SCONTRO A24-A25
Lo Stato vuole riprendersi le autostrade abruzzesi. Aumenti inevitabili?
Lo ammette il dirigente del ministero in audizione sul Pef. Strada dei Parchi: «Il Governo non dice il vero e non risponde»
PESCARA. «Non possiamo scegliere al posto di chi non risponde e non è in grado di decidere». Mauro Fabris, vicepresidente di Strada dei Parchi, il suo attacco al ministero dei Trasporti lo ha sferrato alla fine dell’audizione davanti alla commissione Ambiente e Lavori pubblici della Camera dei deputati. Dopo un’ora e mezza di fortissimo duello a distanza sul Piano economico finanziario delle autostrade A24 e A25, sui rincari dei pedaggi e sui lavori di messa in sicurezza. Tra la concessionaria e il Governo è scontro aperto, oltre che sul Pef che manca dal 2013. Fabris arriva a dare del bugiardo a Felice Morisco, dirigente ministeriale responsabile della Direzione generale per le strade e le autostrade, ribattendo su tutti i fronti e anche sui vertiginosi aumenti previsti nell’ultimo Pef al vaglio – del 375% in otto anni – che secondo lui nascono da una precisa decisione del ministero e poi imposta dal commissario ad acta alla società «obtorto collo». Duello fortissimo anche sul tema della rescissione della concessione, con il ministero che ammette di voler avviare la pratica per riprendersi le autostrade per inadempienza di Strada dei Parchi, la quale replica dicendo di aver inviato proposte di accordo senza risposte.
Va in scena, quindi, lo scontro finale sulle due autostrade, dopo ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato, tre commissariamenti, 18 Pef proposti dal 2013 in poi e mai approvati per il nodo dei lavori e degli aumenti nei pedaggi senza che si trovasse mai un accordo. Nel frattempo i terremoti, gli animali che invadono le corsie, così come i massi. Il pericolo che incombe, insomma, al punto che il vicepresidente della società concessionaria arriva a dire: «Scusate se mi accaloro mentre parlo, ma ve lo sto dicendo qui, pubblicamente davanti alla commissione, a futura memoria: non voglio avere responsabilità. Speriamo che non accada nulla».
LA RESCISSIONE. Oltre il Pef, il tema vero è che lo Stato vuole riprendersi le autostrade A24 e A25. Rispondendo alle domande dei deputati in commissione, Morisco ha infatti parlato di una «limitata capacità di autofinanziamento delle due autostrade», facendo riferimento alla manutenzione, alla gestione di un tracciato di montagna e al ridotto volume di auto. «Gli aumenti dei pedaggi fanno riflettere sull’opportunità di valutare una differente gestione. Le norme consentono il subentro dell’Anas direttamente in caso di inadempienza del concessionario». La replica dell’amministratore delegato della società Riccardo Mollo: «Ci si dice che siamo inadempienti, ma solo negli ultimi due anni abbiamo speso 100milioni di euro in più per la manutenzione ordinaria di quanto previsto nella convenzione. Senza mai un euro di dividendi tra gli azionisti. E vantiamo un debito di oltre 400 milioni verso il ministero. Questo, mentre il Governo non risponde, non si assume la responsabilità delle decisioni e ci ha abbandonati». La stessa Strada dei Parchi è su sarebbe mossa per trattare. Secondo Fabris, infatti, a gennaio la società ha inviato una “lettera d’intenti” al Governo proprio per il percorso di restituzione di A24 e A25. Anche in questo caso, «nessuna risposta».
AUMENTI INEVITABILI. Gli aumenti nei pedaggi del 34,7% già previsti per il primo luglio, per effetto della scadenza dello stop rinnovato proprio da Strada dei Parchi, sembrano ormai inevitabili. Da una parte non c’è infatti un tavolo vero aperto per il nuovo Pef come vuole Strada dei Parchi, dall’altra Morisco fa capire che non si farebbe in tempo a rescindere la concessione. E di aumenti ce ne sono comunque anche nell’ultimo Pef al vaglio, con rincari da quasi il 16% all’anno per un complessivo più 375% nel 2030. Se questo, per Morisco è sintomo delle difficoltà di gestione di A24 e A25, per Fabris è quanto dettato dalle indicazioni del ministero al commissario ad acta e quindi alla concessionaria. «Abbiamo dovuto scrivere cose che non ci piacciono», dice.
LO STRAPPO SUI LAVORI. Il nodo è quello sui lavori. Fabris arriva a parlare di «ricatto» da parte del Governo. Mollo ricorda solo quanto accaduto negli ultimi giorni, dal sisma di Bosnia a quello di ieri: «Cosa succederebbe in caso di interruzione della percorribilità, dopo un terremoto, di un’autostrada considerata strategica, visto che non c’è un Pef?». Poi i massi caduti sulla strada nel territorio di Roviano: «Non è un problema evitabile se non ridefiniamo la la sede autostradale», facendo riferimento al progetto per la variante. E il capriolo investito nei giorni scorsi: «60 casi di questo tipo solo nel 2021, perché le reti sono troppo basse. Dal 2019 chiediamo di riqualificarle».
Questo è in definitiva il muro contro muro sul Pef: Strada dei Parchi vuole realizzare in proprio i lavori con parte di contributi statali; il Governo, invece, vuole effettuarli direttamente e autonomamente rispetto al concessionario. Questo ha provocato lo stallo anche sul nuovo Pef. Lo ha spiegato lo stesso Morisco: «Sono già in corso lavori importanti di messa in sicurezza urgente con finanziamenti statali. Ci sarà un importante riqualificazione dell’autostrada, che non avrà pari, e che sarà gestita dallo Stato. Al concessionario solo la manutenzione ordinaria». Per Morisco, quindi, le proposte di Pef di Strada dei Parchi sono state tutte bocciate, oltre che per gli aumenti, anche per richieste di contributi statali. Bocciate pure dalla Commissione Europea in quanto considerati alla streggua di aiuti di Stato a privati.