a medjugorie
Missionario scomparso, spunta l’ipotesi rapimento
Padre Ciciarelli potrebbe essere finito nel mirino della criminalità locale interessata al terreno destinato ai monfortiani
PESCARA. Padre Luciano Ciciarelli è stato rapito, sequestrato? La paura è forte ma non ci sono elementi concreti che, al momento, consentano di preferire questa tesi rispetto a quella dell’incidente, magari per un malore o per una amnesia. Resta un fatto, però: del missionario di 79 anni di Civitella Casanova scomparso il 2 agosto a Medjugorie, in Bosnia ed Erzegovina, non si ha alcuna notizia.
Le ricerche continuano senza sosta, giorno e notte, da parte di uomini e mezzi che stanno passando al setaccio una vasta zona, anche nei punti più difficili da raggiungere, nella speranza di trovare una pur minima traccia del passaggio del sacerdote. Ma fino ad ora non è emerso assolutamente niente e, più passano le ore, più aumenta la preoccupazione di chi lo conosce e sa di che pasta è fatto. Padre Luciano non è uno sprovveduto, anzi, e non si accoderebbe mai a uno sconosciuto. Inoltre è un grande camminatore, in grado di percorrere anche molti chilometri, nonostante l’età e nonostante il grande caldo. Ma qualcuno potrebbe comunque averlo catturato, magari perché si stava occupando della donazione di un terreno del valore di 800 mila euro all’associazione di cui era rappresentante, la Consecratio Mundi.
Su quell’area, vicino alla collina delle apparizioni divenuta famosa in tutto il mondo, pare debba sorgere una struttura destinata proprio ai pellegrini devozione alla Madonna e si teme che questa operazione possa aver infastidito qualcuno. Non ci sono richieste di riscatto ed è possibile che si tratti di una fantasia, o di una paura senza fondamento, una delle tante che affollano la mente di chi vorrebbe tanto avere notizie di padre Luciano e continua ad augurarsi che non gli sia accaduto niente di drammatico. Ma poi si affacciano altri timori, tra cui il dubbio che il sacerdote sia stato vittima della delinquenza locale. Tra le mille ipotesi sollevate a Medjugorje c’è anche quella del satanismo. Solo congetture, voci, senza alcun fondamento, avvalorate dal fatto che fino ad oggi le ricerche non hanno portato a nulla di concreto, per cui le certezze diminuiscono e gli interrogativi si moltiplicano, anche i più assurdi.
L’impegno è consistente, sul fronte delle ricerche, il gruppo impegnato sul campo è diventato via via più numeroso e comprende centinaia di persone tra polizia, protezione civile, soccorso alpino, cacciatori e volontari del posto, coadiuvati dall’Eufor (la forza di difesa dell’Unione Europea) che si è occupata anche dei rilevamenti fotografici, con un mezzo aereo. Sono stati utilizzati cani addestrati, droni e parapendii e non vengono tralasciate le aree più difficili da raggiungere.
L’allarme è alto, sulla scomparsa misteriosa, dal 7 agosto, anche se in realtà le ultime tracce di padre Luciano risalgono al 2 agosto, quando ha inviato una mail. Sono passati diversi giorni prima che venisse presentata la denuncia di scomparsa del religioso pescarese, un missionario monfortano da decenni impegnato in Perù e in America Latina in favore delle popolazioni bisognose. Il suo allontanamento è stato probabilmente sottovalutato, all’inizio, e l’albergatore che si è accorto del suo mancato rientro per giorni si è limitato a chiedere se per caso avesse raggiunto un’altra struttura, dove era atteso il 6 agosto.
Impossibile non interrogarsi su cosa sia accaduto tra il 2 e il 7, prima dell’inizio delle ricerche e prima che il caso venisse portato all’attenzione della polizia, delle autorità locali e anche dell’ambasciata, che sta seguendo il caso. Le speranze dei familiari abruzzesi, che padre Luciano non vede spessissimo ma ai quali è profondamente legato, sono state aggrappate anche al segnale del suo telefonino, che è stato captato all’inizio delle indagini. Ma non ha portato a nulla. E il silenzio continua.
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