L’assistenza a casa per 306 malati a rischio dopo i tagli
La giunta vara il bilancio e riduce di 300mila euro la spesa per le cure a domicilio. Diodati: «Il servizio può bloccarsi»
PESCARA. Malati, disabili, anziani allettati e minori sono tra le prime vittime dei pesanti tagli alle spese che gli uffici finanziari del Comune hanno deciso di fare per recuperare i 7 milioni di euro mancanti in bilancio, approvato ieri pomeriggio in giunta. Dei 500mila euro che vengono tagliati ai servizi sociali, circa 300mila riguardano l’assistenza domiciliare integrata (Adi). Altri 200mila, invece, verranno recuperati con una serie di sforbiciate all’assistenza ai minori. Il sociale, tra l’altro, aveva già subìto una decurtazione iniziale di 200mila euro.
Le conseguenze di questo energico giro di vite potrebbero essere drammatiche. Soprattutto per i 306 cittadini, tra malati, anziani allettati e disabili, che usufruiscono abitualmente dell’assistenza domiciliare integrata affidata alla cooperativa Polis, il cui contratto scadrà il prossimo 30 luglio. Lo stesso assessore alle politiche sociali Giuliano Diodati prevede una riduzione del servizio o, addirittura, un’interruzione a partire da novembre, quando termineranno le ore garantite per contratto dalla cooperativa che ha in appalto l’ Adi. Il calcolo è presto fatto. Fino all’anno scorso, le ore coperte con l’assistenza domiciliare erano 90mila. La spesa a carico del Comune si aggirava su 1,7 milioni di euro. Ora, con il taglio di 300mila euro, la spesa scende a 1,4 milioni di euro. «Questo significa», spiega l’assessore, «che le ore di assistenza domiciliare scenderanno a 75mila. Ore che sono state già in gran parte consumate per l’assistenza ai 306 malati a partire dal primo gennaio». Quindi, il monte ore potrebbe terminare prima del previsto, forse a partire da novembre».
Diodati si è detto contrario a questa misura che l’amministrazione ha deciso di adottare per far quadrare il bilancio. Anche se ieri è riuscito, prima della riunione della giunta per l’approvazione del documento contabile, a contenere i tagli inizialmente previsti in 700mila euro, di cui 500mila all’assistenza domiciliare. «Sto lottando per evitare una riduzione di questo servizio sacrosanto per i cittadini», afferma l’assessore, «comunque, ho avuto rassicurazioni dalla giunta che la situazione si possa ricomporre». Diodati, infatti, spera che durante l’esame del bilancio in consiglio comunale i fondi tagliati possano essere in qualche modo coperti stornandoli da altre voci. «I fondi a disposizione sono sempre di meno», fa presente l’assessore, «tra l’altro, stiamo ancora attendendo dalla Regione i finanziamenti per il Piano locale per la non autosufficienza che contempla fondi per l’assistenza domiciliare, per i minori, per gli anziani e per il trasporto dei disabili. Stiamo andando avanti con proroghe di due mesi in due mesi per garantire i servizi». Intanto, ieri l’assessore al bilancio Bruna Sammassimo e il dirigente del dipartimento amministrativo Guido Dezio sono andati a Roma, alla Cassa depositi e prestiti, per affrontare il problema dei debiti del Comune e il tema della valorizzazione del patrimonio immobiliare dell’ente.
In proposito, si è parlato sia di una rinegoziazione dei mutui già accesi, sia dei mutui da accendere per il pagamento dei debiti fuori bilancio che il Comune dovrà riconoscere non appena il Piano di riequilibrio finanziario sarà approvato dalla Corte dei conti. «Si è inoltre fatta un’analisi», rivela il sindaco Marco Alessandrini, «di tutte le posizioni debitorie nei confronti di Cassa depositi e prestiti che ammontano a circa 85 milioni di euro».
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