L’automotive e il caso Stellantis alla tre giorni dedicata a De Cecco 

Visco, Giovannini, Caracciolo e tanti altri intervengono per onorare il grande economista lancianese scomparso 

Una tre giorni dedicata a Marcello De Cecco, uno dei più grandi economisti italiani.
Si apre oggi, al Teatro Fedele Fenaroli di Lanciano, "Mani Visibili": un focus sui cambiamenti epocali degli ultimi anni, che costringono a ripensare le organizzazioni produttive. L'evento si concluderà domenica prossima con l'intervento dell'ex governatore della Banca d’Italia e membro del Governing Council della Banca Centrale Europea dal 2011 al 2023, Ignazio Visco.
Sarà l'occasione per un'operazione - verità sull'automotive in Abruzzo, sul ruolo di Stellantis, gli ultimi dati e lo sviluppo del comparto. Questi e altri i temi strategici verranno affrontati nel corso della manifestazione "Il globo fratturato, tra guerre, crisi e tecnologie".
Nate per omaggiare De Cecco, economista lancianese scomparso nel 2016, amico di Federico Caffè e figura di spicco per le sue attività di ricerca che hanno riguardato principalmente l’intersezione fra teoria, politica e storia dei mercati monetari e finanziari, nonché, in tempi più recenti, l’analisi della genesi e del funzionamento dei mercati, le giornate di studi firmate Amdec, sono l'occasione anche per analizzare il quadro geopolitico attuale e il futuro dell’innovazione, il ruolo dell’Europa, le prospettive del multilateralismo e le opportunità per il Mezzogiorno.
Oltre a Visco saranno presenti Lucio Caracciolo, fondatore e direttore della rivista di geopolitica Limes; Enrico Giovannini, ordinario di Statistica economica e di Politiche per lo sviluppo sostenibile all’Università di Tor Vergata, già presidente Istat e ministro delle Infrastrutture e del Lavoro (2013-2014); Valeria Termini, ordinario di economia politica all’Università Roma Tre, che ha guidato la delegazione italiana per Energia e Cambiamenti Climatici in sede G8 e Stefano Micossi, consulente dal 2022 per le strategie e le policies di Assonime, fellow dell'Istituto dell'Università Bocconi per le Politiche Europee, presidente della Luiss School of European Political Economy. Non mancheranno le voci di altri economisti, studiosi e professori delle maggiori università italiane ed è previsto, come si diceva, un focus sull’economia industriale del Mezzogiorno e sul futuro dell’automotive in Abruzzo.
Quattro le sessioni programmate, a partire da oggi, alle 16: si parlerà di crisi climatica, di materie prime e guerre con Alessandro Borin (Banca d’Italia), Alfredo Gigliobianco (Università Luiss), Paolo Guerrieri (La Sapienza e Sciences Po), Termini e l’ex ministro Giovannini.
Economia digitale, guerra dei microchip, proprietà intellettuale e globalizzazione del sapere saranno i temi della sessione mattutina di domani.
A partire dalle 10 ne discuteranno Oscar Borgogno (Banca d’Italia), Enrico Pisino (Competence Industry Manufacturing Center 4.0), Cesare Alemanni (scrittore, editor), Ugo Pagano (Università di Siena), Lucio Caracciolo e Alessandra Rossi (Università di Chieti-Pescara). Sempre domani, alle 16, al giovane studioso Paolo Bozzi verrà consegnato, da un rappresentante della Banca d'Italia, il Premio Marcello de Cecco 2024 per ricerche inedite in economia. Seguirà l’intervento di Micossi (Assonime) sulle sfide per l’Europa e la discussione sulla crisi del multilateralismo. Le conclusioni saranno affidate ad Visco, ex Governatore di Bankitalia.
Il panel che chiuderà Mani visibili, domenica 14 ottobre, dalle 10,30, si occuperà di Mezzogiorno, tra politiche industriali, catene di valore e futuro dell’automotive. Interverranno Luca Bianchi (Svimez), Alessandra Lanza (Prometeia), Gregorio De Felice (Intesa Sanpaolo), un relatore di Bper Banca, Giuseppe Ranalli (Polo innovazione automotive Abruzzo), Emanuele Felice (Università Iulm di Milano) e Gianfranco Viesti (professore di Economia applicata all’Università di Bari). Modereranno i giornalisti economici, il teatino Marco Panara (La Repubblica), e Stefano Marcucci ( Tg3 Rai). Si partirà dalla parola chiave dell’economia, che fino a pochi anni fa era efficienza mentre ora è sicurezza, e dai cambiamenti imposti dal Covid e dalle crisi logistiche, come le guerre ai confini dell’Europa e in Medio Oriente, che hanno rotto le catene di approvvigionamento e costringono a ripensare tutti i modelli produttivi.