Mascia: consiglieri, basta assenze

Il sindaco apre alla proposta Idv per cancellare la doppia convocazione

PESCARA. In tempo di crisi e di denaro liquido ridotto all'osso, la proposta di razionalizzare le spese partendo dai costi della politica raccoglie proseliti tra amministratori e rappresentanti della società civile. Tutti d'accordo o quasi, almeno a parole, con l'idea dell'Idv. L'esigenza di ridistribuire le risorse destinate ai politici, eliminando gli sprechi e tagliando il superfluo, alletta il sindaco Luigi Albore Mascia, che apre alla proposta di delibera presentata dal capogruppo dell'Idv Adelchi Sulpizio. «Il dibattito c'è da diversi anni», fa notare il primo cittadino, «ben venga la razionalizzazione degli emolumenti per assessori e consiglieri. In linea generale, sono d'accordo con qualsiasi provvedimento che possa migliorare la fruttuosità dell'assemblea civica».

La proposta presentata da Sulpizio prevede di cancellare dal regolamento comunale il comma uno dell'articolo 10. È la norma che consente ai consiglieri di usufruire di due convocazioni per ogni seduta di commissione, con relativo gettone di presenza pari a 64,56 euro. Lo stralcio permetterebbe di evitare il pagamento del benefit per le commissioni convocate in prima seduta e che vanno sistematicamente deserte. «Valuteremo tutto con attenzione», assicura, possibilista, il presidente del consiglio comunale Licio Di Biase. Da destra a sinistra, gli amministratori si dicono pressoché d'accordo con la riduzione dei costi della politica. Si calcola che ogni mese il Comune versi oltre 50 mila euro solo per gli stipendi dei consiglieri, a cui si aggiungono i compensi del sindaco (6.189 euro lordi), del suo vice (4.641) e degli altri assessori (fino a 3.713 euro). L'idea piace anche ai rappresentanti dell'imprenditoria e della società civile.

«La politica deve dare il buon esempio», è l'idea di Daniele Becci, presidente della Camera di commercio, «mentre da più parti si richiedono sacrifici, la classe dirigente deve adoperarsi concretamente per frenare la lievitazione delle spese personali». «Le indennità previste per legge sono fin troppo alte», tuona Carla Panzino, ex assessore alle Politiche sociali, «i soldi dei contribuenti vanno spesi per altro, c'è bisogno di rigore e rispetto». Tra i politici che siedono tra i banchi della minoranza, Giovanni Di Iacovo (Sel) contesta «l'immoralità delle commissioni convocate in prima e in seconda seduta» e arriva a ipotizzare «l'introduzione di tornelli per disciplinare le sedute». Sulla stessa linea anche Adele Caroli e Nico Lerri, che puntano all'elargizione del gettone di presenza «solo quando c'è un'effettiva partecipazione alla seduta».

Maurizio Acerbo (Prc) rispolvera una vecchia proposta del senatore Glauco Torlontano: «Le indennità vanno ridotte, si dovrebbe creare un sistema simile a quello della Camera dei deputati, con l'obbligo per i consiglieri di partecipare almeno al 50 per cento delle votazioni». «La vera vergogna», prosegue, «è il proliferare di commissioni senza un ordine del giorno preciso, convocate solo per ricevere i gettoni di presenza». «È un dovere dei consiglieri partecipare alle commissioni, vuol dire lavorare per il bene della città», osserva Moreno Di Pietrantonio, capogruppo del Pd. Fuori dal coro Enzo Del Vecchio (Pd) che contesta il «falso moralismo di Sulpizio». «La doppia convocazione», rimarca, «è prevista dal codice civile e non comporta nessun danno patrimoniale per l'ente. Appartiene all'etica dei singoli evitare di approfittare delle convocazioni deserte».

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