«La rigenerazione è a rischio» 

Allarme degli ambientalisti. Avs e M5S chiedono un comitato di gestione

PESCARA. Mancata irrigazione durante l’estate 2022 per sostenere la rinascita delle plantule, nessuna particolare attenzione nell’abbattimento degli alberi bruciati e utilizzo di mezzi cingolati, che invece dovevano essere evitati, durante le fasi di esbosco nel comparto cinque della pineta, ossia il più danneggiato dal rogo del 1° agosto 2021. Sono queste le principali azioni in contrasto con le indicazioni date dagli esperti incaricati dal Comune e in particolare da Nevio Savini, Dario Febbo e Gianfranco Pirone. Così, in base a quanto emerso nell’ultima commissione Controllo e garanzia, presieduta dal consigliere comunale Paolo Sola (M5S), la rigenerazione naturale della riserva dannunziana risulta essere compromessa.
Le raccomandazioni fornite dal tavolo tecnico sono state quindi disattese da chi ha svolto gli interventi e ora ci si chiede come e se l’amministrazione comunale dovrà in qualche modo provare a rimediare. L’assessore al Verde Cristian Orta, subentrato tra l’altro da poco, ha già detto di essere pronto a seguire con attenzione il percorso di rinascita della pineta e che «le diverse condizioni climatiche hanno in qualche modo influito sul modo di procedere all’interno della riserva».
«Nell’estate del 2022 il team di esperti aveva più volte richiesto di supportare la giovane vegetazione con acqua, ma nulla è stato fatto, e come comprovato dal monitoraggio dell’università dell’Aquila, la riserva perde un 50 per cento delle plantule nate per la forte siccità estiva», dice la consigliera Simona Barba (Avs-Radici in Comune). Altre osservazioni erano state sollevate dall’ordine degli agronomi. Non è però possibile quantificare i danni, perché è mancato un monitoraggio sia nella fase iniziale degli interventi di esbosco che in quella successiva, secondo quanto riferiscono i consiglieri comunali Sola e Barba. Entrambi tornano a chiedere all’amministrazione Masci l’istituzione di un comitato di gestione e la presenza di un direttore per la riserva, «figure obbligatorie per legge fin dal 2020 e mai nominate», precisa Sola, che ricorda anche l’approvazione di un ordine del giorno del M5S nel 2022.
Sulla necessità di avere una regia adeguata e competente per la gestione della riserva la consigliera Simona Barba ha presentato un’interrogazione, in occasione della seduta consiliare di giovedì scorso, ma la presentazione di tale proposta è slittata al prossimo consiglio. Stesso destino per un’altra interrogazione, quella a firma della consigliera Caterina Artese, del gruppo Pettinari Sindaco, incentrata sulla distruzione del pino d’Aleppo, il cui corredo genetico pare sia fondamentale per la riserva.