Lanterna e targhe per Marcinelle
Manoppello, commemorata la sciagura con il simbolo del minatore
MANOPPELLO. Piazza Marcinelle affollatissima ieri mattina per la commemorazione, organizzata dall'Ugl, delle vittime della tragedia mineraria del 6 agosto 1956. L'esponente nazionale del sindacato, il manoppellese Geremia Mancini ha invitato tutti nella sala Antonio Sacco del Centro di accoglienza per partecipare alle celebrazione.
Antonio Sacco, il minatore-bambino che perse la vita a Marcinelle, aveva solo 16 anni: ieri alla manifestazione era presente il fratello Agostino. Scambio di targhe fra Geremia Mancini e i rappresentanti dell'amministrazione Gaetano Villani e Anna Giuseppina Ilario.
Quella ricevuta dal sindacalista è per i suoi alti livelli raggiunti, quella che Mancini ha donato a Manoppello è «La lanterna del minatore», simbolo del duro lavoro della miniera da parte degli emigranti, del sacrificio, del dolore. Un emblema che l'Ugl negli anni scorsi ha già assegnato ai Comuni di Pescara, Lettomanoppello e Turrivalignani.
Giovanni Centrella, segretario nazionale dell'Ugl, ha posto l'accento sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro, promettendo rinnovato impegno per far crescere la dignità e l'importanza della manifestazione manoppellese.
A rafforzare le parole del sindacalista, la presenza delle ultime cinque vedove di Marcinelle, rimaste sole da oltre 50 anni.
Il sindacato dell'Ugl ha poi distribuito targhe di commemorazione a tantissimi intervenuti tra cui anche Maurilio Di Giangregorio, autore di due testi sulla storia di Marcinelle.
Nino Domenico Di Pietrantonio ha letto tutti i nomi dei minatori abruzzesi defunti, rilanciando l'istanza di riesumazione delle salme per l'analisi del Dna, a riprova che le bare contengano realmente i corpi delle vittime.
Tanti gli interventi: il regista del film intitolato proprio «Marcinelle» e che ha avuto per protagonisti Claudio Amendola e Maria Grazia Cucinotta, il minatore Perrotta, fondatore del Museo di Marcinelle a Casarano, i segretari provinciali e regionale dell'Ugl, l'ex presidente della Provincia Pino De Dominicis e l'attuale Guerino Testa. Poi, c'erano anche gli ex parlamentari Nevio Felicetti e Raffaele Delfino che hanno rievocato, con riconosciuta arte oratoria, la loro infanzia, i loro trascorsi «da avversari e non da nemici» politici, suscitanto ammirazione e rimpianti.
Presenti anche i rappresentanti del Comune di Pescara e della presidenza del consiglio regionale, e il segretario provinciale del patronato Enas Rolando Vicari.
Hanno chiuso la manifestazione lo scrittore Luca Pompei, autore del libro intitolato «Mille metri sotto terra», e l'attore Milo Vallone, autore e interprete di un monologo teatrale ambientato a Manoppello negli anni che hanno preceduto la sciagura di Marcinelle.
Antonio Sacco, il minatore-bambino che perse la vita a Marcinelle, aveva solo 16 anni: ieri alla manifestazione era presente il fratello Agostino. Scambio di targhe fra Geremia Mancini e i rappresentanti dell'amministrazione Gaetano Villani e Anna Giuseppina Ilario.
Quella ricevuta dal sindacalista è per i suoi alti livelli raggiunti, quella che Mancini ha donato a Manoppello è «La lanterna del minatore», simbolo del duro lavoro della miniera da parte degli emigranti, del sacrificio, del dolore. Un emblema che l'Ugl negli anni scorsi ha già assegnato ai Comuni di Pescara, Lettomanoppello e Turrivalignani.
Giovanni Centrella, segretario nazionale dell'Ugl, ha posto l'accento sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro, promettendo rinnovato impegno per far crescere la dignità e l'importanza della manifestazione manoppellese.
A rafforzare le parole del sindacalista, la presenza delle ultime cinque vedove di Marcinelle, rimaste sole da oltre 50 anni.
Il sindacato dell'Ugl ha poi distribuito targhe di commemorazione a tantissimi intervenuti tra cui anche Maurilio Di Giangregorio, autore di due testi sulla storia di Marcinelle.
Nino Domenico Di Pietrantonio ha letto tutti i nomi dei minatori abruzzesi defunti, rilanciando l'istanza di riesumazione delle salme per l'analisi del Dna, a riprova che le bare contengano realmente i corpi delle vittime.
Tanti gli interventi: il regista del film intitolato proprio «Marcinelle» e che ha avuto per protagonisti Claudio Amendola e Maria Grazia Cucinotta, il minatore Perrotta, fondatore del Museo di Marcinelle a Casarano, i segretari provinciali e regionale dell'Ugl, l'ex presidente della Provincia Pino De Dominicis e l'attuale Guerino Testa. Poi, c'erano anche gli ex parlamentari Nevio Felicetti e Raffaele Delfino che hanno rievocato, con riconosciuta arte oratoria, la loro infanzia, i loro trascorsi «da avversari e non da nemici» politici, suscitanto ammirazione e rimpianti.
Presenti anche i rappresentanti del Comune di Pescara e della presidenza del consiglio regionale, e il segretario provinciale del patronato Enas Rolando Vicari.
Hanno chiuso la manifestazione lo scrittore Luca Pompei, autore del libro intitolato «Mille metri sotto terra», e l'attore Milo Vallone, autore e interprete di un monologo teatrale ambientato a Manoppello negli anni che hanno preceduto la sciagura di Marcinelle.
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