La Nuova Pescara verso il voto: ora si tratta sugli emendamenti
Sono oltre 1.500 le proposte di modifica alla legge regionale che sposta la fusione al 2027 Il M5S attacca: «Senza un accordo sull’accorpamento dei servizi, l’ostruzionismo andrà avanti»
MONTESILVANO. Sulla Nuova Pescara si cerca di trovare un accordo tra maggioranza e opposizioni per arrivare entro la fine del mese all’approvazione del progetto di legge contenente le modifiche alla norma in consiglio regionale. Sul dispositivo, che vede come primo firmatario il presidente del consiglio regionale Lorenzo Sospiri, pendono 1.546 emendamenti presentati per lo più dal Movimento 5 Stelle e dal Pd. Ieri mattina si è tenuta all’Aquila, una nuova riunione della commissione Affari generali presieduta da Fabrizio Montepara, durante la quale i gruppi hanno ribadito il cuore delle loro richieste, «quegli elementi che sono considerati indispensabili per l’approvazione unitaria del provvedimento», analizza il presidente. La seduta è stata riaggiornata a martedì prossimo, per votare gli emendamenti, in modo da giungere entro il 28 febbraio, alla discussione in consiglio. «Valuteremo in questi giorni se e come accogliere questi emendamenti, in modo che si arrivi a una proposta rispettosa della norma», dice Montepara.
La partita è aperta, ma dall’opposizione, specie i 5 Stelle, non sembra esserci propensione a cedere, almeno su alcuni punti. I circa 800 emendamenti presentati contengono diverse proposte, ma quelle su cui il gruppo batte di più riguardano l’introduzione di ulteriori obiettivi, il cui mancato raggiungimento farebbe scattare lo scioglimento dei tre Comuni. Nella proposta di Sospiri, la prima grande deadline è costituita da settembre 2023, quando dovranno essere unificati almeno tre servizi. Il raggiungimento di questo obiettivo produrrebbe lo slittamento dell’istituzione della nuova città al 1° gennaio 2027, in caso contrario, a gennaio 2024 scatterebbe il commissariamento. Per i cinque stelle, questa unica tappa non è sufficiente e occorre «introdurre obiettivi periodicamente», anticipa il consigliere Domenico Pettinari. «La nostra paura è che dare questa premialità ai Comuni li porti poi a non fare più nulla. Dopo i primi 3 servizi da raggiungere a settembre, si dovrebbero inserire altre scadenze periodiche per altri gruppi di 3 servizi per volta. Se riusciremo a trovare un accordo in tal senso allora la legge si approverà, altrimenti l’ostruzionismo proseguirà».
Il Pd ha presentato altri circa 650 emendamenti, volti soprattutto a «togliere la discrezionalità che si sono riservati i due presidenti nella decisione del futuro della Nuova Pescara, a garantire la certezza del meccanismo procedurale, a introdurre commissari interni ai Comuni per i servizi da associare, e ad attivare l’ufficio per il supporto alle fusioni», spiegano i consiglieri regionali Pd Antonio Blasioli e Silvio Paolucci.
«La fusione entro il 2024 sarebbe un disastro per i cittadini», commenta il capogruppo Lega Vincenzo D’Incecco. «Abbiamo sottoposto molte proposte di modifica agli uffici legislativi, perché si tratta di aspetti tecnici. Rispetto al cadenzare meglio i tempi possiamo essere d’accordo, ma troppe scadenze diventerebbero difficili da monitorare e darebbero vita a un’inutile corsa contro il tempo, viceversa ipotizzare una verifica a metà strada potrebbe avere più senso. Abbiamo solo una certezza, e cioè che il 28 la legge va approvata». Proposte di modifiche, su cui è in corso una valutazione sono giunte anche dai tre Comuni che mirano a dilazionare alcune tempistiche, ma anche a suddividere ulteriormente le funzioni da accorpare.
Sul fronte date, le tre amministrazioni chiedono di slittare la prima scadenza relativa alla fusione di tre funzioni, non al 1° settembre, ma al 30, di portare al 31 ottobre la verifica da parte dei presidenti di giunta e consiglio regionale, e l’approvazione dei tre consigli dello statuto entro 60 giorni dalla consegna e non entro 30. In merito ai servizi da associare, se nel dispositivo di legge attuale, e nella proposta di modifica all’esame, si parla di cinque gruppi di funzioni con la proposta dei Comuni si arriva a 9.
La partita è aperta, ma dall’opposizione, specie i 5 Stelle, non sembra esserci propensione a cedere, almeno su alcuni punti. I circa 800 emendamenti presentati contengono diverse proposte, ma quelle su cui il gruppo batte di più riguardano l’introduzione di ulteriori obiettivi, il cui mancato raggiungimento farebbe scattare lo scioglimento dei tre Comuni. Nella proposta di Sospiri, la prima grande deadline è costituita da settembre 2023, quando dovranno essere unificati almeno tre servizi. Il raggiungimento di questo obiettivo produrrebbe lo slittamento dell’istituzione della nuova città al 1° gennaio 2027, in caso contrario, a gennaio 2024 scatterebbe il commissariamento. Per i cinque stelle, questa unica tappa non è sufficiente e occorre «introdurre obiettivi periodicamente», anticipa il consigliere Domenico Pettinari. «La nostra paura è che dare questa premialità ai Comuni li porti poi a non fare più nulla. Dopo i primi 3 servizi da raggiungere a settembre, si dovrebbero inserire altre scadenze periodiche per altri gruppi di 3 servizi per volta. Se riusciremo a trovare un accordo in tal senso allora la legge si approverà, altrimenti l’ostruzionismo proseguirà».
Il Pd ha presentato altri circa 650 emendamenti, volti soprattutto a «togliere la discrezionalità che si sono riservati i due presidenti nella decisione del futuro della Nuova Pescara, a garantire la certezza del meccanismo procedurale, a introdurre commissari interni ai Comuni per i servizi da associare, e ad attivare l’ufficio per il supporto alle fusioni», spiegano i consiglieri regionali Pd Antonio Blasioli e Silvio Paolucci.
«La fusione entro il 2024 sarebbe un disastro per i cittadini», commenta il capogruppo Lega Vincenzo D’Incecco. «Abbiamo sottoposto molte proposte di modifica agli uffici legislativi, perché si tratta di aspetti tecnici. Rispetto al cadenzare meglio i tempi possiamo essere d’accordo, ma troppe scadenze diventerebbero difficili da monitorare e darebbero vita a un’inutile corsa contro il tempo, viceversa ipotizzare una verifica a metà strada potrebbe avere più senso. Abbiamo solo una certezza, e cioè che il 28 la legge va approvata». Proposte di modifiche, su cui è in corso una valutazione sono giunte anche dai tre Comuni che mirano a dilazionare alcune tempistiche, ma anche a suddividere ulteriormente le funzioni da accorpare.
Sul fronte date, le tre amministrazioni chiedono di slittare la prima scadenza relativa alla fusione di tre funzioni, non al 1° settembre, ma al 30, di portare al 31 ottobre la verifica da parte dei presidenti di giunta e consiglio regionale, e l’approvazione dei tre consigli dello statuto entro 60 giorni dalla consegna e non entro 30. In merito ai servizi da associare, se nel dispositivo di legge attuale, e nella proposta di modifica all’esame, si parla di cinque gruppi di funzioni con la proposta dei Comuni si arriva a 9.