Luciano e Lorenzo Papa in un'immagine felice al Plinius

IL RITRATTO

Lo sportivo con la passione degli stabilimenti 

Atleta di salto in alto, aprì lido Zara e La Venezia. Il figlio Lorenzo: «Con Eriberto c’era amore-odio»

PESCARA. «Vorrei che il mio papà venisse ricordato dalla città per il grande sportivo che era e per l'illuminato balneatore che era. Fu tra i primi, nel Dopoguerra, insieme ad altri membri della famiglia, a fondare gli stabilimenti balneari a Pescara», da Zara al Plinius passando per “La Venezia”, oggi Tramontana.
Lorenzo Papa, titolare del lido Plinius sulla riviera nord, traccia un ricordo lucido e affettuoso del padre Luciano, classe 1950 (18 aprile) morto ieri mattina all'ospedale di Chieti dove era ricoverato da qualche giorno a causa di una patologia respiratoria. Parla da figlio orgoglioso di far parte di una «storica famiglia di balneari», che ha radici nel centro cittadino, e di un padre «che ha mietuto successi internazionali come atleta specializzato nel salto in alto e come allenatore dei Crabs» american football.
Capitano di tanti sportivi che hanno imparato da lui «disciplina ed educazione», l'eredità morale lasciata dallo storico imprenditore del mare a suo figlio. Scioglie i lacci della memoria, Lorenzo Papa (primo di altri quattro figli avuti da Luciano in un secondo rapporto) e fa un salto indietro nel tempo: «La mia famiglia ha precorso i tempi sulla balneazione, con noi sono nati i lidi Zara ( gestito da Sergio, fratello di Lucianondr), Soleluna (un tempo guidato da Stelvio e Marco Papa, noto showman pescarese), per un periodo anche la Sirenetta e la Venezia, l'attuale Tramontana». Lo sport «era la vita» per Luciano Papa, fondatore, negli anni Ottanta, della « palestra Golden Gym insieme a Pietro Pomponio» con un passato legato ai tanti sport che ha praticato «tra cui il parapendio» e ai «tanti giri in solitaria intorno al mondo. Anche questo era mio padre, un uomo che non sceglieva mai la strada facile». Aveva studiato allo scientifico Da Vinci, Papa senior, si era diplomato all'Isef e aveva insegnato educazione fisica all'alberghiero De Cecco ai tempi dell'indimenticato preside Raffaele Vitale.
Lorenzo, figlio di Gisella, ricorda il rapporto di «amore-odio» che legava suo padre a un altro grande pescarese della balneazione, Eriberto Mastromattei, deceduto nel 2008. Rivali per una vita, si sono riconciliati «due anni prima della morte di Eriberto che disse: «Finalmente sotterriamo l’ascia di guerra» prima di abbracciarsi. Io c’ero quel giorno». Una «grande educazione e una grande forza di volontà» è l’eredità morale lasciata da Luciano che dei pescaresi diceva «che avevano le potenzialità per volare alto», che potevano fare di più.
Per Riccardo Padovano, presidente del Sib Confcommercio, Papa, (ex presidente dei balneari della Confesercenti) era un «imprenditore lungimirante, aveva una buona cultura ed era sempre un passo avanti agli altri». L’ultima volta che si sono visti, prima di Natale «abbiamo discusso della Bolkestein, ma indimenticabili sono state le nostre battaglie, da avversari che si stimavano. Tra le tante quella del 1993, quando ricevemmo un accertamento delle autorità sanitarie sulle fogne che scorrevano sotto gli stabilimenti. Prendemmo 400 mila lire di multa. Chiunque si sarebbe arrabbiato, lui invece, che vedeva lontano, ci seppe indicare un’altra strada e ci disse: niente discussioni, non tutti i mali vengono per nuocere. È giusto che le fogne vengano sistemate, altrimenti rischiamo lo sversamento dei liquami in mare. Fu lui a inventarsi la spiaggia per i cani, i primi campi da tennis, nei suoi primi stabilimenti».
I ricordi di Padovano fanno un tuffo nel passato, a quando era un fanciullo di 11 anni: «Andavo dalla marina allo stadio Adriatico, e all’epoca a piedi era un lungo viaggio con l’attraversamento del fiume con un battellino, a vedere Luciano che faceva atletica. Era il mio mito come Sandro Fanese (atleta dell’Aterno), mi incantavo ad osservarlo. Lo ricorderò sempre con i suoi capelli ricci, alto due metri, pimpante e cordiale, mai rissoso». Luciano Papa, oltre a Lorenzo, lascia altri quattro figli.

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