UNIVERSITA'
Lingue, Consani ritira le dimissioni
Il direttore del Cla ci ripensa dopo tre ore di Senato accademico sul futuro del centro linguistico di ateneo
PESCARA. Provata e pressata da lotte politiche, boicottaggi e accuse infamanti, l’università D’Annunzio con il rettore Di Ilio, il direttore generale Del Vecchio e tutti i senatori si ricompatta e pare fare quadrato intorno al Centro linguistico di ateneo, il fiore all’occhiello del dipartimento di Lingue nato per coordinare i servizi linguistici di tutta la D’Annunzio e invece ridotto ai minimi termini al punto da indurre il direttore Carlo Consani, proprio un mese fa, a presentare le dimissioni.
E proprio Consani, nel primo pomeriggio di ieri, dopo tre ore di discussione dell’ultimo (ma più discusso) punto all’ordine del giorno del Senato accademico, ha ritirato le dimissioni su richiesta del Senato e dei suoi singoli componenti.
«Sono stupito», ha dichiarato al Centro il docente che ha traghettato il dipartimento di Lingue dalla gestione D’Antuono a quella attuale di Pier Carlo Bontempelli, «dell’interesse e della partecipazione mostrati da tutti i senatori, dagli organi di indirizzo politico e dai rappresentanti degli studenti. Un interesse come non si era mai visto prima e che mi fa ben sperare sul futuro di questa struttura».
Un giudizio positivo, quello di Consani, che però aspetta di vedere tradotte in fatti concreti le promesse e le rassicurazioni ottenute ieri dopo aver snocciolato all’intera assemblea i dati a confronto tra il Centro linguistico della D’Annunzio e quelli di altre realtà italiane dove, tanto per citare i lettori di inglese, sono sette (per tutto l’Ateneo) contro i 25, ad esempio, di Udine. Il tutto non per convincere l’assemblea, ma per dimostrare l’esigenza di potenziare e valorizzare i lettori madrelingua, gli spazi (due aule in tutto da cinquanta posti complessivi) e gli strumenti per le lezioni, attingendo a fondi che vanno evidentemente rivisti e rimpinguati.
«Il direttore generale è stato molto preciso su questo», riferisce Consani, «in pieno Senato ha ribadito che non c’è nessuna intenzione di licenziare i lettori. È chiaro che ci sono esigenze contrattuali da rivedere, tenendo conto che si tratta di figure con contratti stipulati addirittura nel 1991 e che vanno comunque messe in condizione di lavorare. Non è niente di insuperabile se c’è la volontà, come ho percepito, di rilanciare il Cla per dare servizi linguistici a tutto l’Ateneo con la grande potenzialità di poterli vendere all’sterno».
Dunque dimissioni ritirate e via verso il nuovo corso, ma con circospezione. Conclude il direttore del Cla: «Adesso bisogna passare ai fatti e per verificare effettivamente la volontà manifestata dal rettore e dal direttore generale bisogna aspettare due scadenze importanti: il bilancio di previsione del 2015, con cui a fine anno si dovranno definire le risorse per il centro linguistico sulla base dei programmi approvati stamattina (ieri ndr), e la seconda quella di marzo dell’anno prossimo quando si dovranno approvare nel piano dell’offerta formativa del 2015-2016 i servizi linguistici dell’Ateneo. Ora bisogna ragionare sui fatti, ma ho la massima fiducia».
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