La rapina di Cepagatti e l’incrocio di date e nomi 

Per l’accusa, Nobile e Petragallo sono gli esecutori dell’attacco all’Agroalimentare Iervese e Mancini entrano in scena nella fuga, incastrati da Porsche e tatuaggi

PESCARA. L'11 luglio scorso la rapina all’agroalimentare di Cepagatti (bottino 28 mila euro); primo agosto agguato nel Bar del Parco dove muore Walter Albi e viene gravemente ferito Luca Cavallito.
Due inchieste che si incrociano e che hanno in comune una pistola e gli stessi indagati: Cosimo (Mimmo) Nobile, Renato Mancini e Fabio Iervese. Le indagini dei carabinieri coordinati dal pm Luca Sciarretta consentono al gip Antonella Di Carlo di firmare lo scorso settembre una misura cautelare contro due dei quattro presunti responsabili della rapina a Cepagatti.
LA RAPINA E I RUOLI
Mancini e Iervese, che secondo la ricostruzione avrebbero collaborato al colpo finiscono in carcere; Nobile e Costantino Petragallo, ritenuti dalla procura gli esecutori materiali della rapina a mano armata, restano liberi. Per loro non ci sono quei riscontri sufficienti a far scattare la misura cautelare o forse, visto che Nobile era già indicato quale presunto responsabile dell’agguato sulla strada parco, sarebbe stato più utile tenerlo fuori e monitorarlo, per acquisire eventuali elementi utili alle indagini sull’omicidio.
LE DATE E I FILMATI E qui le date possono assumere una certa rilevanza: la rapina avviene l’11 luglio; Nobile viene iscritto nel registro degli indagati per l’omicidio alla fine di agosto; il 19 settembre arriva la misura cautelare per la rapina a Cepagatti. E mai come in questo procedimento risultano utili anche le riprese filmate delle telecamere poste nella zona dell'agroalimentare e non solo.
LA MOTO E LA PORSCHE Il gip, proprio seguendo quelle riprese, ricostruisce il ruolo di Mancini e di Iervese: l’utilizzo della moto, della Porsche Cayenne poi servita per la fuga (che Iervese si era fatta prestare da un amico), i tatuaggi sulla gamba di Mancini ripresi dalle telecamere che immortalano più volte i mezzi usati per la rapina, che passano vicino all’obiettivo.
LE SCARPE E poi le scarpe. In particolare, quelle indossate da Mancini, riprese anche dalle telecamere dell’ingresso del tribunale dove l’indagato era andato per un procedimento che lo vedeva coinvolto con Iervese.
IL TESTIMONE Ma determinante è stato l’intuito di un autotrasportatore che per lavoro si trovava vicino al centro agroalimentare e notò quella moto allontanarsi dopo la rapina, con la targa penzolante. Seguì lo scooter con i due a bordo (presumibilmente Nobile e Petragallo), li vide abbandonare la moto e salire sulla Porsche della quale prese il numero di targa. Da lì, il lavoro degli investigatori è stato più semplice. La moto era stata rubata a Roma, anche la targa veniva da un altro scooter rubato nella capitale. Ma la Porsche permette di ricollegare il quartetto. Così come di notevole rilievo per collegare le due inchieste è la pistola usata per l'omicidio: sarebbe la stessa che i rapinatori presero alla guardia giurata durante il colpo. (m.cir.)