Melma e liquami sul lungomare sud
L’acqua putrida è venuta fuori dai tombini della riviera di Porta Nuova prima della grandinata di lunedì mattina
PESCARA. L’acqua putrida è venuta fuori dai tombini della riviera di Porta Nuova lunedì mattina, qualche ora prima della grandinata che ha mandato in tilt la città. Almeno tre o quattro dita di melma si sono riversate sui vialetti di accesso agli stabilimenti balneari, nel tratto compreso tra i lidi Corallo, Il Pirata e Ombretta. L’odore acre di fogna e i liquami stagnanti per più di 24 ore hanno convinto i gestori delle concessioni balneari a sollecitare, ieri mattina, l’intervento del Comune e dell’Aca, l’azienda comprensoriale acquedottistica, per chiedere di liberare al più presto il lungomare allagato. Ma al momento l’appello dei proprietari degli stabilimenti sembra caduto nel vuoto. Mentre le lamentele dei clienti e dei cittadini di passaggio si fanno sempre più insistenti.
«Ho pagato di tasca mia per acquistare una pompa idrovora per cercare di togliere questo schifo», lamenta Angelo Sissa del Pirata, «ho asportato l’acqua sporca per tre ore, ma dopo qualche minuto stavamo punto e da capo: dai tombini continuava a uscire di tutto. Questo problema non lo risolviamo così. Occorre che intervenga il Comune o l’Aca. Abbiamo provato a telefonare non so più quante volte, abbiamo addirittura perso il conto. Ma nessuno ci dà retta, noi paghiamo fior di quattrini per non ricevere nessun servizio in cambio». Il proprietario dell’hotel California, dall’altro lato della strada, ricorda di aver sollecitato il Comune di Pescara «dal 1993» per intervenire radicalmente sul problema delle condotte fognarie che non tirano a sufficienza l’acqua piovana e, ripetutamente, esplodono e riversano i liquami sulla riviera sud.
«Un bambino è scivolato ed è finito nella melma sotto ai miei occhi», racconta Antonio Di Girolamo, ex consigliere provinciale, che ieri mattina ha cercato di contattare in tutti i modi i vertici dell’Aca senza successo. E mentre, ancora una volta, compone i numeri del servizio clienti, in piedi davanti alla pozza di acqua sporca, un anziano che avanza a bordo di una bicicletta si distrae un attimo, la ruota anteriore si gira su se stessa e lui perde l’equilibrio. «Che cosa è successo qui?», chiedono due giovani donne pochi minuti prima di cambiare lato della strada, visibilmente infastidite dalla puzza e dal pantano che si allarga per decine di metri. Sommerse anche le ruote delle automobili parcheggiate accanto agli ingressi degli stabilimenti di Porta Nuova.
«La gente che dovrebbe venire al mare si lamenta», aggiunge Angelo Sissa, «anche i nostri fornitori che dovrebbero scaricare il materiale non sanno come fare per raggiungere i locali. Abbiamo messo una passerella, ma non è sufficiente. In questo modo, purtroppo, non si incentiva il turismo». «Ieri (lunedì per chi legge n.d.r.)», sottolinea Vanni dello stabilimento Ombretta, «davanti all’entrata del bar c’era un fiume d’acqua sporca. Soprattutto nelle ore successive al temporale. Poi per fortuna l’acqua è stata asportata e non è più venuta fuori. I disagi quindi sono stati limitati, anche se il problema lo abbiamo avuto e la puzza si sente ancora».
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