omicidio rigante

La 500 usata per il raid costa l’arresto a un altro rom

PESCARA. Le indagini per l’omicidio di Domenico Rigante hanno portato i poliziotti della Mobile a Giulianova dove ieri gli uomini di Pierfrancesco Muriana, in collaborazione con la Mobile di Teramo,...

PESCARA. Le indagini per l’omicidio di Domenico Rigante hanno portato i poliziotti della Mobile a Giulianova dove ieri gli uomini di Pierfrancesco Muriana, in collaborazione con la Mobile di Teramo, hanno eseguito la misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal gip di Chieti a carico di Achille Di Rocco 32 anni, accusato di spaccio ed estorsione. Reati scoperti dagli investigatori nel corso delle indagini per l’omicidio avvenuto a Pescara lo scorso primo maggio. In particolare, gli approfondimenti condotti dagli investigatori sulla Fiat 500 sequestrata il 2 maggio in quanto ritenuta l’auto utilizzata da Massimo Ciarelli e dagli altri componenti del gruppo per il raid in via Polacchi, hanno consentito di accertare che tale autovettura era stata acquistata da un giovane venticinquenne pescarese e poi passata nella proprietà di un nipote di Massimo Ciarelli.

Da ulteriori indagini è emerso che il giovane, avendo maturato nei confronti di Achille Di Rocco un debito di 1.500 euro a seguito di ripetuti acquisti a credito di marijuana, era stato costretto dal creditore, sotto minaccia, prima ad acquistare la 500 (accollandosi il relativo finanziamento) e poi a cedergli il veicolo.

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