Montesilvano, il quartiere resta presidiato: famiglie accampate in spiaggia
Restano presidiate 24 ore su 24 le palazzine di via Ariosto per evitare che i senegalesi possano tornare a occuparle abusivamente
MONTESILVANO. L’emergenza dei primi giorni sembra essere quasi rientrata in via Ariosto, anche se le palazzine sgomberate restano presidiate h24. A darsi il cambio sono gli uomini della polizia di Pescara e i carabinieri di Montesilvano, coordinati dal comandante Vincenzo Falce, affiancati dai reparti speciali arrivati alla vigilia del blitz di martedì mattina da tutta Italia. Il timore è che i senegalesi possano tornare a occupare abusivamente le palazzine murate, come hanno già tentato di fare a poche ore dallo sgombero, quando alcune murature sono state sfondate e due persone sono finite in manette. Da allora le proteste sono state quasi sempre pacifiche e portate avanti solo da un gruppo di una ventina di ex residenti del “ghetto” che continuano a stazionare sul lungomare e a dormire sulla spiaggia. Anche nella giornata di ieri i senegalesi, accampati su teli e coperte con i pochi effetti personali che hanno portato via durante lo sgombero, hanno trascorso la giornata a poche centinaia di metri dalle loro precedenti abitazioni, tenute sotto controllo dalle forze dell’ordine e dove da qualche giorno sono a lavoro gli operai del Comune e della ditta che si occupa del servizio di igiene urbana in città per la rimozione delle cataste di rifiuti rimasti sul “campo di battaglia”.
Dopo la muratura degli appartamenti, infatti, nelle aree comuni delle palazzine Tillia e Viola sono stati accatastati mobili, valigie, vestiti, biciclette rotte, stoviglie e tantissimi capi di abbigliamento, borse e scarpe contraffatte che i senegalesi vendevano sulla spiaggia o nei mercatini, e che ora verranno conferiti in discarica. Quanto agli effetti personali e ai mobili che la comunità ha scelto di “salvare” dallo sgombero, invece, sono stati stoccati in magazzini messi a disposizione dal Comune in attesa di essere recuperati quando i proprietari avranno trovato un altro alloggio. (a.l.)
Dopo la muratura degli appartamenti, infatti, nelle aree comuni delle palazzine Tillia e Viola sono stati accatastati mobili, valigie, vestiti, biciclette rotte, stoviglie e tantissimi capi di abbigliamento, borse e scarpe contraffatte che i senegalesi vendevano sulla spiaggia o nei mercatini, e che ora verranno conferiti in discarica. Quanto agli effetti personali e ai mobili che la comunità ha scelto di “salvare” dallo sgombero, invece, sono stati stoccati in magazzini messi a disposizione dal Comune in attesa di essere recuperati quando i proprietari avranno trovato un altro alloggio. (a.l.)