L'ABRUZZO IN CLASSE
Le scuole tecniche danno lavoro, ma i ragazzi preferiscono i Licei
I dati del Miur rivelano che nella nostra regione sei studenti su dieci scelgono Classico e Scientifico Anche se la metà dei diplomati in materie tecnologiche trova subito il posto. A oltre mille euro al mese
PESCARA. Perché su dieci studenti abruzzesi, sei preferiscono Ovidio, Cicerone e Platone. E solo quattro tornio, fresa e circuiti di pc? Classico e scientifico sono le scuole più gettonate. Una sorpresa. Ma il 43% dei diplomati degli istituti tecnici dopo un anno lavora. E guadagna oltre mille euro al mese, secondo i dati Almadiploma.
I dati del Miur. Parte da questo dato l'inchiesta del Centro sul rapporto tra istruzione, scuole superiori, scelte e posto di lavoro. Nella nostra regione si registra, secondo gli ultimi dati relativi all'anno scolastico 2016/2017 del Ministero dell'Istruzione, un tasso di iscrizione agli istituti tecnici e professionali decisamente inferiore nei confronti del resto del paese. Ma nel mercato del lavoro abruzzese le figure più ricercate, e spesso non trovate, sono quelle tecniche specializzate, dai periti industriali agli ingegneri.
Un'assurdità per una regione che ha un tasso di disoccupazione giovanile superiore al 40 per cento. Molti istituti tecnici, però, denunciano una diminuzione di iscritti mentre i diplomati negli istituti tecnici e professionali e gli ingegneri non bastano.
Ecco i numeri. I dati, in comparazione rispettivamente con la media nazionale e con il Veneto, la regione più industrializzata del nostro Paese, rilevano una generale tendenza degli studenti abruzzesi a proseguire il percorso formativo negli indirizzi liceali.
Iscrizioni ai licei. In Abruzzo 60.8% (Italia 54% e Veneto 45,9%) di cui liceo classico più 6,9% (6,0% e 4,0%), liceo scientifico più 8,5% (7,4% e 8,7%); scienze umane opzione economico-sociale più 2,9% (2,3% e 2,9%); liceo artistico più 4% (4,2% e 5,2%); liceo musicale più 1% (0,8% e 0,6%); liceo linguistico più 7,9% ( 9,0% e 7,7%).
Istituti tecnici. In Abruzzo 29,7% (Italia 30,4% e Veneto 38,5%) di cui settore economico 11,0% (11,3% e 16,1%) e settore tecnologico 18,7% ( 19,1% e 21,2%).
Istituti professionali. In Abruzzo 13,3% (Italia 17,5% e Veneto13,3%), di cui settore industria e artigianato 3,3% (3,6% e 4,0%) e settore servizi 10% (13,1% e 2,4%).
L’analisi. «Se i giovani abruzzesi hanno la vocazione di diventare poeti, impiegati, bancari o filosofi nessuno li deve forzare a fare altre scelte. Ma occorre ricordare che le scuole tecniche offrono maggiori possibilità di lavoro e contribuiscono in modo essenziale e insostituibile allo sviluppo economico della regione», è il commento di Andrea Leonzio, coordinatore regionale dell'Istituto di ricerca sociale e di economia del lavoro (Irsel) Fratelli Pomilio. Secondo l'Irsel la capacità competitiva del nostro paese e la produzione ad alto valore aggiunto sono determinati essenzialmente dai periti, dagli i ingegneri, dai tecnici e dagli operai specializzati. «E' necessario guardare verso questa direzione anche se occorre elevare il livello», afferma Leonzio, «Prima era sufficiente una base tecnica elementare e il resto era intuizione e capacità di adattamento. Adesso occorre una base tecnica molto elevata. E occorre agire, nel contempo, anche nei confronti i della mentalità dei genitori e superare l'idea che la scuola tecnica sia la scuola per ragazzi che non sono capaci o per i figli degli stranieri».
Ancora percentuali. Il Lazio si conferma la regione con la maggiore percentuale di iscritti ai Licei (66,8%). Seguono Abruzzo (60,8%) e Umbria(58,8%). Il Veneto invece si conferma la regione con meno ragazzi che scelgono i Licei (45,9%) e la prima nella scelta dei Tecnici (38,5%), quasi dieci punti in più rispetto all'Abruzzo. Ma nella nostra regione le figure di difficile reperimento, secondo le rilevazioni del sistema informativo Excelsior e del Ministero del lavoro, con una alta percentuale rispetto al totale delle imprese, sono gli ingegneri energetici e meccanici (66,7%), gli ingegneri elettronici e in telecomunicazioni (58,8%), i tecnici di macchine utensili e assimilate (41,4%) e gli analisti e i progettisti di software (36,9%). E' importante saperlo quando si sceglie o si è scelta una scuola.
Qual è il problema. In Abruzzo esiste un grave mismatch, un'assimetria tra domanda e offerta di lavoro. E c'è chi, in modo provocatorio, propone di chiamare gli istituti tecnici licei tecnologici o economici, dal momento che i genitori amano dire che i loro figli frequentano il liceo. Secondo Leonzio invece: «Gli istituti tecnici devono rappresentare la punta di diamante del nostro sistema di istruzione non la coda residuale». Ma occorre intervenire. Come? Per esempio «gli studenti di ingegneria dovrebbero essere incentivati con borse di studio più consistenti», propone Leonzio, «così come le tasse universitarie dovrebbero essere di entità inferiore rispetto a quelle delle altre facoltà e infine gli studenti degli istituti tecnici dovrebbero essere aiutati finanziariamente».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
I dati del Miur. Parte da questo dato l'inchiesta del Centro sul rapporto tra istruzione, scuole superiori, scelte e posto di lavoro. Nella nostra regione si registra, secondo gli ultimi dati relativi all'anno scolastico 2016/2017 del Ministero dell'Istruzione, un tasso di iscrizione agli istituti tecnici e professionali decisamente inferiore nei confronti del resto del paese. Ma nel mercato del lavoro abruzzese le figure più ricercate, e spesso non trovate, sono quelle tecniche specializzate, dai periti industriali agli ingegneri.
Un'assurdità per una regione che ha un tasso di disoccupazione giovanile superiore al 40 per cento. Molti istituti tecnici, però, denunciano una diminuzione di iscritti mentre i diplomati negli istituti tecnici e professionali e gli ingegneri non bastano.
Ecco i numeri. I dati, in comparazione rispettivamente con la media nazionale e con il Veneto, la regione più industrializzata del nostro Paese, rilevano una generale tendenza degli studenti abruzzesi a proseguire il percorso formativo negli indirizzi liceali.
Iscrizioni ai licei. In Abruzzo 60.8% (Italia 54% e Veneto 45,9%) di cui liceo classico più 6,9% (6,0% e 4,0%), liceo scientifico più 8,5% (7,4% e 8,7%); scienze umane opzione economico-sociale più 2,9% (2,3% e 2,9%); liceo artistico più 4% (4,2% e 5,2%); liceo musicale più 1% (0,8% e 0,6%); liceo linguistico più 7,9% ( 9,0% e 7,7%).
Istituti tecnici. In Abruzzo 29,7% (Italia 30,4% e Veneto 38,5%) di cui settore economico 11,0% (11,3% e 16,1%) e settore tecnologico 18,7% ( 19,1% e 21,2%).
Istituti professionali. In Abruzzo 13,3% (Italia 17,5% e Veneto13,3%), di cui settore industria e artigianato 3,3% (3,6% e 4,0%) e settore servizi 10% (13,1% e 2,4%).
L’analisi. «Se i giovani abruzzesi hanno la vocazione di diventare poeti, impiegati, bancari o filosofi nessuno li deve forzare a fare altre scelte. Ma occorre ricordare che le scuole tecniche offrono maggiori possibilità di lavoro e contribuiscono in modo essenziale e insostituibile allo sviluppo economico della regione», è il commento di Andrea Leonzio, coordinatore regionale dell'Istituto di ricerca sociale e di economia del lavoro (Irsel) Fratelli Pomilio. Secondo l'Irsel la capacità competitiva del nostro paese e la produzione ad alto valore aggiunto sono determinati essenzialmente dai periti, dagli i ingegneri, dai tecnici e dagli operai specializzati. «E' necessario guardare verso questa direzione anche se occorre elevare il livello», afferma Leonzio, «Prima era sufficiente una base tecnica elementare e il resto era intuizione e capacità di adattamento. Adesso occorre una base tecnica molto elevata. E occorre agire, nel contempo, anche nei confronti i della mentalità dei genitori e superare l'idea che la scuola tecnica sia la scuola per ragazzi che non sono capaci o per i figli degli stranieri».
Ancora percentuali. Il Lazio si conferma la regione con la maggiore percentuale di iscritti ai Licei (66,8%). Seguono Abruzzo (60,8%) e Umbria(58,8%). Il Veneto invece si conferma la regione con meno ragazzi che scelgono i Licei (45,9%) e la prima nella scelta dei Tecnici (38,5%), quasi dieci punti in più rispetto all'Abruzzo. Ma nella nostra regione le figure di difficile reperimento, secondo le rilevazioni del sistema informativo Excelsior e del Ministero del lavoro, con una alta percentuale rispetto al totale delle imprese, sono gli ingegneri energetici e meccanici (66,7%), gli ingegneri elettronici e in telecomunicazioni (58,8%), i tecnici di macchine utensili e assimilate (41,4%) e gli analisti e i progettisti di software (36,9%). E' importante saperlo quando si sceglie o si è scelta una scuola.
Qual è il problema. In Abruzzo esiste un grave mismatch, un'assimetria tra domanda e offerta di lavoro. E c'è chi, in modo provocatorio, propone di chiamare gli istituti tecnici licei tecnologici o economici, dal momento che i genitori amano dire che i loro figli frequentano il liceo. Secondo Leonzio invece: «Gli istituti tecnici devono rappresentare la punta di diamante del nostro sistema di istruzione non la coda residuale». Ma occorre intervenire. Come? Per esempio «gli studenti di ingegneria dovrebbero essere incentivati con borse di studio più consistenti», propone Leonzio, «così come le tasse universitarie dovrebbero essere di entità inferiore rispetto a quelle delle altre facoltà e infine gli studenti degli istituti tecnici dovrebbero essere aiutati finanziariamente».
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