tentato omicidio, processo il 21 dicembre
Lady Coumadin può stare in aula Lo psichiatra: capace d’intendere
PESCARA. La discussione, nel processo di appello a carico di Lady Coumadin, al secolo Daniela Lo Russo, e di suo figlio Michele Gruosso, condannati in primo grado rispettivamente a 13 anni e 8 mesi,...
PESCARA. La discussione, nel processo di appello a carico di Lady Coumadin, al secolo Daniela Lo Russo, e di suo figlio Michele Gruosso, condannati in primo grado rispettivamente a 13 anni e 8 mesi, e a 12 anni e 8 mesi per il tentato omicidio del secondo marito della donna, si terrà il 21 dicembre. E Lo Russo potrà seguire il processo, stando a quanto ha stabilito la perizia psichiatrica cui è stata sottoposta l’imputata, chiesta dal suo legale, l’avvocato Gianfranco Di Marcello: consulenza che lunedì scorso è stata discussa davanti ai giudici della Corte d'Appello.
Secondo il consulente Stefano Ferracuti, l’imputata, che lo scorso ottobre tentò il suicidio in carcere dove si trovava detenuta per un altro procedimento, è sana di mente e capace di seguire pienamente le fasi processuali, anche se, come ha sottolineato lo specialista, il suo comportamento è stato influenzato da una serie di traumi del suo passato. Sta di fatto che il processo si terrà regolarmente. Legato a questo processo, c'è quello che inizierà all’Aquila il 15 dicembre e che riguarda una delle performance messe in atto da madre e figlio: e cioè la sparizione di gran parte dei documenti che costituivano il fascicolo depositato in tribunale per discutere il ricorso in appello. I due portarono via dagli uffici aquilani della Corte d'appello, per poi bruciarli nelle campagne di Capestrano, due faldoni riguardanti il processo in corso. Per quella vicenda la donna finì in carcere e ora è ai domiciliari, in attesa del braccialetto elettronico. Un episodio risolto dalla procura aquilana grazie alle riprese delle telecamere e alla confessione del figlio Michele. Quest’ultimo ha scelto il patteggiamento (le parti si sarebbero accordate per due anni di reclusione), la madre ha preferito il rito abbreviato. Pende ancora davanti ai magistrati di Campobasso, il procedimento contro Lo Russo per i 5 falsi pacchi bomba che la donna avrebbe posizionato davanti ad uffici strategici di Pescara, alla vigilia di una udienza del processo di primo grado. (m.cir.)
Secondo il consulente Stefano Ferracuti, l’imputata, che lo scorso ottobre tentò il suicidio in carcere dove si trovava detenuta per un altro procedimento, è sana di mente e capace di seguire pienamente le fasi processuali, anche se, come ha sottolineato lo specialista, il suo comportamento è stato influenzato da una serie di traumi del suo passato. Sta di fatto che il processo si terrà regolarmente. Legato a questo processo, c'è quello che inizierà all’Aquila il 15 dicembre e che riguarda una delle performance messe in atto da madre e figlio: e cioè la sparizione di gran parte dei documenti che costituivano il fascicolo depositato in tribunale per discutere il ricorso in appello. I due portarono via dagli uffici aquilani della Corte d'appello, per poi bruciarli nelle campagne di Capestrano, due faldoni riguardanti il processo in corso. Per quella vicenda la donna finì in carcere e ora è ai domiciliari, in attesa del braccialetto elettronico. Un episodio risolto dalla procura aquilana grazie alle riprese delle telecamere e alla confessione del figlio Michele. Quest’ultimo ha scelto il patteggiamento (le parti si sarebbero accordate per due anni di reclusione), la madre ha preferito il rito abbreviato. Pende ancora davanti ai magistrati di Campobasso, il procedimento contro Lo Russo per i 5 falsi pacchi bomba che la donna avrebbe posizionato davanti ad uffici strategici di Pescara, alla vigilia di una udienza del processo di primo grado. (m.cir.)