«Mi mancherà il suo sorriso etrusco»
La commozione del ministro Bondi: quanti viaggi insieme in Abruzzo
«Pietro mi mancherà e mancherà a tutti, ci mancherà quel sorriso etrusco che lui amava, quello sguardo sul mondo che rivela l’amore per la vita e al tempo stesso lo sguardo alle verità ultime che ora Pietro potrà contemplare».
E’ Sandro Bondi, l’amico, il collaboratore, il compagno di tanti viaggi quello che parla, più che il ministro per i Beni culturali nel nuovo governo Berlusconi o l’ex sindaco di Fivizzano.
Bondi era ieri al funerale di Pietro Cascella il personaggio politico più importante, ma non era a Pietrasanta in visita ufficiale, di rappresentanza, era ai funerali dell’amico scultore in veste di amico di famiglia.
Non a caso appena arrivato al complesso di Sant’Agostino, ieri intorno alle 15,35, non ha voluto rilasciare dichiarazioni. Si è chiuso nella cappella sconsacrata dove era stata allestita la camera ardente con la moglie del maestro, Cordelia von den Steinen, i figli Jacopo e Tommaso e un pugno di familiari strettissimi.
Le porte sono state chiuse e i tanti, tantissimi amici e parenti che sono arrivati in Toscana a rendere omaggio a Cascella sono stati fatti allontanare. Cinque minuti di raccoglimento davanti alla bara chiusa coperta di fiori. Poi il brevissimo tragitto verso il Duomo dove si sono svolti i funerali. Solo al termine della cerimonia il ministro ha parlato con la stampa e con il Centro in particolare.
Ministro, un ricordo personale dei suoi tanti viaggi in Abruzzo con il maestro?
«Per Pietro uno dei valori fondamentali era l’amicizia e ricordo i tanti nostri viaggi a Pescara, in Abruzzo, nella sua casa di Spoltore. Cascella da quella casa vedeva i monti del suo Abruzzo, il Gran Sasso in particolare. Ricordava sempre la Bella addormentata che si vedeva molto bene. E poi ricordo ancora i tanti viaggi che abbiamo fatto nelle abbazie dell’Abruzzo. Quella di San Clemente a Casauria, l’abbazia di San Giovanni in Venere (si interrompe per un attimo per la commozione ndr)».
«I nostri viaggi», riprende Sandro Bondi, «si concludevano sempre con una visita ai monumenti della sua regione. Ma ricordo anche le tante passeggiate che facevamo insieme a Fivizzano (il paese dove c’è il castello la Verrucola dove il maestro viveva con la moglie Cordelia, ndr).
«E poi», riprende Bondi, «ricordo con affetto quando andavamo a comprare il pane fatto in casa, sono tanti i ricordi...».
L’amicizia e l’appoggio di Pietro Cascella le verrà a mancare proprio adesso, proprio nel momento in cui lei assume il dicastero dei Beni culturali.
«Sì, perché avevamo sempre parlato di tanti progetti, che riguardavano l’arte, l’aiuto agli artisti, e naturalmente avrebbe potuto aiutarmi in questo momento, ma... (si commuove ancora ndr) ora mi aiuterà in un altro modo».
Bondi ha poi salutato tutti i parenti del maestro. Oltre, ovviamente, ai figli Jacopo e Tommaso, anche quelli venuti dall’Abruzzo, in particolare la sorella di Pietro, Giannetta.
Poi un ultimo saluto alla bara, una carezza ideale e reale per rendere l’ultimo omaggio a un personaggio importante per la sua vita personale e politica.
Fu infatti proprio Pietro Cascella a far conoscere Sandro Bondi a Berlusconi.
Bondi era l’ex sindaco comunista di Fivizzano. Berlusconi non ancora scendeva in campo e da tempo si affidava a Cascella per consulenze artistiche e per la realizzazione delle magnifiche sculture. Cascella presentò il giovane amico dicendo a Berlusconi, in dialetto pescarese: «Faje fa’ cacche cose a stu brave uaglione».
Berlusconi l’ha preso in parola e Bondi è diventato, negli anni, prima portavoce dell’attuale premier, poi coordinatore di Forza Italia e oggi ministro per i Beni culturali.
E’ Sandro Bondi, l’amico, il collaboratore, il compagno di tanti viaggi quello che parla, più che il ministro per i Beni culturali nel nuovo governo Berlusconi o l’ex sindaco di Fivizzano.
Bondi era ieri al funerale di Pietro Cascella il personaggio politico più importante, ma non era a Pietrasanta in visita ufficiale, di rappresentanza, era ai funerali dell’amico scultore in veste di amico di famiglia.
Non a caso appena arrivato al complesso di Sant’Agostino, ieri intorno alle 15,35, non ha voluto rilasciare dichiarazioni. Si è chiuso nella cappella sconsacrata dove era stata allestita la camera ardente con la moglie del maestro, Cordelia von den Steinen, i figli Jacopo e Tommaso e un pugno di familiari strettissimi.
Le porte sono state chiuse e i tanti, tantissimi amici e parenti che sono arrivati in Toscana a rendere omaggio a Cascella sono stati fatti allontanare. Cinque minuti di raccoglimento davanti alla bara chiusa coperta di fiori. Poi il brevissimo tragitto verso il Duomo dove si sono svolti i funerali. Solo al termine della cerimonia il ministro ha parlato con la stampa e con il Centro in particolare.
Ministro, un ricordo personale dei suoi tanti viaggi in Abruzzo con il maestro?
«Per Pietro uno dei valori fondamentali era l’amicizia e ricordo i tanti nostri viaggi a Pescara, in Abruzzo, nella sua casa di Spoltore. Cascella da quella casa vedeva i monti del suo Abruzzo, il Gran Sasso in particolare. Ricordava sempre la Bella addormentata che si vedeva molto bene. E poi ricordo ancora i tanti viaggi che abbiamo fatto nelle abbazie dell’Abruzzo. Quella di San Clemente a Casauria, l’abbazia di San Giovanni in Venere (si interrompe per un attimo per la commozione ndr)».
«I nostri viaggi», riprende Sandro Bondi, «si concludevano sempre con una visita ai monumenti della sua regione. Ma ricordo anche le tante passeggiate che facevamo insieme a Fivizzano (il paese dove c’è il castello la Verrucola dove il maestro viveva con la moglie Cordelia, ndr).
«E poi», riprende Bondi, «ricordo con affetto quando andavamo a comprare il pane fatto in casa, sono tanti i ricordi...».
L’amicizia e l’appoggio di Pietro Cascella le verrà a mancare proprio adesso, proprio nel momento in cui lei assume il dicastero dei Beni culturali.
«Sì, perché avevamo sempre parlato di tanti progetti, che riguardavano l’arte, l’aiuto agli artisti, e naturalmente avrebbe potuto aiutarmi in questo momento, ma... (si commuove ancora ndr) ora mi aiuterà in un altro modo».
Bondi ha poi salutato tutti i parenti del maestro. Oltre, ovviamente, ai figli Jacopo e Tommaso, anche quelli venuti dall’Abruzzo, in particolare la sorella di Pietro, Giannetta.
Poi un ultimo saluto alla bara, una carezza ideale e reale per rendere l’ultimo omaggio a un personaggio importante per la sua vita personale e politica.
Fu infatti proprio Pietro Cascella a far conoscere Sandro Bondi a Berlusconi.
Bondi era l’ex sindaco comunista di Fivizzano. Berlusconi non ancora scendeva in campo e da tempo si affidava a Cascella per consulenze artistiche e per la realizzazione delle magnifiche sculture. Cascella presentò il giovane amico dicendo a Berlusconi, in dialetto pescarese: «Faje fa’ cacche cose a stu brave uaglione».
Berlusconi l’ha preso in parola e Bondi è diventato, negli anni, prima portavoce dell’attuale premier, poi coordinatore di Forza Italia e oggi ministro per i Beni culturali.