lo storico titolare della gastronomia di via sulmona: oggi l’ultimo saluto 

Lutto alla “Chitarra antica”, è morto Giovanni Minicucci

PESCARA. Con lui se ne va la prima generazione che ha scritto la storia della Chitarra Antica, un luogo del cuore e del palato dei pescaresi.Ieri mattina, intorno alle 11, si è spento, all’età di 84...

PESCARA. Con lui se ne va la prima generazione che ha scritto la storia della Chitarra Antica, un luogo del cuore e del palato dei pescaresi.
Ieri mattina, intorno alle 11, si è spento, all’età di 84 anni nella sua casa, come voleva, Giovanni Minicucci, che insieme a sua moglie Pina D’Alonzo (venuta a mancare nel 2013) ha creato la storica gastronomia di via Sulmona. Ha combattuto contro una lunga malattia per oltre sei anni. Negli ultimi due si era ritirato, ma il suo pensiero restava sempre al negozio, di cui si manteneva costantemente aggiornato, ora portato avanti con entusiasmo dal vulcanico figlio Claudio.
La storia della Chitarra Antica è quella di una famiglia unita e forte. Giovanni e Pina erano due abruzzesi emigrati in Belgio sin da piccoli (lui a 14 da Orsogna e lei a 9 anni da Collecorvino). Lì si conobbero, innamorarono, si sposarono ed ebbero due figli, Fabio nel 1962 e Claudio nel 1965. Ma il loro sogno era tornare in Italia e così fecero nel 1966. Per quattro mesi cercarono lavoro, ma non riuscendoci pensarono di fare ritorno a La Louvieres. Grazie a un amico del padre, Sabatino Perilli, all’epoca usciere del Comune, Pina trovò lavoro alla Chitarra Antica, bottega aperta a Pescara un anno prima dal professor Giovanni Iannucci, uno dei primi presidenti della Provincia, fondatore dell’università e appassionato di cucina tradizionale. Tre mesi dopo il professore prese anche Giovanni. Abituati al sacrificio e alla fatica, Giovanni e Pina si mostrarono precisi, attenti, tanto che dopo poco tempo Iannucci gli propose prima la gestione dell'attività e poi di acquistarla.
«Mio padre è stato prima di tutto una brava persona», racconta Claudio. «Un grande pastaio che si occupava di tutto in bottega. Il negozio per lui e mia madre non era un fatto solo commerciale: quando preparavano da mangiare ai propri clienti, era come se lo facessero per la propria famiglia. La più grande soddisfazione, ogni giorno, era di essere riusciti a soddisfare tutti i clienti e che i prodotti venivano apprezzati da tutti. È stato un padre perfetto. Ricordo che quando i miei genitori erano più giovani, dopo una settimana di lavoro, non c’era domenica in cui non portavano me e mio fratello in giro per l’Abruzzo, sacrificavano il loro riposo, per stare insieme e farci vedere qualcosa». Oggi con i figli e le nuore lo piangono gli amati nipoti Giovanni, Beatrice e Francesco. I funerali oggi alle 15, nella chiesa di Gesù Bambino, in via dell’Emigrante.(m.pa.)
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