Appello del regista: «Blocchiamo la desertificazione»
La libreria universitaria ha chiuso, Zola lancia l’allarme
PESCARA. Come già annunciato a marzo, la libreria universitaria di via Parini, di Lidia Cornacchia, una delle più vecchie della città, nei giorni scorsi ha abbassate le saracinesche. Un evento che,...
PESCARA. Come già annunciato a marzo, la libreria universitaria di via Parini, di Lidia Cornacchia, una delle più vecchie della città, nei giorni scorsi ha abbassate le saracinesche. Un evento che, seppur annunciato, non ha impedito il grido d’allarme di uno degli operatori culturali cittadini più attivi, il regista William Zola, tra l’altro, fondatore dello Spoltore Ensemble e direttore artistico, sotto la seconda giunta municipale targata D’Alfonso, di piazza Salotto.
«Di fronte alla chiusura di questa libreria», sottolinea Zola, «mi viene subito in mente un’immagine, quella dell’Urlo, di Edvard Munch», esclama riferendosi al celebre quadro del pittore norvegese. «Il mio è un grido di dolore», continua Zola, «anche perché ora, nel quadrilatero del centro cittadino non c’è più nulla e ha preso il sopravvento una desertificazione terrificante».
Va subito al dunque, Zola e non usa mezzi termini. «Questa chiusura della libreria rappresenta un’ennesima mazzata, poiché i luoghi di aggregazione culturali della città continuano a sparire», dice. E anche nelle proposte va subito al nocciolo. «Ci vorrebbe una mobilitazione, ora», precisa Zola, «per testimoniare l’amarezza e la rabbia. E spero, con queste parole, di interpretare il sentimento di chi si occupa di questi temi, come le associazioni». Insomma, una chiamata per un rilancio, quella di Zola, per svegliare le coscienze culturali della città, contro quello che è considerato uno svilimento della cultura nel centro urbano. «Questa era una libreria storica», prosegue Zola, «e davanti a questo vuoto urbano, non c’è che da rimanere silenti».
Ma solo per la sensazione di desolazione, poiché qualche iniziativa, per evitare la chiusura della libreria, era immediatamente balenata in testa a Zola. «Avevo pensato anche di mettere in piedi qualcosa e cercare di trovare una soluzione», fa sapere Zola, «ma purtroppo non ho fatto in tempo. Tutto questo ora deve far riflettere la classe politica e gli imprenditori, per evitare il rischio che questa vicenda passi in sordina. Pertanto lancio un appello anche agli intellettuali, che va al di là delle contingenze pesanti che stiamo vivendo». «Bisogna trovare delle soluzioni per la cultura, in quanto», riflette citando Dante, «fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza». E Zola non si dà per vinto. «Ora sentirò colleghi ed amici», rende noto, «per cercare di arrestare questa tendenza, nel tentativo di farla invertire con una nuova ripartenza».
Vito de Luca
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