Lutto cittadino per i funerali delle vittime

La procura nomina un consulente per la fabbrica saltata in aria: tra i crateri arriva un esperto delle esplosioni

PESCARA. Riprende oggi, dopo una giornata di stop, l’attività degli investigatori a Villa Cipressi di Città Sant’Angelo, nella collina dove si trovava l’azienda Pirotecnica abruzzese, andata distrutta giovedì mattina in seguito a una serie di esplosioni che hanno ucciso quattro componenti della famiglia Di Giacomo. Oggi in quell’area arriverà un consulente della procura, il capitano Paride Minervini, esperto in materia di esplosivi, balistica e sicurezza che dovrebbe ricevere l’incarico in mattinata. Con lui ci saranno il sostituto procuratore Annalisa Giusti, che si sta occupando dell’inchiesta, e i rappresentanti delle forze dell’ordine e dei vigili del fuoco che hanno partecipato in questi giorni alle operazioni di bonifica e messa in sicurezza dell’area, oltre che al drammatico recupero dei quattro corpi. Ma sul fronte delle indagini, affidate ai carabinieri di Montesilvano coordinati dal capitano Enzo Marinelli e a quelli del Nucleo investigativo agli ordini del colonnello Giovanni Di Niso, la giornata si aprirà con un vertice in procura tra il pm e Ildo Polidoro, il medico legale che tra sabato e ieri ha eseguito l’autopsia sui corpi di Alessio, Mauro, Federico e Roberto Di Giacomo. Gli accertamenti sui cadaveri hanno preso il via sabato pomeriggio e sono andati avanti fino a notte per poi riprendere ieri mattina e concludersi in serata, imprimendo così una netta accelerata a uno primo programma di attività fissato dopo il recupero dei corpi. Con la sua équipe Polidoro ha confermato, alla presenza di un consulente nominato dai Di Giacomo, che la morte è avvenuta in seguito delle esplosioni e, stamani, risponderà a una serie di quesiti del pm proprio per chiarire le cause del decesso. Ha inoltre eseguito sui corpi dei quattro una serie di radiografie e i prelievi necessari non solo per gli esami istologici ma anche, eventualmente, per l’esame del Dna, laddove dovesse rendersi necessaria l’identificazione. I cadaveri, non completamente integri a seguito delle deflagrazioni, sono stati comunque identificati sulla base di alcune caratteristiche fisiche note ai parenti. Sarà il pm a decidere se, a questo punto, le salme possono essere restituite alla famiglia Di Giacomo o se, invece, si rendono necessari altri approfondimenti. Il paese, intanto, si prepara «al primo lutto cittadino della storia di Città Sant’Angelo», dice il sindaco Gabriele Florindi che conosce benissimo questa famiglia, al punto da definirli tutti «amici fraterni», oltre che «grandi e onesti lavoratori». Se il trofeo Matteotti ha osservato, ieri, un minuto di silenzio il centro angolano si fermerà tutto per l’ultimo saluto ai quattro uomini, tutti giovani, che hanno perso tragicamente la vita sul posto di lavoro e proprio in vista della cerimonia funebre, che si svolgerà in una delle quattro chiese del territorio, stanno arrivando al sindaco le adesioni di moltissimi Comuni della zona, che hanno intrattenuto rapporti con i Di Giacomo, leader a livello nazionale nel settore dei fuochi. Ci saranno, tra gli altri, i rappresentanti di Nicolosi, in Sicilia, che nei giorni scorsi stavano partecipando proprio qui alle manifestazioni per celebrare il collaudato gemellaggio tra i due centri. Ma quei boati, la distruzione, la morte, hanno spento la festa.

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