Le Naiadi, i gestori rinunciano: il futuro adesso è un’incognita
Oggi scade l’ultimatum della Regione, ma le associazioni che compongono l’Ati restituiranno le chiavi Per riaprire sarebbero stati necessari 80mila euro, ma l’Ente non era disposto a contribuire alle spese
PESCARA. E' attesa una risposta entro oggi da parte dell'Ati che gestisce le piscine Le Naiadi all'ultimatum dato dalla Regione nella giornata di lunedì. «O riaprite o ci ridate le chiavi». Ieri sera c'è stata una nuova assemblea tra i soci, con ogni probabilità l'ultima della gestione, durante la quale sono state sostanzialmente ribadite le posizioni già emerse a inizio settimana.
Le tre associazioni che compongono l'Ati, Pescara Pallanuoto, Club Aquatico e Gollum hanno deciso di gettare la spugna davanti alle difficoltà create dal Covid, ai dissidi interni e alle chiusure. Riaprire non conviene a nessuno, meglio fare un passo indietro e restituire l'impianto alla Regione. L'ultimo a mollare è stato Nazzareno Di Matteo, numero uno della Pinguino, mandataria dell'Ati. Impossibile soddisfare le richieste fatte dall'Ente. Per riaprire oggi servirebbe una cifra di circa 80mila euro, anche in virtù del distacco delle utenze che attualmente risultano ancora ko, nonostante sembrava esserci stato un accordo con Esa.
La Regione ha fatto chiaramente sapere che in questa fase non è disposta a contribuire alle spese, ma sarebbe pronta a valutare un indennizzo solo dopo l'eventuale riapertura, qualora le condizioni lo richiedessero. Il gestore chiede da mesi i 100mila stanziati dall'Ente e non utilizzati dall'Ati nella fase pre Covid e i soldi per i lavori fatti all'impianto, stimando un credito di altri 38mila euro. Ma se non sono arrivati fin qui, un cambio di rotta è improbabile. Non solo: con le ultime misure che impongono di tenere piscine e palestre chiuse almeno fino a Pasqua, per il gestore significherebbe investire senza avere la possibilità di guadagno e con la scadenza del contratto di affidamento temporaneo a luglio. Si era paventata anche una possibile controproposta alla Regione, con l'impegno del gestore a investire per la riapertura dell'impianto, ma solo in cambio di una gestione dello stesso a lungo termine. Anche questo discorso, però, è lentamente tramontato. Motivi, questi, che muovono tutti verso la riconsegna delle chiavi, da ratificare in giornata con quel documento sottoscritto dai soci che segnerà l'ennesima fine di una gestione, aprendo una nuova partita in cui la Regione si è impegnata a garantire la riapertura nell'immediato del Palapallanuoto agli agonisti, una gestione interna fino a luglio e la redazione di un bando per il nuovo affidamento. Nel frattempo, ieri anche il consigliere regionale Antonio Blasioli è intervenuto rispondendo alle parole del sindaco di Pescara Carlo Masci, che ha invitato la Regione a velocizzare l’affidamento: «La sua uscita è la goccia che fa traboccare il vaso», ha detto Blasioli. «Da febbraio 2019, la Regione a guida centrodestra prima si è fatta sfuggire un project financing da 10 milioni di euro, poi ha riaperto l'impianto con l'Ati che ha ben gestito, stando alle parole di dipendenti e utenti. Per riaprire, l'attuale gestione, su incarico della Regione ha eseguito lavori per 88mila euro, di cui solo il 50 per cento è stato rimborsato». E ancora: «Il gestore, in forza del primo contratto, aveva diritto a ricevere 100mila euro per la ripartenza, così come recita l'articolo 3 del bando. Anche questi però non sono stati versati. E il futuro è avvolto nell'incertezza: era stato promesso che prima di dicembre sarebbe uscito il bando per la gestione decennale. Altro fallimento. In queste condizioni appare difficile programmare il prossimo anno, mentre si stanziano 6 milioni di euro per il Napoli e non si è capaci di dare il dovuto alle Naiadi».
Le tre associazioni che compongono l'Ati, Pescara Pallanuoto, Club Aquatico e Gollum hanno deciso di gettare la spugna davanti alle difficoltà create dal Covid, ai dissidi interni e alle chiusure. Riaprire non conviene a nessuno, meglio fare un passo indietro e restituire l'impianto alla Regione. L'ultimo a mollare è stato Nazzareno Di Matteo, numero uno della Pinguino, mandataria dell'Ati. Impossibile soddisfare le richieste fatte dall'Ente. Per riaprire oggi servirebbe una cifra di circa 80mila euro, anche in virtù del distacco delle utenze che attualmente risultano ancora ko, nonostante sembrava esserci stato un accordo con Esa.
La Regione ha fatto chiaramente sapere che in questa fase non è disposta a contribuire alle spese, ma sarebbe pronta a valutare un indennizzo solo dopo l'eventuale riapertura, qualora le condizioni lo richiedessero. Il gestore chiede da mesi i 100mila stanziati dall'Ente e non utilizzati dall'Ati nella fase pre Covid e i soldi per i lavori fatti all'impianto, stimando un credito di altri 38mila euro. Ma se non sono arrivati fin qui, un cambio di rotta è improbabile. Non solo: con le ultime misure che impongono di tenere piscine e palestre chiuse almeno fino a Pasqua, per il gestore significherebbe investire senza avere la possibilità di guadagno e con la scadenza del contratto di affidamento temporaneo a luglio. Si era paventata anche una possibile controproposta alla Regione, con l'impegno del gestore a investire per la riapertura dell'impianto, ma solo in cambio di una gestione dello stesso a lungo termine. Anche questo discorso, però, è lentamente tramontato. Motivi, questi, che muovono tutti verso la riconsegna delle chiavi, da ratificare in giornata con quel documento sottoscritto dai soci che segnerà l'ennesima fine di una gestione, aprendo una nuova partita in cui la Regione si è impegnata a garantire la riapertura nell'immediato del Palapallanuoto agli agonisti, una gestione interna fino a luglio e la redazione di un bando per il nuovo affidamento. Nel frattempo, ieri anche il consigliere regionale Antonio Blasioli è intervenuto rispondendo alle parole del sindaco di Pescara Carlo Masci, che ha invitato la Regione a velocizzare l’affidamento: «La sua uscita è la goccia che fa traboccare il vaso», ha detto Blasioli. «Da febbraio 2019, la Regione a guida centrodestra prima si è fatta sfuggire un project financing da 10 milioni di euro, poi ha riaperto l'impianto con l'Ati che ha ben gestito, stando alle parole di dipendenti e utenti. Per riaprire, l'attuale gestione, su incarico della Regione ha eseguito lavori per 88mila euro, di cui solo il 50 per cento è stato rimborsato». E ancora: «Il gestore, in forza del primo contratto, aveva diritto a ricevere 100mila euro per la ripartenza, così come recita l'articolo 3 del bando. Anche questi però non sono stati versati. E il futuro è avvolto nell'incertezza: era stato promesso che prima di dicembre sarebbe uscito il bando per la gestione decennale. Altro fallimento. In queste condizioni appare difficile programmare il prossimo anno, mentre si stanziano 6 milioni di euro per il Napoli e non si è capaci di dare il dovuto alle Naiadi».