L’imprenditore rinviato a giudizio insieme ad altre sei persone. Dibattimento al via il 19 ottobre

Lady Bmw, Barretta a processo

Ricatti a luci rosse, la Klatten sarà chiamata a deporre in tribunale

PESCARA. Ernani Barretta sarà processato: il gup ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio e il 19 ottobre si terrà la prima udienza sui presunti ricatti a luci rosse che hanno coinvolto Lady Bmw.

Sarà un dibattimento pubblico a fare luce sullo scandalo di risonanza internazionale iniziato il 23 maggio 2008 con un blitz di poliziotti italiani e tedeschi nella tranquilla Pescosansonesco alla ricerca del «tesoro» di Ernani Barretta: 65 anni, ritenuto a capo di un'organizzazione che agganciava facoltose donne tedesche per filmarne i rapporti intimi e ricattarle per estorcere loro denaro. Nella tela, era finita Ursula Klatten, erede della famiglia Quandt, proprietaria del colosso automobilistico tedesco Bmw, la donna più ricca di Germania sedotta, truffata, ricattata e che sarà chiamata a Pescara per deporre come parte offesa.

«Ma i soldi sono stati consegnati dalla Klatten spontaneamente, quindi non c'è stata truffa», dicono Sabatino Ciprietti e Melania Navelli, legali di Barretta. Con l'imprenditore, il gup Maria Michela Di Fine ha rinviato a giudizio anche i figli di Ernani: Marcello Barretta, 34 anni, Clelia Barretta, 37 anni, e la moglie Beatrice Batschelet, 62 anni; poi, Prisca Furger, 37 anni, e Sandra Fabbro, 45 anni, le dipendenti svizzere del Rifugio Valle Grande, la country house del piccolo paese di proprietà di Barretta, accusate di favoreggiamento per aver accettato di farsi intestare un immobile acquistato con il denaro frutto dei reati contestati.

A processo anche Gabriele Franziska Sgarbi, la 42enne moglie di Helg Sgarbi.  E' un sexy intrigo internazionale quello che ha sconvolto un paese di poche centinaia di abitanti dove Barretta, che ha fatto fortuna all'estero, è tornato per costruire la sua sfarzosa residenza: il Rifugio Valle Grande. Amico e socio dell'imprenditore, è lo svizzero Helg Sgarbi che il 14 gennaio 2008 viene arrestato dalla polizia tedesca prima di ricevere 14 milioni di euro dall'azionista Bmw.

Per l'accusa, la donna è vittima di un ricatto sessuale basato sulla minaccia di diffondere dvd con immagini compromettenti: sarebbe stato Barretta infatti a filmare i rapporti tra la donna e il gigolò svizzero consumati in alberghi di lusso all'estero. A fine maggio 2008 scatta il blitz a Pescosansonesco, la perquisizione del rifugio, il sequestro di 10 auto, due ville, una palazzina e appartamenti. Nel sottotetto di una dependance vengono trovati 1,2 milioni di euro, mentre in un'abitazione di Barretta, dentro un vaso, altri 400 mila euro. Ma non c'è traccia del resto del denaro.

Anche per Barretta, sua moglie, quella di Sgarbi e il figlio dell'imprenditore arrivano gli arresti: per il pm Gennaro Varone è un'associazione per delinquere finalizzata a truffe ed estorsioni. Sgarbi è stato processato a Monaco di Baviera e, dopo essersi accollato ogni responsabilità senza mai fare il nome di Barretta, è stato condannato a sei anni di reclusione. Barretta, invece, è uscito dal carcere a metà febbraio 2009. L'imprenditore, che nel frattempo ha dato alle stampe anche un libro per raccontare «la sua verità», ieri era in tribunale ma è andato via, senza attendere la decisione del rinvio a giudizio. A ottobre il processo a carico dei sette, di fronte al tribunale collegiale.

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