Ma gli interessati sperano nella Consulta 

«Il testo è incostituzionale. Se il principio passa sono a rischio anche le pensioni degli italiani»

L’AQUILA. Tace, la politica, dopo l’approvazione alla Camera della legge Richetti, la riforma del trattamento pensionistico di parlamentari e altri rappresentanti eletti, che prevede la riduzione dei vitalizi percepiti dagli ex parlamentari e l’innalzamento dell’età pensionabile. Nessuna dichiarazione ufficiale, da parte di ex amministratori regionali che già percepiscono un vitalizio, a volte minimo. «Un precedente gravissimo», dice uno di loro, che sul finire degli anni ’90 ricopriva l’incarico di consigliere regionale, «se dovesse passare anche al Senato. Non credo, tuttavia, che supererebbe lo scoglio della Consulta, visto che si creerebbe un gravissimo vulnus costituzionale. La sensazione», aggiunge non senza una nota di amarezza, «è che abbiano voluto dare il via libera a questa legge solo per salvarsi la faccia, confidando nel fatto che la Corte Costituzionale non potrà non osservarla. Come dire, noi ce l’abbiamo messa tutta, ma poi sono stati altri a bocciarla».
Tra l’altro, spiega ancora l’ex consigliere, non è ancora chiaro che tipo di ripercussioni questo provvedimento potrà avere sulle regioni, che dovranno limitarsi a recepire la norma. «Che ne sarà delle regioni a statuto speciale? Varrà anche per loro? E in caso contrario», osserva, «non si aprirà un fronte di disparità rispetto alle altre?». Secondo un altro ex esponente di spicco della politica regionale, una valutazione andrebbe fatta caso per caso. «È dal 1975 che sono in politica», dice, «ho ricoperto una serie di incarichi, e adesso percepisco una somma netta che si aggira sui 1200 euro. Possiamo discutere sulla non cumulabilità dei vitalizi, così come si può discutere sul prelievo di solidarietà, però bisogna tenere in considerazione che chi ricopre incarichi elettivi spesso è costretto a lasciare la propria professione, con tutto quello che ne consegue sul piano economico e previdenziale. Quello che è aberrante è stabilire la retroattività della legge. Ci sono persone che hanno costruito una vita basandosi sulle leggi vigenti, e se la ritrovano scombinata. Se passa questo principio, gioco forza, prima o poi passerà anche quello che il 70% delle pensioni italiane possono essere ritoccate».
Angela Baglioni
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