L’Ater: pagheremo l’Imu a rate ma niente aumenti per gli affitti
Il commissario dell’azienda per le case popolari Costanzi interviene dopo la sentenza del Tar «Abbiamo perso il ricorso, ora verseremo l’imposta di un milione di euro in dieci anni»
PESCARA. L’Ater vuole pagare a rate l’Imu non versata nel 2012. Lo vuole fare addirittura con una dilazione di dieci anni. Lo ha detto il commissario dell’azienda per le case popolari Paolo Costanzi, all’indomani della decisione del Tar di respingere il ricorso dell’Ater che puntava a far annullare la delibera del Comune con cui sono state stabilite le aliquote Imu per il 2012.
L’azienda ha versato sinora solo 13.200 euro al mese a partire da dicembre scorso, su un importo complessivo dell’imposta 2012 di 1.174.542 euro. Adesso il debito nei confronti del Comune è aumentato, perché l’Ufficio tributi dell’ente è intenzionato ad applicare alla tassa ancora da versare anche la sanzione del 30 per cento e gli interessi, pari al 2,5 per cento annuo. Totale: 1.556.267 euro, meno le somme già versate dall’Ater. Come farà l’azienda a corto di risorse economiche? «Sicuramente, senza aumentare gli affitti», assicura il commissario, «un aumento dei canoni di locazione, peraltro bloccati dal 1996, può essere deciso solo tramite un provvedimento della Regione». Costanzi spera che l’amministrazione comunale possa far pagare l’Ater a rate, concedendo una dilazione addirittura di 10 anni. «Chiederemo la rateizzazione massima prevista dal Decreto del fare, in vigore da ieri», rivela. «L’Ater, se sarà chiamata a pagare le sanzioni e gli interessi», aggiunge, «lo dovrà fare non per l’esito del ricorso al Tar, ma semplicemente perché non aveva i soldi per pagare l’Imu per l’anno 2012 nell’importo fissato dalle norme nazionali e dal Comune nei tempi stabiliti. Non li aveva e non li ha, salvo il ricorso a un debito con il tesoriere che, ovviamente, è cura peggiore».
«Se ancora vi fossero dubbi», avverte Costanzi, «l’Ater di Pescara ha ricavi complessivi da affitti pari a 3.112.090 euro. L’impatto dell’Imu per il 2012 è stato pari a 1.174.000, dunque pari al 38 per cento dei ricavi complessivi, non degli utili. Gli stessi con cui poi occorre pagare gli altri costi, quali stipendi, costi di funzionamento, altre imposte. A questo punto, solo teoricamente, bisogna trovare anche i soldi per la manutenzione degli alloggi». Nel 2012, i costi hanno persino superato i ricavi a causa dell’Imu. L’imposta in bilancio avrebbe, infatti, determinato una perdita di circa 800.000 euro. «In considerazione dell’impossibilità di adempiere», spiega il commissario, «l’Ater aveva richiesto sommessamente al Comune di Pescara di poter pagare in maniera rateizzata in 72 rate. Tale richiesta è stata però respinta dal Comune». «Ebbene l’Ater», conclude Costanzi, «è un contribuente in difficoltà per pagare un’imposta così esosa. Della quale speriamo sia confermata la cancellazione nel 2013. Se così non fosse, saremmo di fronte alla strutturalità dello squilibrio economico con le inevitabili conseguenze».
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