La capitaneria di porto «Il dragaggio terminerà a dicembre»
Lo scavo di 300 mila metri cubi sarà completato a fine anno Di Pietrantonio (Pd): «Non basta, così è uno spreco di soldi»
PESCARA. I lavori di dragaggio del porto sono arrivati a 150 mila metri cubi rispetto ai 200 mila previsti dall’appalto iniziale. I due mezzi della Sidra, la società italiana dragaggi, stanno lavorando in prossimità dello scalo di alaggio e, in contemporanea, l’Arta sta effettuando i carotaggi per definire la composizione dei materiali da prelevare dalla darsena commerciale. In questo punto dovranno essere rimossi altri 100mila metri cubi di detriti, utilizzando il ribasso d’asta di 2 milioni e 860 mila euro, portando così l’intervento complessivo a 300 mila metri cubi di fanghi.
I lavori. «Contiamo di terminare il dragaggio entro la fine dell’anno», sottolinea il comandante della Direzione marittima per l’Abruzzo e il Molise Luciano Pozzolano, «resta da scavare la canaletta, ma a dispetto delle polemiche ogni cosa sta procedendo nel verso giusto. Gli interventi si sono rivelati utili, poiché i pescherecci adesso non toccano più i fondali durante l’entrata e l’uscita dallo scalo». Buone notizie anche riguardo alla qualità dei fanghi: «Abbiamo 20mila metri cubi di materiali puliti che saranno utilizzati per il ripascimento delle spiagge di Pescara e Francavilla».
Le critiche al secondo lotto. La seconda tranche dei lavori interesserà la darsena commerciale, che sarà portata a una profondità di 6 metri. Ma secondo i responsabili delle aziende che, fino a due estati fa, facevano capo alla stazione marittima del molo sud, questo intervento non sarebbe sufficiente. La loro posizione è condivisa anche dal capogruppo del Partito democratico in consiglio comunale Moreno Di Pietrantonio. «La necessità è un ’altra: ripristinare i collegamenti tra Pescara e l’altra sponda dell’Adriatico. E per farlo bisogna arrivare almeno a 6 metri e mezzo di profondità del porto. Scavare fino a 6 metri non serve a nulla, perché non consente alle navi commerciali di entrare nel nostro porto». Secondo il consigliere di minoranza, la scelta di utilizzare le somme risparmiate dalla gara d’appalto per scavare in prossimità della darsena è «sbagliata» poiché «non serve a nulla e sarebbe solo uno spreco di denaro pubblico». «Non si possono buttare i soldi senza motivo», sbotta Di Pietrantonio, «per questo voglio lanciare un appello alle istituzioni, affinché si attivino per reperire le risorse necessarie da destinare al dragaggio del porto commerciale. È importante, in questa difficile congiuntura economica, ripristinare i traghetti per la Croazia. Solo così si può pensare a un adeguato piano di rilancio della nostra città».
Cassa integrazione ai marinai. In questi giorni, i 166 pescatori ritenuti idonei stanno ricevendo gli arretrati della cassa integrazione dalla Regione Abruzzo. Le somme, attinte dai 3 milioni di euro del decreto sviluppo, ammontano complessivamente a 500mila euro. Ma la ripartizione varia in base alle giornate effettive di lavoro prestate dai singoli marinai. Di conseguenza, c’è chi riceverà di più e chi di meno. «Questo non è giusto», tuona la moglie di un pescatore che preferisce mantenere l’anonimato, «all’inizio era stato detto che avremmo ricevuto 3 mila euro a testa. Ci sono famiglie che hanno già impegnato queste somme, qualcuno ha contratto prestiti con i parenti. E adesso invece arriverà a casa meno di quanto abbiamo concordato».
A rispondere ai pescatori è l’assessore alla Pesca Mauro Febbo: «Sono stati i marinai a voler cambiare la modalità di erogazione degli indennizzi. Noi avevamo emesso una prima delibera, poi hanno voluto cambiarla in modo da ripartire le somme in base ai giorni di lavoro. È stato necessario un lavoro immane, che abbiamo fatto assieme all’Inps e ai commercialisti. Abbiamo lavorato persino a Ferragosto per evitare ritardi. L’accordo era stanziare i soldi il 30 settembre, invece la Regione ha liquidato con venti giorni di anticipo. E per questo la marineria deve solo ringraziarci».
©RIPRODUZIONE RISERVATA