Messa per Alessandro, la madre: «Ve lo chiedo in ginocchio: aiutatemi a trovare il colpevole» /VIDEO
Folla alla cerimonia celebrata dal parroco tifoso don Cristiano, presente anche il sindaco e la comunità italo-venezuelana. L'appello di Laura Lamaletto ai giovani: non frequentate ambienti che non dovete
SPOLTORE. «Ve lo chiedo in ginocchio: aiutatemi a trovare il colpevole. Vi prego, per favore, non fate che mio figlio sia morto invano». Sono le parole della madre Laura Lamaletto a dare significato a una cerimonia funebre, quella svoltasi oggi alla parrocchia di San Camillo a Villa Raspa di Spoltore (Pescara) senza il defunto. Perchè anche senza Alessandro Neri, il 28enne di Spoltore ucciso con due colpi di pistola e trovato morto l'8 marzo scorso in un canale alla pineta sud di Pescara, i familiari hanno scelto la casa di Cristo per chiedere giustizia e verità, e soprattutto aiuto, alle centinaia di persone accorse alla messa commemorativa voluta con tutte le forze proprio dalla donna. E sono tanti gli amici di Nerino che saranno al suo fianco e a quello del padre Paolo Neri e dei fratelli Massimiliano e Paolo junior. La cerimonia si è aperta con uno struggente brano del "The Precious Gospel Singers", coro di Pescara che ha preso parte al rito per volontà dei genitori del giovane.
La messa ha inizio davanti a una foto gigante di Alessandro sistemata vicino all'altare. La chiesa è strapiena, più di duecento persone restano in attesa nella piazza esterna. A celebrare la messa il parroco tifoso don Cristiano Marcucci: «Insieme vogliamo affidare a Dio Alessandro», dice don Cristiano. «Lo portiamo nel cuore, con la sua magica bontà. Chi lo ha conosciuto lo sa, la bontà era la sua forza e la sua più grande debolezza, ecco perché ha pagato il prezzo più alto. La cosa più innaturale che possa accadere su questa terra - ha proseguito - è un genitore che perde un figlio. Quando la persona cara che si perde è un figlio, per di più perso in una situazione brutta, questo vuoto credo si possa chiamare col suo nome: baratro. Mi ha colpito in questi giorni che tutta la nostra città di Pescara e non solo ci siano stati in qualche modo dentro. Dentro questo vuoto. Le persone che amiamo sono con noi sempre, oltre la dimensione dello spazio e del tempo. In questa settimana sono sempre andato a casa di Laura e Paolo Neri - ha proseguito il religioso - e ho sempre trovato tanta gente. Si sentiva l'aria di una famiglia accogliente, piena, con mille difficoltà e fragilità come tutte le famiglie. Vi ringrazio pubblicamente perché la dignità con cui affrontate questo dramma per me è stata molto edificante. Esternamente possiamo chiedere di fare chiarezza alle forze dell'ordine e alle autorità competenti, come fanno i parenti. È giusto sapere la verità, ma questo sarebbe troppo poco. Non toglie il buio. È qualcosa di fuori e le cose di fuori sono sempre molto superficiali. Noi possiamo non scappare da questo vuoto, possiamo abitarlo. E quando non scappo dal baratro e dal buio - ha aggiunto - mi accorgo che quel buio e quel baratro non mi risucchiano, non mi ammazzano. Un vuoto abitato, con tutto il suo dramma, con la forza interiore che ognuno ha, comincia a diventare un pieno. Oggi Alessandro con la sua storia ci presenta un vuoto immenso. Quando non scappiamo dai vuoti, la vita rinasce e acquista in qualche modo un'altra dimensione. Questo vuoto non lo possiamo illuminare ma alla famiglia di Alessandro possiamo dire "siamo con voi dentro questo vuoto"», ha concluso il parroco.
A messa finita, è stata la madre Laura a prendere la parola. Ed è stato un appello a tutti i giovani. «È ufficiale, Ale è un angelo. I suoi amici hanno addosso una maglia in cui c'è scritto che "ci vuole un secondo per ricordarti e una vita per dimenticarti". Non ti dimenticheremo mai. Ale non è morto invano. Vi prego, vi scongiuro, non frequentate ambienti che non dovete. Se lui è ora in cielo vi proteggerà. Andate sulla retta via. Dovete convertirvi, avete famiglia, figli». È l'appello, agli amici del figlio, lanciato da Laura Lamaletto, mamma di Alessandro Neri, il 29enne ucciso a colpi di arma da fuoco e trovato morto giovedì 8 marzo in un canale alla periferia di Pescara. La donna ha preso la parola al termine della messa per il figlio, visibilmente provata e commossa. Rivolgendosi alle centinaia di persone intervenute ha esordito dicendo «Oddio quanti siete». «Ve lo chiedo in ginocchio: aiutatemi a trovare il colpevole. Vi prego, per favore, non fate che mio figlio sia morto invano. Vi chiedo di aiutarmi a trovare chi ha fatto questo a mio figlio. Non ho sete di vendetta, nessuno della nostra famiglia ce l'ha. Vogliamo solo sapere la verità - ha aggiunto estremamente commossa - è giusto che si sappia perché ce l'hanno tolto in un modo molto cruento. Ale riposa in pace, ma ha bisogno della verità anche lui. Non facciamo cadere il buio e le tenebre intorno ad Ale, la verità deve venire fuori. Non piangete la morte di Ale, dovete ridere, come a lui farebbe piacere; non fate che mio figlio muoia una seconda volta». Anche all'esterno della chiesa la donna ha chiesto aiuto per trovare i responsabili alle persone che le si avvicinavano per salutarla.
Al termine della messa un lungo applauso ha accolto la foto di Alessandro all'esterno della chiesa, dove sono stati liberati in aria palloncini bianchi e azzurri tra la commozione generale. Successivamente i tifosi della curva Nord - Neri era un grande appassionato del Pescara Calcio - hanno acceso dei fumogeni ed intonato dei cori per Nerino, come era soprannominato il giovane. «Sarai sempre con noi, non ti lasceremo mai. Onore a te, grande amico», hanno cantato. Gli stessi poi hanno sistemato corone di fiori in una piazzetta vicina alla chiesa, dove è stato realizzato un murales con la scritta «Nerino nel cuore». Alla messa ha partecipato anche il sindaco di Spoltore, Luciano Di Lorito, per esprimere alla famiglia Neri la vicinanza della comunità locale.