PESCARA
Misure insufficienti per proteggere gli anziani dal Covid in un centro della provincia / VIDEO
Blitz dei Nas, denunciato l'amministratore. Trovata muffa in cucina e assenza di percorsi per il distanziamento. In Abruzzo, su sei attività ispezionate in cinque casi sono emerse irregolarità
PESCARA. Muffa e umidità sulle pareti dei locali in cui si preparano e somministrano i cibi destinati agli anziani e misure insufficienti per il contenimento della diffusione del Covid. Sono alcune delle carenze rilevate dai carabinieri del Nas in un centro residenziale per anziani della provincia di Pescara. Come rendono noto i militari, l'amministratore della società che gestisce la struttura è stato segnalato all’autorità sanitaria e amministrativa. Le carenze strutturali e organizzative sono state riscontrate dai carabinieri durante un blitz condotto nei giorni scorsi, in concomitanza con le festività pasquali.
In particolare, i locali destinati alla preparazione e somministrazione degli alimenti, si legge in una nota, erano interessati da "muffe ed umidità sulle pareti", sono state poi trovate "suppellettili non facilmente lavabili" e la "mancanza di apposito spogliatoio dedicato al personale di cucina". Quanto alle misure antti Covid, i carabinieri hanno rilevato "la mancanza di protocolli per la pulizia e la disinfezione degli ambienti, dell’individuazione di percorsi per assicurare il distanziamento interpersonale e di segnaletica per il percorso sporco/pulito".
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In totale, su sei attività ispezionate in Abruzzo, in cinque casi sono emerse irregolarità sia in materia igienico sanitaria sia per quanto riguarda i protocolli Covid-19. Nel Teramano, in una rsa è stata denunciata un'operatrice per esercizio abusivo della professione: la donna esercitava l'attività di fisioterapista pur non essendo neanche iscritta all'albo.
L'intensa campagna di controllo dei carabinieri dei Nas in ambito nazionale è stata predisposto d’intesa con il ministero della Salute, nel periodo festivo durante il quale può registrarsi una riduzione degli operatori dovuta alla fruizione di ferie e riposi lavorativi. "Tale elemento può determinare una riduzione del livello di erogazione dei servizi e situazioni di abbandono - si legge in una nota delle forze dell'ordine - le cui conseguenze per gli anziani ospiti possono accentuarsi in relazione all’emergenza sanitaria connessa con il Covid-19". Nel corso dell'operazione sono state contestate 16 sanzioni penali e 50 amministrative in tutta Italia, con l’immediata chiusura di 4 strutture ricettive (non abruzzesi). Le violazioni accertate sono connesse con carenze igieniche e strutturali, presenza di un numero superiore di anziani rispetto alla capienza massima autorizzata, spesso collocati in ambienti eccessivamente ristretti, nonché inosservanza delle misure anti contagio come la mancata sanificazione periodica e la formazione del personale in materia di prevenzione alla diffusione del contagio.