ELEZIONI REGIONALI

La carica dei 162 sindaci per la candidatura di Legnini / L'ELENCO

Un appello senza precedenti, in campo la maggioranza degli amministratori abruzzesi. Chiede all’uomo delle istituzioni di prendere in mano il futuro della nostra Regione. Ecco i nomi

PESCARA. «Chiediamo un impegno diretto a un uomo delle istituzioni, che rappresenta la serietà ma anche la determinazione con la quale l’Abruzzo si è fatto strada conquistando la fiducia delle più alte cariche dello Stato». La maggioranza degli amministratori abruzzesi decide di scendere in campo: 162 sindaci e vicesindaci, un esercito di sentinelle del territorio che, al di là del colore politico, in modo trasversale, rivolge un appello forte a Giovanni Legnini, uomo delle istituzioni, autorevole, che conosce il territorio ed è conosciuto.
Prenda in mano il futuro dell’Abruzzo, si candidi a governatore perché, dicono i sindaci, è «l'unica personalità capace di sintetizzare le dinamiche, tutte, delle quali l'Abruzzo ha bisogno». L’iniziativa non ha precedenti. Sia per il numero delle firme sia per la connotazione che va al di là dei partiti.

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Nell’elenco che il Centro pubblica ritroviamo amministratori di ogni colore, sindaci del Chietino e del Pescarese, dell’Aquilano e del Teramano, che oggi rappresentano l’Abruzzo dei Comuni. «Un Abruzzo che conosce ogni angolo del nostro territorio, le sue grandi potenzialità, ma anche i problemi ancora da risolvere per farle vivere e diventare una risorsa». Questo è l’incipit dell’appello che elenca priorità assolute affinché «i giovani scelgano di restare o di tornare, perché le famiglie e gli anziani abbiano i servizi necessari, perché le cose funzionino come devono funzionare».
È l’Abruzzo in prima linea quello che si appella a Legnini, «L’Abruzzo che non si arrende mai, consapevole delle cose fatte, ma anche delle tante che ancora aspettano: l’occupazione e il lavoro per i tanti che ancora lo cercano e per coloro che rischiano di perderlo», scrivono i sindaci, «le strade e le autostrade per la sicurezza ma anche per l’economia; per la messa in sicurezza del territorio e per valorizzare l’ambiente: perché qui viviamo, e perché il turismo qui è una risorsa fondamentale; la salute e le strutture necessarie a far sì che sia un diritto vero, quotidiano, accessibile a tutti; le scuole, che devono essere sicure, belle, luoghi di vita e crescita per i nostri figli; i trasporti, a servizio di chi lavora e viaggia ogni giorno, e di chi vuole vivere e visitare la nostra terra in libertà; l’agricoltura, che parla della nostra ricchezza su tutte le tavole, e la cui identità va difesa; la fatica di chi fa impresa, che va sostenuta e semplificata, nel rispetto delle regole».
E poi e ancora: «L’innovazione, che deve diventare una realtà quotidiana, dalle scuole alle aziende». E infine «la solidarietà, che non può riguardare solo chi già regala il suo impegno, ma è un valore per tutti». Ripartire dai territori, è la parola d’ordine dei sindaci che nutrono forti timori: «Non vogliamo che il nome di chi sarà chiamato a guidarci sia la sintesi di un ragionamento compiuto in stanze chiuse, in base ad accordi che nulla hanno a che fare con l’interesse dell’Abruzzo, da partiti che hanno perso il contatto con la vita quotidiana e che puntano le attenzioni su personaggi che mai nulla hanno condiviso della nostra regione semplicemente perché appartengono ad un'altra comunità». È un appello forte che arriva in un momento decisivo della campagna elettorale per il voto del 10 febbraio. Sono amministratori che ben conoscono le esigenze delle comunità che guidano. Sindaci che riconoscono in Legnini «un profilo che non ha bisogno di presentazioni, che garantirebbe all'Abruzzo l’autorevolezza e la competenza che merita». Ed ecco il messaggio finale, quello chiave: «Rivolgiamo un appello a chi secondo noi può determinare oggi una svolta. La sua candidatura ci rappresenta, e rappresenta la speranza in una Regione forte, autorevole, in grado di attrarre imprese ed investimenti, di migliorare i servizi e la qualità della vita e dell’ambiente, di dare valore al suo territorio e diventare una delle prime Regioni d’Italia e d’Europa».
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