"Magliette, bistecche e arrosticini a spese dell'Aca", sette indagati a Pescara

L'inchesta sul presunto falso in bilancio. Nel mirino i rimborsi per cene a Minsk e regali spagnoli Il consulente: crescita delle indennità chilometriche

PESCARA. «Non sono da considerare giustificabili i rimborsi per l’acquisto di sette chili di bistecche e 400 arrosticini nell’agosto 2012». C’è anche uno spaccato sui rimborsi e sulle spese di rappresentanza dell’ex presidente dell’Aca Ezio Di Cristoforo e del suo vice Giuseppe Di Michele nella consulenza di Gianluca Vita allegata agli atti del procedimento madre sull’Aca.

Un intermezzo del consulente tra l’esame dei bilanci che inizia così: «Mi preme rilevare il malcostume dei rimborsi», dice il professionista marchigiano nella sua relazione e «la crescita esponenziale delle indennità chilometriche al presidente e al vice presidente gestite come rimborsi: questi sono aumentati del 46.5 %» introduce, prima di elencare regali in Spagna, cene a Minsk in Bielorussia, bistecche e arrosticini. «Tutte spese sostenute e richieste a rimborso da Di Michele senza alcuna autorizzazione allegata alla relativa nota spese», dice il consulente. Nella relazione, così, si fa riferimento ad alcuni regali che sarebbero stati acquistati da Di Michele ma, si domanda il consulente della procura, «non si comprende a quale titolo vengano rimborsati regali da Saragozza (nella foto) come la “camiseta basilica” o l’entrata alla Torre del Pilar, il monumento principale di Saragozza così come spese di ristoranti per due pranzi da 123 euro e 196 euro».

Sospetto sarebbe poi anche un viaggio a Minsk nell’ottobre 2010 per cui il consulente annota un pasto da venti coperti per 843 euro e scrive: «Rilevo il malcostume dei rimborsi spese relativi a spese di rappresentanza e in particolare delle spese di ristoro sempre superiori a 100 euro con numerosi coperti ma sempre», annota il consulente, «senza alcuna indicazione dei partecipanti al banchetto e, soprattutto, in spregio alla norma che chiede per gli enti pubblici una regolamentazione interna delle spese di rappresentanza, primo elemento necessario per un’azione pubblica legittima».

In questo quadro rientrano, per l’accusa, i 400 arrosticini e i sette chili di bistecche considerati dal consulente «ingiustificabili».

Ci sarebbero anche queste voci a raccontare, per il consulente della procura, la «mala gestione» degli ex vertici dell’Aca coinvolti nella nuova inchiesta per falso in bilancio e truffa per cui si ipotizza la cifra di danni per 4 milioni di euro in quattro anni. (p. au.)

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