Le ultime ore di Christopher Kebab con l’amico in centro e poi l’incontro con il branco 

Dal pranzo spensierato della domenica fino alle 25 coltellate nel parco Il 16enne, il lunedì, sarebbe tornato in casa-comunità: era scappato per divertirsi

PESCARA. Un kebab insieme a un amico in un locale del centro di Pescara. Questo il pranzo della domenica per Christopher Thomas Luciani. Mangiare, ridere, scherzare, senza pensare a quello che sarebbe accaduto il giorno dopo. Christopher aveva la fame di vita di tutti i 16enni: voleva soltanto divertirsi un fine settimana a Pescara. Lo fanno tutti, perché io no? Questo deve aver pensato quando, venerdì 21 giugno, è scappato dalla casa-comunità di Campobasso in cui era obbligato a restare per una serie di reati: due giorni dopo, invece, è stato ucciso con 25 coltellate sferrate da due ragazzini.
Christopher aveva il permesso di uscire da quella struttura durante il giorno per frequentare un corso da parrucchiere ma, quel venerdì, non è tornato ed è andato a Pescara. Secondo le ipotesi della squadra mobile, guidata dal dirigente Gianluca Di Frischia e dal vice Mauro Sablone, il 16enne, dopo un fine settimana passato in città con qualche amico, sarebbe tornato nella casa-comunità molisana già da lunedì 24: la bravata di un 16enne a caccia di divertimento, disposto a sopportare sgridate e punizioni pur di fare quello che fanno tutti i ragazzini della sua età, divertirsi. Ma “Crox”, questo il suo soprannome, non è potuto tornare indietro: era già morto per mano di due 17enni che l’hanno accoltellato nel parco Baden Powell intorno alle 17 di domenica 23, l’hanno lasciato morire tra le erbacce e poi se ne sono andati a fare il bagno al mare.
Christopher ha passato il venerdì sera con un amico tra racconti, confidenze e scherzi. Poi, in base alla ricostruzione della polizia, ha trascorso la notte nel parco di un paese del Pescarese, non lontano da Pescara. Chissà quanti pensieri in quella notte buia, con le stelle che si affacciano tra le foglie degli alberi. Non voleva nascondersi: voleva soltanto un posto in cui passare la notte.
Sabato, Christopher è stato a Pescara: ha trascorso la sua ultima notte in spiaggia o alla stazione. Poi, la domenica di sole, il pranzo con il kebab in centro per spendere poco e l’incontro con il branco: il consulente della procura per i minorenni dell’Aquila, Fabio Biasini, da ieri ha in mano i 6 cellulari sequestrati, due sono degli arrestati, il figlio di una professoressa e il figlio di un carabiniere in servizio nel Pescarese, mentre gli altri 4 dei ragazzini che erano con loro prima, durante e dopo l’omicidio. Le chat, anche quelle cancellate, diranno se Christopher aveva un appuntamento con i suoi assassini, Gianni e Michele (nomi di fantasia), per parlare di un debito di circa 250 euro per qualche cessione di droga. Ma, secondo gli investigatori della Mobile, l’incontro nei pressi della stazione e del terminal bus tra Christopher e il branco non è stato affatto casuale. I minorenni volevano comportarsi come una gang giovanile e spaventare Christopher per recuperare i soldi? Di certo, uno degli arrestati, Gianni, aveva un coltello, l’arma del delitto che poi sarebbe stata gettata in mare avvolta in un calzino e che non è stata ancora trovata, mentre l’altro una pistola, un’arma di cui parlano gli amici testimoni ma che non è stata scoperta, del resto il ragazzino ha avuto più di 4 ore per disfarsene.
I video delle telecamere mostrano i ragazzini che, intorno alle 16.30 di domenica, camminano dal terminal bus verso il parco di via Raffaello: tranne due momenti – una discussione dietro al White Bakery e la spinta di un ragazzino a Christopher – sembrano le immagini di tanti altri minorenni in giro per Pescara. Nel giardino tra i palazzi lussuosi, però, è accaduto l’impensabile: Gianni, nome di fantasia, è andato con Christopher in una zona appartata del parco, tra il campo da calcetto e il muraglione della ferrovia, e l’ha accoltellato alla schiena 15 volte. Michele, poi, ha preso il coltello dalle mani di Gianni e ha finito Christopher con altri 10 fendenti. Erano le 17.20 circa. Tutto sotto gli occhi di un amico scioccato: «Ho visto Christopher a terra che perdeva sangue e ho subito capito che Gianni lo aveva accoltellato. Davanti a me e a Michele», racconta alla polizia soltanto dopo le 21, «Gianni ha continuato a sferrare fendenti di coltello a Christopher steso a terra che si lamentava. A un certo punto anche Michele ha preso dalle mani di Gianni il coltello con il quale ha anche lui colpito più volte Christopher che continuava a lamentarsi emettendo un verso come di morte. Io sono rimasto attonito e non ho avuto la forza di reagire».