«Mamme, così la scuola ha protetto i vostri bimbi» 

Parla il dirigente scolastico della Mariele Ventre dove una donna voleva prelevare due alunni «La mia più ampia riconoscenza alla bidella e all’insegnante, sono state attente e professionali»

L’AQUILA. È in un edificio multicolore di Pettino, periferia ovest dell’Aquila, che ha rischiato di materializzarsi l’incubo di ogni genitore, con un’estranea che arriva e chiede di prelevare due alunni. Le barriere di protezione innalzate dalla scuola hanno funzionato alla perfezione e ore dopo la divulgazione della notizia choc, rimbalzata di telefonino in telefonino, ci sono solo un gran vociare di bambini e un dirigente scolastico che con serafica calma racconta l’accaduto.
Dottor Gilberto Marimpieri, paura passata?
«Paura poca, direi più una tempesta in un bicchiere d’acqua. Vero, alcuni genitori si sono preoccupati, ma è normale. Dovreste evidenziare solo una cosa…».
Prego.
«Un elogio a Elena Rossi e Ilaria Tresca, questo dovete metterlo a caratteri cubitali».
Chi sono?
«L’insegnante e l’operatrice scolastica che hanno impedito che avvenisse un fatto gravissimo e che hanno gestito al meglio la situazione, tant’è che gli stessi bambini sono tranquillissimi e non si sono accorti di nulla: il problema siamo noi adulti. Quello che è capitato qui potrebbe accadere ovunque».
Merito della bidella, quindi, ci faccia parlare con lei.
«Meglio di no. La signora Ilaria è molto timida, si è sentita al centro di una situazione più grande, ha fatto semplicemente il suo dovere e ha allontanato in modo deciso questa persona che senza autorizzazione voleva prelevare due alunni».
Per lei una giornata molto frenetica.
«Questo sì. Ero a Scoppito quando mi hanno chiamato e sono arrivato subito all’istituto Mariele Ventre. Ero uscito mezz’ora prima perché, avendo la reggenza, sono andato nell’altra scuola per firmare dei documenti. Altrimenti mi ci sarei trovato anch’io. Sono tornato indietro di corsa e la polizia è arrivata dopo pochi minuti. Mi auguro che episodi del genere non debbano ripetersi, questa è una città tranquilla e la zona di Pettino dove si trova l’istituto lo è ancora di più; siamo una piccola comunità e questa è una gran fortuna».
Prima ha detto che il problema siamo noi adulti. Si spieghi meglio.
«Ne ho sentite e lette tante. Anche tra le mamme c’è stato un rapido tam tam. A quel punto ho voluto dare una comunicazione immediata, chiara, sintetica e precisa su quanto accaduto, proprio per evitare chiacchiere al vento. Penso che gli stessi genitori abbiano apprezzato».
Come ha tranquillizzato le mamme?
«Dicendo loro che la situazione è stata sotto controllo in ogni istante e che i nostri operatori hanno gestito con professionalità quanto avvenuto. Sono rimasto ovviamente sorpreso da questo clamore mediatico, ma capisco che è un fatto inusuale per una piccola realtà».
Cos’ha detto all’insegnante e all’operatrice scolastica?
«Ho dato la mia più ampia riconoscenza, perché sono persone che con diligenza e senza farsi prendere dal panico hanno saputo gestire una problematica. Ma sono convinto che anche altre persone presenti in questa scuola avrebbero saputo fare altrettanto, perché qui c’è tanta professionalità. La scuola la conosco da un mese e mezzo, ma posso ribadire con forza che abbiamo persone di valore umano e professionale. I genitori possono stare tranquilli. Un fatto del genere, in una grande città come Roma, potrebbe accadere più frequentemente, forse, con qualche rischio in più. Ma qui abbiamo una comunità presente e attenta. La mia comunicazione è stata chiara e sintetica proprio per evitare ulteriori problematiche. E l’immagine della scuola ne esce molto bene. Ho avvertito immediatamente il direttore dell’Ufficio scolastico regionale».
Scuola moderna, colorata, sicura. Abbiamo notato anche tante telecamere all’ingresso.
«Le telecamere? Non credo siano funzionanti, non so, ma non è una mia competenza».
Qualcuno dal Comune l’ha chiamata?
«No, ma sono convinto che una telefonata arriverà».
E i genitori?
«Mi hanno chiamato diverse mamme, per sapere dell’accaduto e per ringraziarmi della comunicazione fatta. Non cambierei una virgola di ciò che ho scritto. Abbiamo protetto i bambini, come è nostro compito».
E se dovesse ricapitare?
«Nessun estraneo può entrare in questo istituto. Ho un elenco di bambini che devono uscire prima, perché ovviamente con i nostri numeri non possiamo conoscere tutti (circa 490 alunni, ndr). Abbiamo le deleghe dei genitori per le persone autorizzate a riprendere i loro figli, come ad esempi nonni e zii. È tutto registrato e organizzato».
E la donna che ha tentato di prelevare i bimbi?
«Ha sicuramente dei forti disagi. Allontanata dalla bidella, si è imbattuta nella nostra insegnante che stava parcheggiando l’auto. Ha tentato di rubarle una borsa. Ma una cosa vorrei saperla io».
Ovvero?
«Perché una persona con simili problematiche stava in giro. Ora ho letto che le hanno dato un foglio di via obbligatorio e spero possa bastare».
Quest’episodio dimostra però che un disagio sociale esiste, anche in una piccola comunità, come lei dice.
«Ed è qui che la scuola deve dare, come dà, un supporto importante. Una scuola come la nostra lavora molto per tutelare le affettività e i sentimenti delle nuove generazioni. Cultura e lettura sono fondamentali per formare i giovani, per prepararli alla vita. Motivo per cui facciamo tante attività, come ad esempio per la motoria. C’è un movimento sano e sono orgoglioso di tutto questo».
Il telefono squilla da stamattina…
«Alcuni genitori si sono preoccupati, com’è normale, ripeto. Ma nessun bambino è entrato in contatto con questa persona problematica, nessun bambino stava uscendo da scuola, nessun bambino è stato in pericolo».
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