Muore in una rissa, coinvolti due ucraini 

Residenti a Pescara, stavano lavorando a Udine dov’è avvenuto il fatto. Il gip: non hanno partecipato

PESCARA. La morte del noto imprenditore giapponese di 56 anni, Shimpei Tominaga, avvenuta ieri ad Udine a distanza di quattro giorni da una furibonda rissa dove la vittima ha pagato con la vita il suo intervento nel tentativo di sedare gli animi, ha coinvolto anche due cittadini ucraini da anni residente a Pescara, Ivan Boklach, difeso di fiducia dall’avvocato Manuel Sciolè, e Oleksandr Petrov.
Boklach, che si trovava ad Udine per motivi di lavoro (è impegnato nel settore edile come il suo amico), era finito in quella rissa solo per cercare di dividere il terzetto composto da Samuele Battistella, Abd Allah Djouamaa e Daniele Wedam, che aveva aggredito il suo amico Petrov, anche lui indagato per rissa aggravata. Una scazzottata violenta che era proseguita in un vicino locale di kebab dove l'imprenditore giapponese stava consumando insieme a due amici. Nel locale la rissa si è riaccesa e a farne le spese sono stati il giapponese e i due amici.
Tutti e cinque erano stati arrestati dalle forze dell'ordine intervenute ed erano poi finiti davanti al gip che doveva valutare la richiesta di convalida dei fermi e la misura cautelare richiesta dal pm, indistintamente nei confronti di tutti e cinque.
Ma l’intervento dell’avvocato Sciolè ha evitato al suo assistito di finire in carcere anche perché il giudice è stato molto attento a esaminare le riprese filmate dalle telecamere della zona che avevano immortalato l'inizio della rissa fuori del locale e poi anche dentro il Kebab.
Nel convalidare i fermi, il gip ha evidenziato il ruolo di Boklach rigettando la misura nei suoi riguardi. «Dai fotogrammi estratti dal video», scrive il giudice, «non emerge la partecipazione attiva di Boklach, ripreso mentre conversa con i coindagati, quindi mentre tenta a più riprese di intervenire in difesa dell’amico Petrov, caduto a terra e violentemente colpito. Analogamente, nella successiva fase interna al locale Kebab non risultano azioni aggressive del Boklach che si frappone tra i corrisanti cercando di riportare la calma».
Per cui in carcere erano finiti soltanto Battistella, Djouamaa e Wedam. Stesso cosa aveva cercato di fare il giapponese Tominaga, colpito violentemente con un pugno, sembra sferrato da Battistella, che gli procurò una grave commozione cerebrale. Dopo quattro giorni in terapia intensiva la morte. Il sindaco di Udine, Alberto Felice De Toni, ha voluto ricordare la figura dell'imprenditore molto noto in città, stimato come uomo e professionista. Un decesso che ha trasformato il reato per Battistella da rissa aggravata e lesioni personali a omicidio preterintenzionale. E ora l'avvocato Sciolè confida nel fatto che, dopo quanto riportato dal giudice nell'ordinanza, il suo assistito dovrebbe essere completamente scagionato. (m.cir.)
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