Movida, calci e pugni davanti ai locali
PESCARA. Calci e pugni sferrati con violenza in mezzo alla strada, tra i locali della movida, nel centro storico. Era l’una e trenta di ieri, all’incirca, quando un gruppo di giovani si è picchiato a...
PESCARA. Calci e pugni sferrati con violenza in mezzo alla strada, tra i locali della movida, nel centro storico. Era l’una e trenta di ieri, all’incirca, quando un gruppo di giovani si è picchiato a più non posso all’incrocio tra via Corfinio e via Flaiano, mentre si consumava una serata di divertimento.
I protagonisti della rissa sono una decina di persone in tutto, forse meno, come si può vedere in un video finito sui social, prima su Telegram e poi si Facebook. Le riprese durano solo pochi secondi, nove in tutto, e mostrano il gruppetto discute animatamente mentre partono spinte, cazzotti e calci. Mentre due cadono a terra gli altri, attorno, continuano a sferrare colpi, in particolare nei confronti di uno dei due finiti sull’asfalto, raggiunto da parecchie botte. Tutto attorno ci sono altri giovani che guardano e qualcuno che cerca di evitare che la situazione degeneri.
Impossibile capire la causa dell’accaduto e le conseguenze di quella scarica di botte. Quei pochi secondi di ripresa, è evidente, raccontano solo una parte di ciò che è accaduto sotto gli occhi di diversi testimoni. Ma è chiaro che nessuno dei partecipanti alla zuffa si sia risparmiato, quando a violenza.
A quanto pare, nessuno si è rivolto alle forze dell’ordine, nessuno ha chiesto aiuto a polizia e carabinieri per riportare tutto alla normalità ed evitare conseguenze ben più gravi. Alla base della scazzottata potrebbe esserci di tutto, a partire dai motivi più futili, come è già accaduto altre volte in città tra i giovani che si ritrovano dentro e fuori i locali, nelle ore notturne, specie nel fine settimana. Spesso si sono verificate scene di violenza gratuita, generate da uno sguardo non gradito, una battuta fuori posto o una sigaretta non concessa, solo per fare alcuni esempi. E non è raro, quando scattano delle reazioni di questo tipo, che l’alcol giochi la sua parte facendo perdere facilmente il controllo della situazione. Su Facebook, intanto, la condanna è generale: per l’eccessiva violenza, per il ruolo della famiglia nell’educazione dei giovani e per il fatto che nessuno abbia contattato le forze dell’ordine. (f.bu.)
I protagonisti della rissa sono una decina di persone in tutto, forse meno, come si può vedere in un video finito sui social, prima su Telegram e poi si Facebook. Le riprese durano solo pochi secondi, nove in tutto, e mostrano il gruppetto discute animatamente mentre partono spinte, cazzotti e calci. Mentre due cadono a terra gli altri, attorno, continuano a sferrare colpi, in particolare nei confronti di uno dei due finiti sull’asfalto, raggiunto da parecchie botte. Tutto attorno ci sono altri giovani che guardano e qualcuno che cerca di evitare che la situazione degeneri.
Impossibile capire la causa dell’accaduto e le conseguenze di quella scarica di botte. Quei pochi secondi di ripresa, è evidente, raccontano solo una parte di ciò che è accaduto sotto gli occhi di diversi testimoni. Ma è chiaro che nessuno dei partecipanti alla zuffa si sia risparmiato, quando a violenza.
A quanto pare, nessuno si è rivolto alle forze dell’ordine, nessuno ha chiesto aiuto a polizia e carabinieri per riportare tutto alla normalità ed evitare conseguenze ben più gravi. Alla base della scazzottata potrebbe esserci di tutto, a partire dai motivi più futili, come è già accaduto altre volte in città tra i giovani che si ritrovano dentro e fuori i locali, nelle ore notturne, specie nel fine settimana. Spesso si sono verificate scene di violenza gratuita, generate da uno sguardo non gradito, una battuta fuori posto o una sigaretta non concessa, solo per fare alcuni esempi. E non è raro, quando scattano delle reazioni di questo tipo, che l’alcol giochi la sua parte facendo perdere facilmente il controllo della situazione. Su Facebook, intanto, la condanna è generale: per l’eccessiva violenza, per il ruolo della famiglia nell’educazione dei giovani e per il fatto che nessuno abbia contattato le forze dell’ordine. (f.bu.)