La Asl: vaccinate i bimbi prematuri

Richiamati 36 neonati, ma la campagna non riesce a decollare.

PESCARA. Trentasei bimbi nati prematuri richiamati nel reparto di neonatologia per fare il vaccino contro il virus A. Appena 12 quelli che si sono presentati in ospedale. La campagna di vaccinazione contro l’influenza A-H1N1 non decolla: anche i genitori dei bimbi più a rischio boicottano la profilassi.
I 36 bambini richiamati dal reparto diretto da Carmine D’Incecco sono appena un terzo dei bimbi prematuri nati negli ultimi 24 mesi all’ospedale di Pescara. In due anni, allo Spirito Santo sono nati 112 bambini con una gestazione sotto le 32 settimane. A Neonatologia sono stati richiamati soltanto i bimbi che risiedono in provincia di Pescara. La vaccinazione degli altri spetta alle Asl di competenza.
Tuttavia i genitori pescaresi non sembrano apprezzare l’iniziativa dell’ospedale civile. Così come, del resto, anche le altre persone a rischio inserite nella campagna di vaccinazione che la Asl ha fatto partire lo scorso 10 novembre. Appena duemila persone su 18 mila hanno fatto il vaccino.

PSICOSI VACCINO
Quella con cui combattono i medici è una vera e proprio psicosi. I pescaresi, come del resto tanti italiani, non si fidano del vaccino messo a punto per l’A-H1N1. Una mancanza di fiducia che, secondo i medici dello Spirito Santo, è ingiustificata. La paura inoltre espone a rischio le persone più deboli, come i bambini prematuri richiamati dal reparto di neonatologia.
«I bambini prematuri sono tra le categorie più a rischio», spiega D’Incecco. «Quelli che abbiamo richiamato non sono solo prematuri. Sono nati con un peso sotto il chilo e mezzo. Hanno patologie respiratorie e problemi allo sviluppo psico-motorio. Sono deboli e a rischio».
Tuttavia, i loro genitori sembrano non comprendere l’importanza del vaccino. «Si è creato un circuito perverso», continua D’Incecco. «Proprio perché i loro bimbi hanno altri problemi, i genitori dei prematuri temono che i piccoli possano maltollerare il vaccino. Ciò non è vero, ma non sembra convincerli neanche la fiducia che ripongono da sempre nella nostra struttura».

DICIOTTOMILA A RISCHIO
Ad andare male non sono solo le vaccinazioni organizzate per i bimbi prematuri. Tutta la campagna di vaccinazione per le categorie a rischio continua in sordina. «Negli ultimi giorni il trend è migliorato, ma siamo ancora lontani dall’obiettivo», conferma Carla Granchelli, direttore servizio Igiene e sanità dell Asl. «Le persone vaccinate sono duemila, contro le 18 mila persone considerate a rischio. Il nostro obiettivo è vaccinarne almeno la metà prima del picco influenzale. Ma ogni giorno combattiamo contro i preconcetti delle persone. Il vaccino è più che sicuro, il vero rischio è non farlo».

PICCO PANDEMICO
Anche perché l’influenza A circola ormai nelle strade di Pescara e di tutto l’Abruzzo. «I primi casi sono stati registrati nelle scuole, proprio perché i più esposti sono i bambini», spiega la Granchelli, «ma ora il virus si sta diffondendo nelle case. La sua mortalità è molto bassa, ma la sua capacità di diffusione è estremamente alta. Quando arriverà il picco pandemico, temiamo che il 30 % dei pescaresi sarà a letto con l’influenza A». E farsi trovare all’appuntamento senza aver fatto il vaccino può essere un rischio. «Se vacciniamo le persone a rischio, in particolare i giovani sotto i 27 anni», conclude la Granchelli, «possiamo stroncare la diffusione del virus. Il mio invito è quello di fare il vaccino, per se stessi e per le persone che ci stanno accanto».