Le chat al setaccio, caccia ai messaggi sull’incontro 

Christopher Thomas aveva un appuntamento già fissato con i suoi assassini?  La risposta nei telefonini dei due ragazzini arrestati e dei 4 amici: via all’esame

PESCARA. Domenica pomeriggio, intorno alle 16-16.30, Christopher Thomas Luciani aveva un appuntamento già fissato con i suoi assassini nei pressi della stazione ferroviaria di Pescara centrale e del terminal bus? È una domanda decisiva nell’inchiesta sull’omicidio del 16enne, colpito con 25 coltellate nel parco Baden Powell di via Raffaello per un debito di droga. Gli assassini, presunti, sono Gianni e Michele, nomi di fantasia perché ancora minorenni: i due 17enni, il primo figlio di una professoressa e il secondo figlio di un carabiniere in servizio nel Pescarese, sono rinchiusi negli istituti penali minorili di Bari e Roma. Saranno le chat su Whatsapp, Telegram e Instragram a rispondere alla domanda: Gianni, che rivoleva 250 euro per qualche cessione di droga, aveva scritto un messaggio a Christopher Thomas per mettersi d’accordo su un incontro? E se lo aveva fatto, aveva pianificato anche l’omicidio? Di certo, nello zainetto aveva un cambio di vestiti.
SEI TELEFONINI SEQUESTRATI Il consulente informatico della procura per i minorenni dell’Aquila, Fabio Biasini, controllerà cosa c’è dentro i telefoni dei due ragazzini arrestati e in quelli dei quattro amici che erano con loro, dal centro di Pescara fino al giardino di via Raffaello, l’ultimo tratto di strada di circa 700 metri percorso da Christopher Thomas prima di essere ucciso senza pietà. In un anfratto del parco tra il campo da calcetto e il muraglione della ferrovia, il 16enne sarebbe stato aggredito inizialmente alle spalle da Gianni senza possibilità di difendersi, tra insulti e sputi, e poi finito con un’altra sequenza di coltellate da Michele.
CACCIA A CHAT E FOTO Il consulente nominato dal pm Angela D’Egidio cercherà i messaggi ma anche le foto, come quelle scattate in posa sulla spiaggia poco dopo l’omicidio: faccia orgogliosa e bicipite in mostra, così si è fotografato Michele alle 18.21 sotto la palma dello stabilimento Croce del Sud.
APPUNTAMENTO IN CENTRO Finora, a far pensare a un appuntamento tra vittima e assassini, sono i racconti del branco in questura. Il primo a parlare è il ragazzino testimone, quello che al di là del cespuglio ha visto i due amici accoltellare Christopher Thomas: «Questo pomeriggio verso le 16.30 circa mi sono ritrovato alla stazione di Pescara con i miei amici. L’intento era andare al mare ma anche parlare con Christopher Luciani che doveva 200/300 euro a Gianni. Christopher in genere si trova nei pressi della stazione e lì lo abbiamo incontrato». E non è stato un appuntamento di cortesia: «Gianni ha detto a Christopher che gli doveva ridare i soldi. Gianni e Christopher hanno iniziato a litigare perché Gianni era aggressivo e Christopher di rimando gli diceva che anche lui aveva amici da chiamare». Il ragazzino precisa i dettagli: «Mi sono incontrato con i miei amici con i quali avevo già un appuntamento. Sapevo che Gianni doveva parlare con Christopher che gli doveva circa 200/300 euro forse per debiti di droga. Sapevo che Gianni vendeva hashish e che anche Luciani aveva a che fare con la droga. Gianni ci aveva fatto capire che voleva tirargli due schiaffi».
IL COLTELLO IN MOSTRA Ma il ragazzino ricorda anche questo: «Mentre Gianni camminava, già dentro al parco, ci ha fatto vedere che impugnava un coltello». È l’arma del delitto, un coltello da sub che finora nessuno è riuscito a trovare: secondo le testimonianze, quel coltello è stato avvolto in una calza sporca di sangue e poi gettato in mare, dietro agli scogli. «Ho visto Christopher a terra che perdeva sangue e ho subito capito che Gianni lo aveva accoltellato. Davanti a me e a Michele», racconta, «Gianni ha continuato a sferrare fendenti di coltello a Christopher steso a terra che si lamentava. A un certo punto anche Michele ha preso dalle mani di Gianni il coltello con il quale ha anche lui colpito più volte Christopher che continuava a lamentarsi emettendo un verso come di morte. Io sono rimasto attonito e non ho avuto la forza di reagire».
VICINO AL BAR Anche in altre testimonianze emerge la possibilità di un appuntamento: «In centro, alla fermata della stazione, ho incontrato i miei amici. Inizialmente abbiamo aspettato questo ragazzo, che io non conoscevo ma mi hanno detto chiamarsi Christopher ed essere scappato da una comunità, che mi hanno spiegato doveva dei soldi a Gianni – credo 240 euro – e che recentemente gli aveva prestato altri 70 euro. Credo si trattasse di debiti di droga. Questo ragazzo lo hanno visto vicino a un bar e Gianni e un altro lo hanno preso e portato dietro il White Bakery e ci parlavano mettendosi in cerchio».
RISCHIO RISSA Un altro racconto è questo: «Sono uscito con l’intenzione di andare al mare insieme agli amici. A un certo punto incontriamo un ragazzo di nome Christopher, che so aveva litigato con Gianni, e iniziano a parlare con toni accesi». Poi tutti sono andati verso il parco: «Noi», dice l’amico, «li seguivamo perché, conoscendo Gianni, so che è una persona che si arrabbia facilmente e che in poco tempo si sarebbe potuti arrivare a una rissa».
«TRANQUILLI AL MARE» Un altro ragazzo, tra i più reticenti, risponde così alle domande degli investigatori: «Ci siamo incontrati per andare al mare ma non so se dovesse incontrare Christopher». E poi parla così della morte di un ragazzino come lui: «Al parco ho visto Michele e un altro mio amico (il testimone oculare, ndr) che seguivano Gianni e il ragazzo. Il mio amico, quando è tornato indietro, ci ha detto che il ragazzo era morto. Prima è uscito Michele e poi Gianni. Siamo andati in tranquillità al mare».