Manovra, corteo funebre contro i tagli al sociale

Carro funebre con dentro una carrozzella, seguito da altre carrozzine vuote. Così circa 200 persone, tra cui 52 disabili, hanno protestato a Pescara contro i tagli previsti dalla finanziaria. Poi la lettera appello a Napolitano

PESCARA. Almeno 200 persone, tra cui 52 disabili in carrozzina, accompagnatori, lavoratori dell'indotto e comuni cittadini, provenienti da tutto l'Abruzzo, hanno celebrato a Pescara i funerali di pensioni di invalidità e indennità di accompagnamento per protestare contro i tagli al sociale previsti dalla manovra finanziaria. Un lungo corteo funebre ha sfilato per oltre mezz'ora in piazza Italia, passando davanti alla Prefettura e al Comune del capoluogo Adriatico.

In testa al corteo, oltre ad un complesso musicale vestito a lutto, c'era un carro funebre contenente una carrozzella, seguito dalle carrozzine vuote delle persone con disabilita gravi che hanno aderito all'iniziativa, pur non potendo essere fisicamente presenti. Tanti i cartelloni e gli striscioni con scritte come, ad esempio, "figli di un Dio minore" o "l'olocausto silenzioso dei disabili".

Alla manifestazione, organizzata dalle diverse associazioni di disabili della regione, hanno preso parte diversi esponenti del mondo politico, tra cui il deputato pescarese Vittoria D'incecco (Pd), che, vestita a lutto con tanto di velo nero, ha parlato di una "vergogna", il segretario regionale del partito democratico, Silvio Paolucci, che ha definito la manovra un "disastro", il capogruppo dei verdi in Consiglio regionale, Walter Caporale, e i consiglieri regionali Marinella Sclocco (Pd) e Nicoletta Verì (Pdl).

I disabili abruzzesi, dopo aver celebrato oggi a Pescara i funerali di pensioni di invalidità e indennità di accompagnamento per protestare contro la manovra finanziaria, chiedono aiuto al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, con una lettera consegnata stamani, a margine del corteo funebre, al prefetto di Pescara, Vincenzo D'Antuono, per chiedere "un deciso intervento in favore dei figli svantaggiati".

"Noi purtroppo siamo i figli che hanno problemi, quelli nati con qualche 'difetto' o quelli che hanno avuto la sventura di incontrare, nella loro vita, la disabilità", si legge nel testo. "Se ti disturbiamo in questa occasione è perché, secondo noi, in questo momento storico di crisi economica, potrebbe accadere qualcosa di molto grave a nostro danno".

"Ti chiediamo solo un deciso intervento in favore di quei figli svantaggiati", prosegue la lettera, "che, sicuramente non sono causa del disastro finanziario esistente, ma rischiano di diventarne le vittime principali. Non chiediamo nessun favore, vorremmo solo il rispetto di diritti come le Pari Opportunità e la Non Discriminazione, appellandoci alla Costituzione e alla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità".

"Confidiamo nella tua grande umanità e nel tuo senso di giustizia ed equità", concludono i disabili, "con la speranza di non dover subire una ennesima discriminazione che getterebbe nella disperazione più di due milioni di cittadini".
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