Licenziamenti, lavoratori Riello in piazza
È iniziato ieri, e proseguirà a oltranza, il presidio permanente contro la chiusura dello stabilimento che conta 71 addetti
CEPAGATTI. È cominciato ieri, così com'era stato annunciato, e proseguirà ad oltranza il presidio permanente all'esterno della Riello spa, del gruppo di società Carrier global corporation, a Villanova di Cepagatti. In strada sindacati e lavoratori che contestano la chiusura dello stabilimento con il licenziamento di 71 addetti. Insieme ai sindacati, rappresentati da Alessandra Tersigni, segretario generale della Fiom Cgil di Pescara e a Riccardo Nunziato della Uilm Chieti-Pescara, c'erano gli amministratori comunali. Presenti davanti ai cancelli il sindaco di Cepagatti Gino Cantò, il vice sindaco Annalisa Palozzo e gli assessori Camillo Sborgia e Tiziano Santavenere.
Tutti chiedono un passo indietro da parte dell'azienda, la cui intenzione è di delocalizzare la produzione negli stabilimenti nel nord Italia e in Polonia, e la convocazione da parte della Regione Abruzzo di un tavolo. «Chiediamo alla Regione e al presidente Marsilio», sottolinea Tersigni, «di stare al nostro fianco nella vertenza. Lo smantellamento di questo tessuto produttivo significherebbe la desertificazione. L'intera procedura va ritirata e basta. La Riello non è mai stata toccata dalla crisi, noi non ne abbiamo mai avuto sentore, semplicemente si paventava una riconversione al green entro il 2030, che già si stava attuando e c'erano le attrezzature per farlo. Continueremo il presidio per fasce orarie sino a quando non si tornerà indietro e non avremo risposte».
«In Confindustria», fa presente Nunziato, della Uilm Chieti-Pescara, «ci è stato detto dalla proprietà che questa chiusura farà risparmiare alla Carier-Riello circa il 20% sul costo del lavoro, dando così un prezzo ai lavoratori e alle loro famiglie. Una cosa inaccettabile, ma noi siamo determinati a portare a tutti i tavoli più importanti questa vertenza per far cambiare idea all'azienda. Sui lavoratori c'è la spada di Damocle dei 75 giorni della procedura di licenziamento che è stata già aperta». Una richiesta di incontro al presidente Marsilio e agli assessori al Lavoro e alle Attività produttive è stata già inoltrata anche dal Comune di Cepagatti. «Il problema», spiega il vice sindaco Palozzo, «non è solo il nostro, ma dell'intero Abruzzo. In quello stabilimento lavorano un centinaio di lavoratori, famiglie intere che rischiano di ritrovarsi in mezzo ad una strada. Se non riceveremo al più presto una risposta, siamo pronti a convocare un consiglio comunale straordinario proprio davanti ai cancelli dello stabilimento. Inviteremo a parteciparvi tutti i parlamentari abruzzesi. Nel frattempo, saremo presenti a tutti i sit in». Sulla vertenza interviene anche la consigliera regionale pentastellata Barbara Stella, che ha già chiesto alla Regione di attivare un tavolo di crisi per scongiurare il licenziamento dei 70 lavoratori e il trasferimento di altri 19. «È necessario che la Regione attivi tutte le azioni di propria competenza per mettere in campo ogni iniziativa utile a scongiurare i licenziamenti, per trovare una soluzione sia per l’attività produttiva sul territorio sia per i lavoratori».
Tutti chiedono un passo indietro da parte dell'azienda, la cui intenzione è di delocalizzare la produzione negli stabilimenti nel nord Italia e in Polonia, e la convocazione da parte della Regione Abruzzo di un tavolo. «Chiediamo alla Regione e al presidente Marsilio», sottolinea Tersigni, «di stare al nostro fianco nella vertenza. Lo smantellamento di questo tessuto produttivo significherebbe la desertificazione. L'intera procedura va ritirata e basta. La Riello non è mai stata toccata dalla crisi, noi non ne abbiamo mai avuto sentore, semplicemente si paventava una riconversione al green entro il 2030, che già si stava attuando e c'erano le attrezzature per farlo. Continueremo il presidio per fasce orarie sino a quando non si tornerà indietro e non avremo risposte».
«In Confindustria», fa presente Nunziato, della Uilm Chieti-Pescara, «ci è stato detto dalla proprietà che questa chiusura farà risparmiare alla Carier-Riello circa il 20% sul costo del lavoro, dando così un prezzo ai lavoratori e alle loro famiglie. Una cosa inaccettabile, ma noi siamo determinati a portare a tutti i tavoli più importanti questa vertenza per far cambiare idea all'azienda. Sui lavoratori c'è la spada di Damocle dei 75 giorni della procedura di licenziamento che è stata già aperta». Una richiesta di incontro al presidente Marsilio e agli assessori al Lavoro e alle Attività produttive è stata già inoltrata anche dal Comune di Cepagatti. «Il problema», spiega il vice sindaco Palozzo, «non è solo il nostro, ma dell'intero Abruzzo. In quello stabilimento lavorano un centinaio di lavoratori, famiglie intere che rischiano di ritrovarsi in mezzo ad una strada. Se non riceveremo al più presto una risposta, siamo pronti a convocare un consiglio comunale straordinario proprio davanti ai cancelli dello stabilimento. Inviteremo a parteciparvi tutti i parlamentari abruzzesi. Nel frattempo, saremo presenti a tutti i sit in». Sulla vertenza interviene anche la consigliera regionale pentastellata Barbara Stella, che ha già chiesto alla Regione di attivare un tavolo di crisi per scongiurare il licenziamento dei 70 lavoratori e il trasferimento di altri 19. «È necessario che la Regione attivi tutte le azioni di propria competenza per mettere in campo ogni iniziativa utile a scongiurare i licenziamenti, per trovare una soluzione sia per l’attività produttiva sul territorio sia per i lavoratori».