiglia anche come cucinare le piante «mangerecce»: agnolotti di rapaccioli e cicoria da preparare in un tegame con pancetta, cipolla e peperoncino, fiori di acacia fritti oppure la minestra di malva, le polpette di ortica e patate, le tagliatelle alla borragine.
©RIPRODUZIONE RISERVATA