Le lacrime dei Di Giacomo per il vigile del fuoco eroe
La famiglia con 4 morti: la scomparsa di Berardinucci è una tragedia anche per noi I colleghi promettono: non lasceremo soli la moglie e i tre figli, ci saremo sempre
PESCARA. «Siamo vicini al dolore della famiglia del vigile del fuoco Maurizio Berardinucci. Per noi, è una tragedia che si ripete». Tre mesi dopo le esplosioni in sequenza che, dalle 10,25 del 25 luglio scorso, hanno seminato morte nella fabbrica di fuochi d’artificio sulla collina di Villa Cipressi a Città Sant’Angelo, la famiglia Di Giacomo continua a piangere. Stavolta le lacrime sono per Berardinucci, il vigile del fuoco che alle 18 di sabato scorso, dopo tre mesi passati tra l’ospedale di Pescara e il Gemelli di Roma, è morto lasciando nella disperazione la moglie, i tre figli e i colleghi e provocando dolore anche tra la gente che non l’ha mai conosciuto. I Di Giacomo, tramite uno dei loro avvocati, Enzo Di Lodovico, assicurano che si stringono al cordoglio per Berardinucci e partecipano al dolore della famiglia: «Per noi è come vivere ancora una volta un dolore già patito», sono le parole dette al legale.
Per i Di Giacomo, Berardinucci è morto da eroe facendo il proprio lavoro, sfidando quintali e quintali di esplosivo stipati nelle casematte andate in fiamme per una causa che non si conosce ancora. Di fronte alla seconda esplosione nella fabbrica dei fuochi pirotecnici, Berardinucci è stato scaraventato sotto al camion dei vigili del fuoco e ricoperto dai detriti delle casematte, pezzi di cemento enormi e scagliati fino a 5 chilometri di distanza. L’immagine del camion distrutto, come se fosse finito sotto le bombe di una guerra o un attentato, resta incancellabile nella mente dei vigili del fuoco e dei soccorritori e basta a raccontare la tragedia. Per una famiglia distrutta, fuori dalle loro case costruite con il sacrificio del lavoro ma ancora dilaniate dagli scoppi, è morto un altro di loro, il quinto componente. Dopo Alessio Di Giacomo, 22 anni, accorso sul luogo del disastro in cerca del padre Mauro, titolare della fabbrica, suo fratello Federico e il nipote Roberto, un’altra vittima.
Le stesse lacrime dei Di Giacomo si ritrovano nella caserma dei vigili del fuoco di viale Pindaro, a Pescara: un amico – soprattutto per quelli del turno C, i primi ad arrivare nell’inferno di Villa Cipressi guidati dal caposquadra Rolando Flacco – è andato via e non tornerà più. «Lo ricordiamo preparato, coraggioso, generoso e sempre disponibile anche nelle situazioni più difficili», è il ricordo dei vigili del fuoco che aspettano di conoscere la data dei funerali. Che quasi sicuramente saranno funerali di Stato. Non è ancora ufficiale, ma la caserma di Porta Nuova dovrebbe ospitare la camera ardente quando la salma sarà trasferita da Roma a Pescara con l’autorizzazione della magistratura. Dai vigili del fuoco arriva una promessa alla famiglia di Berardinucci: non lasceremo soli la moglie e i tre figli, noi ci saremo sempre.
A Pescara, Berardinucci è arrivato nel 2011, dopo una prima assegnazione da effettivo al comando provinciale di Modena. Ora, alla famiglia del vigile del fuoco andrà un indennizzo per la morte in servizio. Qualunque cifra non basterà a Èrimarginare una ferita che non si chiuderà mai.
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