Masci: una medaglia per tutta la città, Pescara sale di livello 

Il sindaco: Tajani mi ha detto che sarà un evento eccezionale Il messaggio ai pescaresi: siano orgogliosi, il mondo sarà qui

PESCARA. Negli annali di Pescara, Carlo Masci sarà il sindaco che ha portato il G7 in città: «Tutti al posto mio ne sarebbero fortemente orgogliosi perché il G7 è una medaglia che si attacca al petto di tutta la città, non la indosso soltanto io. Il sindaco è stato semplicemente il tramite. In questi anni, sono stato il sindaco del Covid e, adesso, vivo questa bellissima esperienza del G7». Mancano quattro giorno all’inizio del G7 Sviluppo che porterà a Pescara i ministri degli Esteri di Italia, Usa, Canada, Regno Unito, Francia, Germania e Giappone, oltre a trenta delegazioni di Paesi emergenti. «Il G7 è una grandissima sfida: da quando Pescara è nata, non c’è mai stato un evento del genere», dice Masci, «e forse non ci sarà mai più».
E com’è nata l’idea di una riunione del G7 a Pescara?
«Più di un anno e mezzo fa, ho detto al ministro Antonio Tajani che Pescara era pronta per accogliere una manifestazione di livello internazionale: “Quando riterrai, Pescara risponderà presente”, gli ho detto. E lui non se l’è fatto ripetere due volte. Con la direzione italiana del G7, mi ha contattato e mi ha detto: “Carlo, possiamo portare a Pescara un’iniziativa del G7”. E adesso manca davvero poco».
Il conto alla rovescia è iniziato: Pescara è pronta?
«La città era pronta già un anno e mezzo fa. Adesso, è certamente più bella, accogliente, performante e sono ancora più sicuro che faremo una grande figura. Del resto, siamo stati selezionati per ospitare il G7 Sviluppo, non è stato un regalo».
È come se la città avesse superato un esame?
«Se non fossimo stati nelle condizioni di ospitare una manifestazione così, la riunione ministeriale non sarebbe mai stata fatta qui».
Cosa porterà il G7 a Pescara?
«Una grande visibilità alla nostra città: ci sono 200 giornalisti accreditati da tutte le parti del mondo. E poi proietterà Pescara a un livello superiore».
Quindi, lei dice che il G7 segnerà un salto di categoria per Pescara?
«Sì, il G7 metterà Pescara all’attenzione del mondo e la nostra città entrerà in una fascia di posti in cui è possibile organizzare eventi internazionali».
Ha già pensato a cosa dirà al primo discorso?
«Che Pescara è da sempre la città dell’accoglienza: qui chiunque può trovare un’opportunità di vita. E proprio qui si svolgerà un appuntamento di cartello del G7 come la Conferenza umanitaria dei paesi del Mediterraneo: Pescara è sempre stata una città di pace, questo il messaggio che sarà lanciato».
È nato il Coordinamento No G7 con Rifondazione comunista, sindacati e associazioni, lo sa?
«Tutti hanno diritto di manifestare nella piena libertà, rispettando le regole e sono certo che questo avverrà. Del resto, il mondo cresce dal confronto tra idee diverse».
Ai pescaresi bloccati dai divieti cosa dice?
«Tutti dobbiamo essere orgogliosi che Pescara sia il teatro di una manifestazione mondiale in cui si discuterà dello sviluppo economico di Paesi del sud del mondo, della pace e degli aiuti umanitari al Medio oriente, dei rapporti tra industria e politica con il B7 e di sostenibilità ambientale con InsiemepergliSdg. In questi tre giorni, la città sarà rivoluzionata nei ritmi, ci saranno anche dei disagi ma sarà per il G7: una vetrina incredibile».
Le fa più piacere essere stato il sindaco che ha abbattuto il Ferro di cavallo o il sindaco che ha portato il G7 a Pescara?
«Sono due cose tanto diverse ma anche collegate: entrambe dimostrano la determinazione nel fare cose necessarie a migliorare la città e il mondo. E noi non ci tiriamo mai indietro, per questo ci capita di vincere sfide che all’apparenza sembravano impossibili».
Quando ha sentito Tajani l’ultima volta?
«L’ho visto domenica mattina a Perugia in una manifestazione di Forza Italia e mi ha detto che, a Pescara, faremo una cosa eccezionale e gli ho risposto che noi siamo prontissimi. A Pescara ci sarà il mondo».