Morti sul lavoro Pescara 5° provincia a livello italiano

Otto decessi nei primi dieci mesi dell’anno, solo uno nel 2011 Castellucci (Cgil): «Triste primato nonostante i posti persi»

PESCARA. Pescara conquista a livello regionale il triste primato di provincia con il più alto numero di morti sul lavoro nei primi dieci mesi dell’anno, con otto lavoratori deceduti (25 in tutta la Regione) mentre svolgevano le loro funzioni. A livello italiano Pescara si piazza addirittura al quinto posto per i le morti bianche. Indice di incidenza sugli occupati è molto alto, pari al 68 per cento. Rispetto al periodo gennaio - ottobre 2011 c’è stata una vera e propria impennata: dodici mesi fa fu solo uno il morto con un’incidenza dell’8,2 per cento sul totale e il 94esimo posto nella classifica nazionale. Anche nel 2010 era andata molto meglio: due le morti bianche, 69esimo posto in graduatoria e indice di incidenza sugli occupati del 16,4 per cento.

«Quello che preoccupa», spiega Paolo Castellucci, segretario provinciale della Cgil, «è che il numero delle morti bianche è aumentato nonostante la diminuzione degli occupati. E questi dati si moltiplicano aggiungendo gli infortuni. È da considerare anche che c’è molto lavoro sommerso e molti non denunciano gli incidenti per paura di perdere il posto di lavoro. Sono numeri sconcertanti, non sono più morti bianche, ma nere, insopportabili. Conquistiamo il primato ora che si sono persi i posti di lavoro. Basta pensare a tutti i lavoratori in mobilità o in cassa integrazione o a tutti i processi in corso di smobilitazione e delocalizzazione». Cgil lancia anche una campagna per la sicurezza nei luoghi di lavoro nel 2013: «Bisogna aumentare i tecnici dentro alle Asl per svolgere questi controlli. Invece di discutere di riduzione degli organici di Inps e Inail, bisogna pensare alla sicurezza e alla salute sul lavoro. Questo deve essere il piano straordinario da attuare nel 2013. Sono dati allarmanti e preoccupanti».

Le situazione non va meglio analizzando gli altri indicatori dello stato di salute del lavoro nella provincia di Pescara. Il terzo trimestre del 2012 si è chiuso con una riduzione del 3,3% degli occupati rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (0,7% rispetto al trimestre precedente).

Le previsioni a sei mesi sono addirittura catasfrofiche: crollano produzione (-25,6%), fatturato (-25%), occupazione (-24,1%), ordinativi interni (-24,6%). Valori tutti superiori alla media regionale. L’unica voce che tra sei mesi dovrebbe far registrare un segno positivo è quella relativa agli ordinativi esteri (+8,5%).

La congiuntura negativa viene anche confermata dai dati relativi agli ammortizzatori sociali nel periodo gennaio-ottobre. Le ore di cassa integrazione passano da 2 milioni 883 mila 906 dello scorso anno alle 3 milioni 183 mila 906 dei primi dieci mesi di quest’anno. La variazione è del +10,4 per cento. Allarmante il dato riferito al solo commercio: le ore di cassa integrazione in deroga sono schizzate a un +160 per cento, dalle 383 mila del 2011 alle 996 mila attuali.

Di conseguenza sale anche il numero dei lavoratori beneficiari della mobilità: 1.347 quest’anno contro i 1.184 del 2011. L’aumneto percentuale è del 13,7. Aggiungendo anche chi è coinvolto nella cassa integrazione, sono 6.910 oggi rispetto ai 6.047 dello scorso anno, con un +14,2 per cento.

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