parla l’imprenditore di spoltore alla guida dell’audi
L’automobilista: una fatalità, quella è una strada maledetta
SPOLTORE. È profondamente scosso, non riesce neppure a parlare di ciò che ha visto due giorni fa. Ricordare quelle immagini, quei minuti contrassegnati dal dolore e dalla paura di tanti, fa stare...
SPOLTORE. È profondamente scosso, non riesce neppure a parlare di ciò che ha visto due giorni fa. Ricordare quelle immagini, quei minuti contrassegnati dal dolore e dalla paura di tanti, fa stare male M.L., l’imprenditore di 38 anni di Spoltore alla guida dell’Audi che martedì, a Caprara, si è scontrata con un bus della Tua sulla strada provinciale 12. L’uomo avverte tutto «il peso» delle conseguenze dell’incidente, anche se non ricorda «niente» di quello che è accaduto prima dello schianto, ritiene che sia stata «una fatalità», avvenuta «per un serie di concause». E parla della strada dove si è verificato l’incidente come di «una strada maledetta, pericolosa» e per la quale sono state presentate anche «delle diffide».
«Non pensavo che potesse accadere a me», ha detto ieri al Centro, e invece si è trovato a fare i conti con un dramma che lo ha turbato profondamente. Racconta che si è dato subito da fare per soccorrere i feriti, prima tra tutti la studentessa di 17 anni di Pianella rimasta gravemente ferita, tanto da dover subire l’amputazione del piede destro, oltre ad aver riportato la frattura del setto nasale, della tibia e del perone ad entrambe le gambe e una dislocazione di due dita del piede sinistro (è ricoverata in ospedale in Rianimazione).
Dopo che la sua auto si è fermata dietro al bus, «sono salito sul pullman», racconta il 38enne, «ho capito che la ragazza aveva bisogno di aiuto e le sono stato vicino insieme all’autista dell’autobus. Sono stati dei momenti concitati, ho provato a dare una mano, anche se non sapevo bene cosa fare. Si lamentavano tutti, c’erano molti ragazzini e alcune donne, si confortavano a vicenda», riferisce ancora l’automobilista provando a ripercorrere i minuti successivi all’incidente, prima che sulla strada provinciale 12 arrivassero venti vigili del fuoco, le pattuglie di carabinieri e polizia municipale e il personale del 118 che si è occupato di soccorrere i feriti e poi di portarli in tre ospedali. «Non ho fatto nulla di che», ha aggiunto prima di esprimere la sua «vicinanza morale» alla famiglia della ragazza ferita in maniera più grave. (f.bu.)
«Non pensavo che potesse accadere a me», ha detto ieri al Centro, e invece si è trovato a fare i conti con un dramma che lo ha turbato profondamente. Racconta che si è dato subito da fare per soccorrere i feriti, prima tra tutti la studentessa di 17 anni di Pianella rimasta gravemente ferita, tanto da dover subire l’amputazione del piede destro, oltre ad aver riportato la frattura del setto nasale, della tibia e del perone ad entrambe le gambe e una dislocazione di due dita del piede sinistro (è ricoverata in ospedale in Rianimazione).
Dopo che la sua auto si è fermata dietro al bus, «sono salito sul pullman», racconta il 38enne, «ho capito che la ragazza aveva bisogno di aiuto e le sono stato vicino insieme all’autista dell’autobus. Sono stati dei momenti concitati, ho provato a dare una mano, anche se non sapevo bene cosa fare. Si lamentavano tutti, c’erano molti ragazzini e alcune donne, si confortavano a vicenda», riferisce ancora l’automobilista provando a ripercorrere i minuti successivi all’incidente, prima che sulla strada provinciale 12 arrivassero venti vigili del fuoco, le pattuglie di carabinieri e polizia municipale e il personale del 118 che si è occupato di soccorrere i feriti e poi di portarli in tre ospedali. «Non ho fatto nulla di che», ha aggiunto prima di esprimere la sua «vicinanza morale» alla famiglia della ragazza ferita in maniera più grave. (f.bu.)